Covid, AstraZeneca nega i rischi: «15 trombosi e 22 embolie su 17 milioni di vaccinati». L’Aifa: «Allarme ingiustificato»

Per l’azienda si tratta di un numero «molto più basso di quanto ci si aspetterebbe che si verifichi naturalmente in una popolazione generale di queste dimensioni, ed è simile per altri vaccini Covid-19 autorizzati»

L’allarme sul vaccino AstraZeneca – dopo la sospensione di un altro lotto in Piemonte, in seguito alla morte di un insegnante – non si placa. In Irlanda le autorità sanitarie chiedono lo stop del farmaco, la Danimarca ha sospeso la somministrazione del vaccino, l’Italia aveva già fermato un altro lotto dopo due decessi. Il tutto senza che il rapporto di correlazione causa-effetto sia stato confermato. Tanto che quell’allarme sulla sicurezza del siero viene definito in serata «ingiustificato» dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).


I casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino «hanno un legame solo temporale. Nessuna causalità è stata dimostrata tra i due eventi», sottolinea una nota l’Aifa. Una posizione anticipata dal professor Giorgio Palù, presidente Aifa, in collegamento con Lucia Annunziata nel pomeriggio su Rai Tre. Le attività di farmacovigilanza «proseguono sia a livello nazionale che europeo in collaborazione con Ema, monitorando con attenzione possibili effetti avversi legati alla vaccinazione», dice ancora l’Agenzia, che rassicura fortemente i cittadini sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca «per una ottimale adesione alla campagna vaccinale».


La versione di Astrazeneca

«Un’attenta revisione di tutti i dati di sicurezza disponibili di oltre 17 milioni di persone vaccinate in Ue e UK con il vaccino Covid-19 AstraZeneca non ha mostrato evidenza di un aumento del rischio di embolia polmonare, trombosi venosa profonda (TVP) o trombocitopenia , in qualsiasi fascia di età, sesso, lotto o in un determinato Paese», fa sapere in serata AstraZeneca. Specificando che su 17 milioni di vaccinati «ci sono stati 15 eventi di trombosi venosa profonda e 22 eventi di embolia polmonare segnalati tra coloro a cui è stato somministrato il vaccino, in base al numero di casi che la Società ha ricevuto all’8 marzo».

Un numero «molto più basso di quanto ci si aspetterebbe che si verifichi naturalmente in una popolazione generale di queste dimensioni ed è simile per altri vaccini Covid-19 autorizzati». Insomma negli studi clinici, «anche se il numero di eventi trombotici era piccolo, questi erano inferiori nel gruppo dei soggetti vaccinati» e «non ci sono state prove di un aumento del sanguinamento negli oltre 60 mila partecipanti arruolati».

E ancora, in termini di qualità, per l’azienda non ci sono problemi confermati relativi a qualsiasi lotto del nostro vaccino utilizzato in Europa o nel resto del mondo. «Ulteriori test sono stati e vengono condotti da noi stessi e in modo indipendente dalle autorità sanitarie europee e nessuno di questi nuovi test ha mostrato motivo di preoccupazione». L’azienda specifica che nel corso della produzione del vaccino vengono condotti «più di 60 test di qualità da AstraZeneca, dai suoi partner e da più di 20 laboratori di test indipendenti».

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