Chi è Lindsay Graham, il senatore repubblicano che deve convincere Trump a non fondare un nuovo partito

Durante la campagna presidenziale del 2016 aveva dichiarato che Trump era «inadatto a ricoprire la carica di presidente». Poi la conversione

Dopo aver incassato l’assoluzione nel processo di impeachment, Donald Trump ha dovuto fare i conti con la condanna morale da parte di Mitch McConnell, leader dei repubblicani al Senato e de facto leader del partito. Pur avendo votato contro la messa in stato di accusa dell’ex presidente, McConnell ha definito Trump «praticamente e moralmente responsabile» per l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio. Ma Trump, che ha festeggiato l’assoluzione al suo club di Palm Beach, con un comunicato ha aperto nuovamente al suo ritorno sulla scena politica («Il nostro storico, patriottico e bellissimo movimento Make America Great Again è appena iniziato», uno dei passaggi più citati). Può fare affidamento su una parte del partito repubblicano, a partire dal senatore della Carolina del Sud, Lindsay Graham.


Da «inadatto» a «imprescindibile»: così il senatore della Carolina del Sud ha cambiato idea su Trump

Graham non è sempre stato un ammiratore dell’ex presidente, anzi. Durante la campagna presidenziale del 2016 aveva dichiarato senza girarci troppo intorno che Trump era «inadatto a ricoprire la carica di presidente» in quanto psicologicamente instabile. Ma con Trump alla Casa Bianca, Graham – molto vicino al senatore John McCain e noto per essere una abile negoziatore bi-partisan su temi divisivi come l’immigrazione e il cambiamento climatico e per questo molto apprezzato anche dai colleghi democratici – si è gradualmente “conciliato” con l’ex presidente, arrivando ad essere uno dei suoi più fidati consiglieri.


Nel 2019 in un’intervista al New York Times aveva detto senza grande imbarazzo che il suo dietrofront era banalmente una questione di opportunismo: «Voglio essere rilevante […] e con questo presidente posso fare molte cose positive per il Paese». Adesso che Trump non è più alla Casa Bianca però il sodalizio tra i due è più forte che mai. A differenza di altri suoi colleghi di partito al Senato Graham è fresco di rielezione e non ha neppure incentivi elettorali per non urtare Trump che, come dimostrano recenti sondaggi, continua a godere del sostegno del 70% dell’elettorato repubblicano. Nonostante ciò, una volta finito l’impeachment Graham è andato in televisione per difendere l’ex presidente dai colleghi repubblicani che, come Liz Cheney e McConnell, hanno esplicitamente o implicitamente indirizzato Trump verso la porta.

Prima le elezioni midterm del 2022, poi la Casa Bianca

«Donald Trump è il membro più vivace del Partito Repubblicano. Il movimento di Trump è vivo e vegeto», ha dichiarato Graham a Fox News, aggiungendo che l’ex presidente è pronto a ricostruire il partito dopo la sconfitta nelle elezioni di novembre. «Ciò che posso dire è che l’asso nelle manica del Partito Repubblicano è il presidente Trump. Abbiamo bisogno di lui». La settimana prossima Graham sarà in Florida per parlare con l’ex presidente e convincerlo a non fondare il proprio partito e perché no, a ricandidarsi nel 2024 con i repubblicani. Ma il primo test saranno le elezioni midterm del 2022. «Il mio obiettivo è vincere nel 2022 per fermare l’agenda radicale di Joe Biden. Non possiamo farlo senza Donald Trump, lui è pronto a tornare in campagna elettorale e io sono pronto a lavorare con lui».

La rivincita di The Donald parte da Lara Trump

Il primo passo potrebbe essere candidare la nuora dell’ex presidente e moglie del figlio Eric, l’ex produttrice televisiva Lara Trump, per il Senato nella Carolina del Nord. Per Donald Trump sarebbe un’occasione ghiotta per togliersi un sassolino dalla scarpa, visto che il senatore repubblicano che attualmente rappresenta la Carolina del Nord, Richard Burr, ha votato a favore dell’impeachment sabato scorso. «Il mio amico Richard Burr ha appena reso Lara Trump la sua probabile sostituta in Senato se deciderà di candidarsi», la sintesi tagliente di Graham, che sembra accarezzare l’idea di inaugurare una nuova stagione di ricostruzione del partito con una vendetta.

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