Lascio ma non troppo. Lo strappo di Battista non convince il M5S. Di Maio: «Credo che non sarà un addio»

«È finita una bellissima storia d’amore. Ora non ho alcun futuro politico», commenta ai giornalisti il pasionario 5 stelle. Nelle sue parole, però, c’è più di una porta lasciata aperta per un futuro ritorno

«A riveder le stelle». L’ultimo verso dell’Inferno dantesco, preso in prestito dall’ultimo pasionario del Movimento 5 stelle, per concludere un travaglio durato troppo a lungo. Fuori dal parlamento in questa legislatura, ma baluardo esterno dei principi fondativi dei grillini, Alessandro Di Battista non ce l’ha fatta a reggere l’ennesima torsione di una forza nata per cancellare la vecchia politica e che, con i partiti tradizionali, è dovuta a scendere tre volte, per tre governi, a patti. «Questa scelta di sedersi con determinati personaggi, in particolare con partiti come Forza Italia, in un governo nato per sistematizzare il M5s e buttare giù un presidente per bene come Conte non riesco a superarla».


Il commiato su Facebook è stato visualizzato un milione di volte

In meno di 24 ore, il suo commiato su Facebook è stato visualizzato oltre un milione di volte. Nel video, caricato subito dopo la chiusura delle votazioni su Rousseau che hanno dato via libera al supporto a Mario Draghi, Di Battista dice: «Da ora in poi non parlo più a nome del Movimento, anche perché i 5 stelle non parlano più a nome mio. Mi faccio da parte». Quella dell’ex deputato, però, è una porta lasciata socchiusa. Alle distanze espresse nel video e nelle dichiarazioni di questa mattina, Di Battista aggiunge parole ipotetiche: «Se poi un domani la mia strada dovesse incrociare di nuovo quella del M5s lo vedremo, dipenderà esclusivamente da idee politiche, atteggiamenti e prese di posizione, non da candidature o ruoli».


Casaleggio: «Alessandro è fondamentale per il Movimento»

Ad aprire uno spiraglio per un possibile futuro di Di Battista nel Movimento, sono le dichiarazioni che Davide Casaleggio ha rilasciato al Corriere: «Alessandro è fondamentale per il Movimento. È una persona che stimo, in grado di portare avanti con coerenza i principi e le battaglie del M5s». Il proprietario della società che gestisce Rousseau fa un endorsement fortissimo a Di Battista: «Anche grazie a lui e alla sua passione durante questi anni, oggi molti siedono in posizioni importanti nelle istituzioni. Questa sua scelta dimostra per l’ennesima volta l’onestà intellettuale di Alessandro ed è proprio di questa coerenza che ha bisogno il Movimento. Chi oggi guida l’azione politica del M5s dovrà fare in modo di non gestire questo momento con arroganza oppure la larga parte contraria alla scelta di ieri potrebbe allontanarsi».

Di Maio confida in un ripensamento

Appello raccolto prima di tutto dall’antitesi del pasionario, il governista Luigi Di Maio: lui, altro volto storico del Movimento, ha preso una strada diversa da Di Battista, scegliendo di portare avanti le istanze grilline attraverso i compromessi con le altre forze politiche. «Non è un mistero che io ed Ale durante questi anni in diverse circostanze abbiamo avuto una visione diversa – scrive il ministro degli Esteri in un lungo post su Facebook -, ma ci siamo sempre detti le cose con franchezza ed estrema sincerità. Ieri ha fatto una scelta che rispetto, ma spero e credo che non sarà un addio». Un’altra apertura, forte, a un possibile ritorno di Di Battista nel Movimento. «Il Movimento ha bisogno di tutti e due, due modi diversi di raggiungere lo stesso obiettivo e fare il bene del Paese!», commenta il deputato Francesco Berti.

«Ecco come parla un vero leader. Grazie Luigi e speriamo che Alessandro non lasci mai il Movimento», scrive un altro deputato grillino, Luigi Iovino. Sono in molti gli attivisti che auspicano una guida condivisa da Di Maio e Di Battista. Ma il pasionario, tampinato dai giornalisti, cerca di spegnere gli entusiasmi con brevi dichiarazioni: «È finita una bellissima storia d’amore. Sono molto tranquillo e sono convinto delle mie idee. Sono felice di aver preso una decisione difficile, ma in linea con quello che sono io. Ora non ho alcun futuro politico». Un tentativo, però, che fallisce nell’avverbio “ora”, cristallizzando la decisione di Di Battista nel presente. Domani, invece, chissà.

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