Nel Regno Unito su Astrazeneca nessuna paura, l’esperto di Oxford: «Dopo quattro mesi qui nessun aumento di trombosi»

Finora i britannici immunizzati con questo tipo di vaccino sono più di 11 milioni. E non esiste «alcuna differenza dimostrabile» nel numero di casi rispetto alla popolazione non vaccinata

Il professor Andrew Pollard, responsabile per l’Università di Oxford del progetto di ricerca da cui è nato il vaccino AstraZeneca contro il Coronavirus, rassicura l’opinione pubblica spiegando alla Bbc che le verifiche aggiornate condotte nel Regno Unito forniscono «prove molto rassicuranti» sul preparato. E in particolare confermano che non risulta un aumento di casi di trombosi fra coloro che lo hanno ricevuto. I dati citati da Pollard riguardano i cittadini britannici e occorre ricordare che la Gran Bretagna è il Paese che finora ha somministrato la maggior parte delle dosi di AstraZeneca in Europa, con più di 11 milioni di persone immunizzate.


Anche Anthony Harnden, immunologo dell’Università di Oxford e vice presidente del Joint Committee on Vaccination and Immunization, organismo medico-scientifico indipendente che assiste il governo di Boris Johnson sul fronte della campagna vaccinale, ha dichiarato che «non esiste alcuna differenza dimostrabile» nel numero di casi di trombosi fra le oltre 11 milioni di persone già vaccinate nel Regno Unito con AstraZeneca e quello riscontrato fra coloro che non si sono ancora vaccinati.


«Dobbiamo ricordare che ogni mese nel Regno Unito vengono individuati 3 mila casi di trombosi nella generalità della popolazione, casi che si verificano naturalmente», ha aggiunto l’accademico inglese. Harnden ha quindi assicurato che se vi fosse un rischio specifico per la popolazione, i cittadini britannici verrebbero immediatamente allertati, ma ha ribadito che al momento non è così.

Quanto agli effetti collaterali lievi del vaccino, l’immunologo ha citato dati recenti secondo cui con AstraZeneca sono più frequenti dopo la prima dose e più diffusi fra le donne, in particolare quelle meno anziane, rispetto agli uomini. Mentre nel caso di Pfizer risultano più ricorrenti dopo il richiamo. Ad ogni modo, ha concluso lo studioso, tutte le indicazioni attuali confermano che «i rischi di non vaccinarsi contro il Covid sovrastano» quelli dei potenziali effetti collaterali.

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