Da Draghi il via libera a un super ministero per la transizione ecologica. Spunta l’ipotesi di un inviato speciale per il Clima

Nel colloquio con i rappresentanti del Wwf, Legambiente e Greenpeace, il premier incaricato ha detto di volere un governo «europeista, atlantista e ambientalista»

Alla fine il ministero della Transizione ecologica nel nascente governo Draghi ci sarà. Lo ha riferito la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi al termine dell’incontro della delegazione degli ambientalisti con il premier incaricato. Il garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo nelle ultime ore aveva chiesto fortemente questo ministero, citando casi simili in Francia, Spagna, Svizzera e auspicando l’accorpamento tra i ministeri dello Sviluppo Economico e quello dell’Ambiente, guidati finora rispettivamente dai ministri Stefano Patuanelli e da Sergio Costa.


Nel corso dell’incontro – durante il quale Draghi ha adottato lo stesso atteggiamento delle consultazioni con i partiti, ascoltando i suoi interlocutori e prendendo appunti -, il premier incaricato ha confermato che l’ambiente sarebbe al centro della sua azione di governo. Come riferisce a Open il Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia Giuseppe Onufrio, presente all’incontro, Draghi avrebbe sintetizzato la sua idea di esecutivo con tre aggettivi: «europeista, atlantista e ambientalista». La delegazione composta dai rappresentanti di Wwf, Greenpeace e Legambiente avrebbe inoltre proposto la creazione di una figura simile all’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per il clima, John Kerry, una funzione che potrebbe spettare al prossimo super-ministro.


È proprio come risposta a questa proposta che Draghi ha annunciato la creazione di un nuovo ministero che dovrebbe mettere insieme le politiche dell’ambiente e dello sviluppo economico, integrando i due ministeri. Non è prevista l’integrazione con il ministero dei Trasporti, dichiara a Open il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, che rispetto al possibile profilo di un super-ministro aggiunge: «Il premier non ci ha detto nulla sul nome ma noi ci siamo permessi di chiedere che a fare il ministro sia una figura molto competente, perché bisogna fare scelte giuste in poco tempo».

Il governo di Draghi: «europeista, atlantista e ambientalista»

Molte le proposte fatte dagli ambientalisti: da una riforma fiscale per togliere i sussidi dannosi per l’ambiente a una legge nazionale sul dibattito pubblico («per fare in modo che questi 209 miliardi di euro che porteranno ad aprire centinaia se non migliaia di cantieri in Italia vengano spesi in accordo con le regioni» specifica Ciafani), passando per il miglioramento dei controlli pubblici e il rafforzamento del sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Per quanto riguarda invece gli investimenti previsti nel Recovery Plan, la richiesta è stata quella di finanziare soltanto le «opere giuste», ovvero le rinnovabili.

Su Facebook il ministro degli Esteri Di Maio ha applaudito l’iniziativa di Beppe Grillo che «ancora una volta – si legge nel post – ha offerto al Paese una visione importante con la proposta, accolta dal premier incaricato Mario Draghi, di istituire un ministero per la transizione ecologica». «Noi ne parliamo da almeno 20 anni», il commento di Ciafani, che ha definito l’audizione «molto, molto positiva». «Ci ha colpito per la sua statura istituzionale – aggiunge il presidente di Legambiente – ha mostrato di avere una grande consapevolezza delle politiche ambientali e di come si intrecciano con tanti campi, dall’economia circolare e lo sviluppo delle rinnovabili all’agricoltura sostenibile e la mobilità a emissioni zero».

Le promesse di Draghi e il voto su Rousseau

Se la reazione degli ambientalisti è stata positiva, per capire quale sarà la valutazione del Movimento bisognerà aspettare fino a domani quando è atteso il voto su Rousseau in cui gli attivisti dovranno dire sì o no al governo Draghi. Il quesito, anticipato in serata, prevede un riferimento esplicito al Ministero della Transizione e – secondo alcune fonti parlamentari M5S – il sì di Draghi così come un possibile contatto tra il premier incaricato e Grillo potrebbero agevolare lo sblocco dell’impasse nel Movimento.

La votazione su Rousseau dovrebbe comunque avvenire prima dello scioglimento della riserva da parte di Draghi, atteso – secondo fonti ben informate – a partire da venerdì. E, da qui alle prossime ore, spiegano fonti del M5S, nuovi contatti ci potrebbero essere sul tipo di governo, se politico, tecnico o un mix dei due, che ha in mente l’ex governatore della Bce. Con un’appendice: nel primo caso il ministero della Transizione ecologica sarebbe richiesto, chiaramente, dal M5S.

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