Astrazeneca, dalla «troppa emotività» al «divieto di utilizzo» in 24 ore. Così l’effetto domino europeo ha travolto l’Aifa

Solo ieri l’Agenzia italiana del farmaco aveva ammonito duramente «l’allarme ingiustificato» sulla poca sicurezza del vaccino di Oxford e la decisione autonoma del Piemonte di bloccare un lotto. Ora il cambio di rotta

Troppa emotività e nessun rischio. L’analisi fatta meno di 24 ore fa dal presidente di Aifa, Giorgio Palù, sul caso Astrazeneca era risultata piuttosto chiara. Il tentativo dell’ente regolatore italiano era stato quello di intervenire e mettere a tacere «un allarme del tutto ingiustificato», ribadendo più e più volte «l’assenza di causalità tra i decessi avvenuti e la somministrazione del vaccino anti Covid». Più evidenze scientifiche e meno panico dunque nell’ammonizione di Aifa. Un richiamo all’ordine fatto soprattutto in merito al delirio collettivo che, in poche ore, aveva visto la disdetta di migliaia di appuntamenti per le somministrazioni di Astrazeneca e lo stop a un intero lotto di farmaco in Piemonte.


I casi di decessi verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno un legame solo temporale. Nessuna causalità è stata dimostrata tra i due eventi. L’allarme legato alla sicurezza del vaccino AstraZeneca non è giustificato. Aifa rassicura fortemente i cittadini sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca per una ottimale adesione alla campagna vaccinale in corso.


La linea precisa mantenuta dall’Agenzia era sta adottata in contemporanea anche dallo stesso Ministero della Salute, intervenuto con ira nei confronti della decisione del Presidente Cirio di sequestrare un lotto “sospetto” di dosi «Sui vaccini decide l’Aifa, nessun potere alle Regioni» aveva tuonato il ministro Speranza. Pur nella sua complessità, il quadro sembrava essere chiaro: la scienza al momento non trova responsabilità evidenti da parte di Astrazeneca sui decessi e sui casi di embolia registrati a poche ore dalla somministrazione. «Nesso temporale ma non nesso causale», come aveva continuato a scandire a chiare lettere il virologo Palù.

Il cambio di rotta

Ma è bastato il tempo di una notte e l’Agenzia del farmaco comunica al Paese un cambio di rotta. Ora la decisione è quella di estendere il divieto di utilizzo del farmaco di Oxford su tutto il territorio nazionale. Scelta che arriva all’improvviso e che Aifa tiene a ribadire di aver preso «in via del tutto precauzionale», e soprattutto «in attesa dei pronunciamenti di Ema». È difatti proprio l’Ema, in queste ore, l’incaricata a esaminare i dati e a dover fornire il verdetto definitivo su una delle questioni più complesse finora mai affrontate nella campagna vaccinale anti Covid-19.

Si riunirà giovedì, lasciando in stand by per ancora molte ore la delicata questione. La scelta di non convocare l’incontro nell’immediata giornata di domani, martedì 16 marzo, potrebbe essere volta alla necessità di valutare ancora e bene i dati a disposizione. Non ovviamente senza conseguenze sui piani vaccinali europei, di fatto lasciati in grande sofferenza.

Nel clima di scetticismo sempre più alimentato da episodi simili, ecco di nuovo presentarsi una gestione di dichiarazioni e decisioni a dir poco confusa. Mentre Aifa annuncia il divieto di utilizzo del vaccino Astrazeneca in tutta Italia, l’ente regolatore europeo si pronuncia in modo del tutto favorevole al farmaco. «Il rapporto tra benefici e rischi è positivo», fa sapere dall’Europarlamento il responsabile della strategia vaccinale dell’Ema, Marco Cavaleri.

«Non vediamo alcun problema nel proseguire le vaccinazioni utilizzando questo vaccino». A pochi minuti di distanza dalla decisione italiana dunque l’Ema rassicura, ricordando quanto gli studi che sta portando tuttora avanti stiano fornendo esiti positivi e quindi «senza alcuna evidenza di rischio emergente».

L’effetto domino che travolge Aifa

La domanda sulla decisione di Aifa si fa a questo punto più urgente. Stampa, social e scettici della prima ora, non hanno fatto che alimentare il senso di smarrimento di gran parte della popolazione. Dall’altro lato, la guerra degli esperti in trincea, fermi sulla linea comune del “niente panico”, era stata una ferma rassicurazione per tutti gli intenzionati a credere ancora nella scienza. «In coordinamento con Ema e gli altri Paesi europei, valuteremo congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione» ha scritto Aifa nella nota ufficiale.

Tra le righe la possibile ragione della decisione. Un effetto domino, che – Paese dopo Paese – ha spazzato via le ferree prese di posizione dell’ente italiano. Dopo l’annuncio dell’Agenzia del farmaco infatti, ha fatto presto ad arrivare da parte del premier francese Macron la stessa identica comunicazione. Prima dell’Italia, era stata invece la volta della Germania. Solo pochi minuti fa l’annuncio della Spagna.

Ed è proprio con i ministri della Salute di Francia, Germania e Spagna che Roberto Speranza ha fatto sapere di aver parlato prima che Aifa desse via libera alla nota ufficiale. Al confronto con i Paesi esteri sarebbe poi seguito un colloquio tra il ministro della Salute e il premier Mario Draghi. Da qui la decisione di allinearsi all’ondata cautelativa europea: prudenza condivisa o dati poco incoraggianti per ora lasciati in caldo?

I danni

Il nodo sulla sicurezza di Astrazeneca mette ora in discussione la riuscita dell’intera campagna vaccinale con risvolti quanto mai pratici. Che succede a chi ormai ha ricevuto la prima dose? Che fine faranno gli appuntamenti presi in questi giorni per il secondo richiamo? Se in alcune regioni, come Toscana e Campania, si attendono le prime disdette per le somministrazioni previste nella mattinata di domani, alcune unità di crisi come quella del Lazio hanno sùbito indetto riunioni d’urgenza. A Roma e su tutto il territorio locale si bloccheranno circa 35 centri vaccinali e oltre 2 mila medici di base. «Un danno enorme ed irrecuperabile» dicono dalla Regione, mentre si aspettano indicazioni da Aifa almeno per quelli che hanno ricevuto la prima dose.

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