In Evidenza Cop29Donald TrumpGoverno Meloni
POLITICABeppe GrilloConsultazioniCrisi di governoFranciaGiuseppe ConteGoverno DraghiM5SMario DraghiPolitiche ambientaliSpagna

Grillo reclama da Draghi un super-ministero per la transizione ecologica: «C’è già in Francia e Spagna». Ma a Conte non l’ha mai chiesto

10 Febbraio 2021 - 13:34 Maria Pia Mazza
«I banchieri hanno la leva principale per cambiare, ma non hanno capito che bisogna farlo», scrive il fondatore del M5s

Dopo aver messo in stand-by il voto sul governo Draghi sulla piattaforma Rousseau, il garante del M5s Beppe Grillo tiene il punto sulla questione ambientale e reclama il Super-ministero per la transizione ecologica, mentre continua a mantenere ben lunghe le distanze con la Lega. La svolta green del Paese, infatti, sembra essere sempre più il punto di scontro tra le due forze ex alleate nel governo Conte I. Ma a detta del padre-nobile del MoVimento, di ambiente, la «Lega non ci ha mai capito una mazza di niente». Del resto, il capo politico ad interim Vito Crimi non ha nascosto che il M5s ha «richiesto alcune garanzie» in sede di consultazione con il presidente incaricato Mario Draghi, «ottenendo rassicurazioni sul Mes, sulla scuola, sulla continuità con il governo Conte II».

Grillo: «L’economia rovina l’ambiente, non il contrario»

E proprio in un’ottica di «continuità» con il precedente esecutivo potrebbe porsi questa richiesta di Grillo: mantenendo (e accorpando) sia il ministero dello Sviluppo Economico sia quello dell’Ambiente, guidati finora rispettivamente dai ministri Stefano Patuanelli e da Sergio Costa. A detta di Grillo «un Super-Ministero per la transizione ecologica fonde le competenze per lo sviluppo economico, l’energia e l’ambiente. Capiamolo, una volta per tutte: è l’economia che rovina l’ambiente, non il contrario. Lo dico da vent’anni negli spettacoli: «Il vero ministero dell’ambiente è quello dell’economia, dell’energia, delle finanze». 

Secondo il garante pentastellato questo super-ministero è «uno strumento fondamentale, come ci sembrarono fondamentali i primi ministeri dell’ambiente negli anni ’70. Qualcuno allora faceva ironie. Ma oggi il ministero dell’Ambiente lo hanno tutti gli Stati», mentre quello per la transizione ecologica «lo hanno Francia, Spagna, Svizzera, Costarica e altri Paesi. Presto lo dovranno avere tutti». «Non lo dico io – prosegue Grillo -. Ce lo gridano la natura, l’economia, la società. E anche Papa Francesco. Siamo francescani, fondati il 4 ottobre, giorno di San Francesco».

«Lo sconvolgimento climatico è il problema economico più grave»

Secondo Grillo «solo un Super-Ministero per la transizione ecologica può affrontare le crisi che in cinquant’anni di economia patogena abbiamo fatto diventare emergenze: il clima, la biodiversità, le disuguaglianze, il lavoro, le migrazioni. Questa è una pand-economia micidiale. In mezzo secolo, ha fatto più morti che il Covid in un anno» e «lo sconvolgimento climatico è ora il problema economico, ripeto, economico, più grave», ripete con forza. «Dopo mezzo secolo di inedia ecologico-economica, dobbiamo darci una mossa – prosegue Grillo -. Siamo da cinquant’anni nel comma 22». 

«I banchieri hanno la leva principale per cambiare, ma non hanno capito che bisogna cambiare. E quelli che hanno capito che bisogna cambiare, non hanno la leva principale. Anche un banchiere e finanziere lo capisce, ma non può dire: “Sì, ma non adesso!”», chiosa nel suo post Grillo. Insomma, da un lato il garante invita i suoi alla «pazienza», malgrado le rivolte in corso, ma al contempo aspetta un cenno dall’ex governatore della Bce (e il riferimento ai banchieri e finanzieri potrebbe essere indicativo in tal senso), in attesa che Draghi «faccia le dichiarazioni che ha fatto a noi in modo pubblico», e si possa “scongelare” il voto su Rousseau. Il tutto nella speranza che anche la parte più “riottosa” del M5s appoggi la nascita del esecutivo. E se Vito Crimi ribadisce che il M5s «non andrà al governo a tutti i costi», le «rassicurazioni» in sede di consultazioni di Draghi alla delegazione pentastellata all’interno del M5s sembrano proprio non bastare.

Il Super-ministero pensato, ma mai richiesto a Giuseppe Conte

Per quanto i temi ambientali associati alla transizione green della produzione industriale italiana siano sempre stati al centro dell’agenda dei pentastellati e siano presenti sia nel programma del Conte I con la Lega, sia nel programma di governo M5s-Pd, Beppe Grillo non pare aver mai avanzato una richiesta di tal portata all’ex presidente Giuseppe Conte. E il 5 settembre 2019, nel giorno del giuramento dell’esecutivo giallorosso, sul blog di Beppe Grillo appare un post dal titolo Ambiente ed Economia, connubio perfetto!, a firma di Paolo Ermani, presidente dell’associazione “Progetti alternativi per l’energia e l’ambiente” ed ex vicepresidente del “Movimento per la decrescita felice”.

Nel post, Ermani chiede: «In Italia, quando saranno accorpati assieme il ministero per l’economia e l’ambiente? Sarebbe la strada migliore da percorrere anche in un’ottica di necessaria transizione energetica e sarebbe un segnale inequivocabile di cambiamento che darebbe occupazione e prosperità al paese oltre che un contributo notevole nel contrastare i cambiamenti climatici». «In attesa dell’auspicabile accorpamento – si legge ancora – speriamo che il ministero dell’Ambiente non venga visto come un optional, un vasetto da fiori da mettere sul balcone, considerato come quando da piccoli si giocava alle figurine dei calciatori: per un ministro dello sviluppo economico, ti posso dare dieci ministri dell’ambiente».

E dunque, se l’idea di unire il ministero dell’Ambiente a quello dell’Economia e/o dello Sviluppo economico era già balzata in mente proprio mentre il governo M5s-Pd prestava giuramento, perché non chiedere già l’istituzione di questo Super-ministero per la transizione ecologica all’ex premier Giuseppe Conte

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti