Ecco come potrebbe funzionare il ministero per la Transizione ecologica del governo Draghi

Tra gli esempi citati da Grillo, che aveva anticipato l’idea di un super-dicastero, ci sono Francia, Spagna e Svizzera. Uno sguardo ai loro modelli

Lo aveva anticipato Beppe Grillo nel video in cui invitava gli attivisti del Movimento ad aspettare prima di votare sul governo Draghi e lo ha confermato lo stesso premier incaricato durante il colloquio con le delegazioni ambientaliste: se il governo si farà, avrà un super-ministero per la Transizione Ecologica, forte anche dei 74 miliardi di euro previsti nel Next Generation Eu proprio per la rivoluzione verde e la transizione energetica. Sarà “super” perché – come aveva anticipato Grillo e come hanno confermato i rappresentanti di Wwf, Greenpeace e Legambiente – dovrebbero essere accorpati il ministero dello Sviluppo economico e il ministero dell’Ambiente.


Non è ancora chiaro se a guidarlo sarà un tecnico o un politico. Gli ambientalisti, come ha spiegato a Open il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, avrebbero semplicemente chiesto a Draghi di scegliere «una figura molto competente, perché bisogna fare scelte giuste in poco tempo». Per quanto riguarda le funzioni del ministero sono diversi i modelli a cui potrebbe ispirarsi l’Italia. «Il modello francese funziona – continua Ciafani -. Mi viene da pensare anche all’approccio statunitense, dove la stessa amministrazione si occupa sia di politiche ambientali sia energetiche. Non dobbiamo inventare nient’altro, ma seguire quello che fanno altri paesi». Lo stesso Grillo ha citato l’esempio francese, ma anche la Spagna e la Svizzera, piuttosto diversi fra loro.


Il modello francese

Affidato da Emmanuel Macron alla ministra Barbara Pompili, in Francia il ministero dell’Ecologia è stato ribattezzato ministero della Transizione ecologica nel 2020. Si tratta di un’evoluzione del ministero dell’Ambiente creato nel 1971 e che negli anni ha assunto una posizione sempre più di rilievo nell’esecutivo francese, come si evince dall’organigramma sul sito del governo francese. Sono di competenza del ministero guidato da Pompili, ex esponente dei Verdi oggi membro del partito di Macron, l’attuazione delle politiche in materia di sviluppo sostenibile e protezione ambientale – che vanno dallo sviluppo di tecnologie verdi alla prevenzione dei rischi naturali – ma anche di quelle sui trasporti e dell’energia (dal 2017). Come scrive Le Monde, il budget complessivo del Ministero dovrebbe ammontare a circa 48,6 miliardi di euro, di cui 16,2 per l’edilizia abitativa, più di 9 per il servizio pubblico energetico e le energie rinnovabili, quasi 8 miliardi per i trasporti e 2,5 per la tutela della biodiversità.

La via spagnola

In Spagna il premier socialista Pedro Sanchez ha affidato il ministero per la Transizione ecologica a Teresa Ribera Rodriguez, giurista e professoressa universitaria. Tra gli obiettivi che si era posta Ribera nel 2018 c’era quello di portare al Congresso la futura legge contro i cambiamenti climatici che la Camera bassa reclama dal 2011. Un altro obiettivo era l’elaborazione di un piano energetico per i prossimi 10 anni e presentarlo a Bruxelles. Tra le competenze del ministero, oltre a quella di contrastare i cambiamenti climatici, c’è la prevenzione dell’inquinamento, la protezione del patrimonio naturale e la biodiversità, ma anche le politiche energetiche. Inoltre Rodriguez è responsabile anche per l’attuazione di politiche per superare le sfide demografiche a cui va incontro la Spagna, come il divario tra le zone rurali e le città dove vive il 90% della popolazione spagnola in spazi che corrispondono al 10% del territorio nazionale.

Così fa la Svizzera

L’approccio svizzero è più vicino a quello della Francia e il ministero per la Transizione si occupa di politica ambientale, gestione e sviluppo dei trasporti, gestione e vigilanza sulle fonti energetiche ma anche dei mezzi di comunicazione, in particolare della televisione. Noto ufficialmente come il Dipartimento federale dell’Ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec), dal 2019 a guidarlo è la socialista Simonetta Sommaruga. Come mostra l’organigramma sul sito del governo elvetico, è suddiviso in sette uffici federali: dei trasporti, dell’aviazione civile, dell’energia, delle strade, delle comunicazioni, dello sviluppo territoriale e infine dell’ambiente. Quest’ultimo è responsabile «dell’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, della protezione della popolazione dai pericoli naturali e della tutela dell’ambiente da carichi eccessivi».

In copertina ANSA/ Ettore Ferrari / POOL | La presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi, al centro, con i colleghi delle altre associazioni dopo l’incontro con Draghi, 10 febbraio 2021.

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