Donald Trump bandito da Twitter «per sempre» (anche se dovesse ricandidarsi)

A chiarirlo è stato il chief financial officer del social network. Il deputato dem Rasking, che guida l’accusa nel processo per l’impeachment, ha definito l’ex presidente statunitense «istigatore in capo» dell’assalto al Congresso

Donald Trump è fuori da Twitter in maniera «permanente». A chiarirlo è il chief financial officer del social network Ned Segal, in un’intervista a Cncb, rispondendo a una domanda diretta sull’ex presidente statunitense. «Quando si viene rimossi dalla piattaforma si è rimossi a prescindere dalla carica», ovvero «se si è un commentatore, un direttore finanziario, un attuale o un ex funzionario pubblico». Questo significa che, nel caso in cui Trump dovesse ricandidarsi, non avrebbe accesso al suo storico account, @realDonaldTrump. Né potrebbe aprirne uno nuovo.


Il blocco, deciso in seguito all’assalto al Congresso del 6 gennaio, è la sanzione più dura prevista da Twitter. Il motivo? L’incitamento all’odio. «Dopo un’attenta revisione dei recenti tweet dell’account @realDonaldTrump e visto l’attuale contesto, in particolare in cui vengono accolti e interpretati dentro e fuori Twitter, abbiamo sospeso definitivamente l’account a causa del rischio di ulteriore incitamento alla violenza», aveva spiegato Twitter sul blog ufficiale.


Oggi, 10 febbraio, nel corso del processo per impeachment contro Trump, il deputato del Partito democratico Jamie Raskin, che guida il team dell’accusa, ha definito l’ex presidente statunitense «istigatore in capo» dell’assalto al Congresso, che ha guardato in tv «come fosse un reality show, lodando i rivoltosi e simpatizzando con loro».

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