A Pavia la giunta di centrodestra allarga lo spazio del cimitero monumentale per accogliere i defunti musulmani

Una scelta maturata dopo la tragica vicenda del piccolo Emil, rimasto per oltre un mese privo di un luogo di sepoltura. L’assessora Longo: «Un atto dovuto di integrazione»

Più spazio per seppellire i defunti di religione musulmana al cimitero monumentale di Pavia, affinché la tragica vicenda del piccolo Emil, il cui corpo prima di essere trasferito a Cremona è rimasto per oltre un mese privo di una degna sepoltura, non si ripeta mai più. Ieri, 25 febbraio, la Giunta del comune lombardo, governato dal sindaco leghista Fabrizio Fracassi, ha approvato all’unanimità una delibera che assegna ai fedeli musulmani un nuovo campo all’interno del cimitero.


«Personalmente ero rimasta profondamente colpita dalla vicenda del piccolo Emil», racconta a Open Barbara Longo, assessora con delega ai Servizi cimiteriali del Comune di Pavia, in quota Forza Italia. «A questo bambino non eravamo riusciti a dare una degna sepoltura né a Pavia, né a Vigevano. Vigevano aveva posto, ma da regolamento non poteva accettare i non residenti. Noi invece a Pavia abbiamo un campo destinato alla sepoltura dei musulmani, ma era già pieno e i defunti di religione islamica non possono essere esumati. Ho quindi deciso di verificare la possibilità di destinare un nuovo campo al Monumentale per i morti di fede musulmana. Mi sembrava un atto dovuto».


Il provvedimento appena approvato ha anche l’obiettivo di promuovere una maggiore integrazione tra cittadini di diverse culture e religioni. Prosegue l’assessora Longo: «A Pavia ormai c’è una terza generazione, i figli dei figli dei primi migranti, che sono a tutti gli effetti italiani e non hanno alcun interesse a essere sepolti nei Paesi d’origine dei loro avi». L’emergenza Covid, inoltre, ha reso impossibile il rimpatrio delle salme e questo ha creato ulteriori problemi per le sepolture: «Parliamo di persone che di fatto sono italiane e devono essere sepolte qua».

Il voto è stato unanime

Nessuna resistenza da parte della Lega, visti gli orientamenti assunti in passato dal partito sul tema dell’immigrazione? «Io sono di Forza Italia», risponde l’assessora, «noi siamo più moderati, però devo dire che il voto è stato unanime e nessuno ha sollevato questioni. Siamo stati tutti toccati dalla vicenda di Emil, io stessa mi sono messa nei panni della sua mamma». Sempre per quanto riguarda l’integrazione, a Pavia è operativo un tavolo interreligioso promosso dall’assessorato alle Pari opportunità che fa capo sempre a Longo.

Il tavolo ha l’obiettivo di portare la cittadinanza a riflettere sui temi posti dal pluralismo religioso, facendo arrivare queste riflessioni anche nelle scuole: «Sono fortemente convinta che il dialogo interreligioso possa dare un apporto significativo alla diffusione di una corretta informazione, alla costruzione di processi che contrastino i pregiudizi e alla mediazione dei conflitti interpersonali e collettivi», conclude l’assessora.

La notizia dell’approvazione della delibera è stata accolta positivamente anche dal dottor Al Hasan Badri, responsabile del Centro Culturale Islamico per il Dialogo di Pavia: «È un piacere sentire questa notizia. Per la nostra comunità era davvero un problema, ci sono stati tanti decessi e non avevamo spazio per le sepolture. Pavia è stata una delle prime città in Italia a mettere a disposizione un campo, ma purtroppo si era riempito. Sono molto grato al Comune al sindaco e all’assessora Longo, per questo atto. Veramente ne avevamo bisogno. La nostra comunità è grande, i morti purtroppo ci sono e bisogna rispettarli».

Ma per l’integrazione dei vivi si sta facendo abbastanza? «Io vivo a Pavia da 42 anni. Ho studiato qui, mi sento pavese, i miei figli sono nati qui e siamo parte integrante di questa città. Sicuramente questo è un fatto è positivo, ma ci aspettiamo qualcosa di più. Perché i nostri figli sono italiani in tutti i sensi e noi siamo impegnati tutti i giorni nella promozione del dialogo, nel rispetto di tutti».

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