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«Vaccinare secondo fasce d’età, non in base alla categoria»: il piano del capo della Protezione civile Curcio

24 Marzo 2021 - 10:19 Redazione
Sull'andamento della campagna vaccinale, Curcio insiste: «Troppe differenze tra Regioni, ma saranno presto superate»

Vaccinare secondo fasce d’età, non in base alla categoria d’appartenenza. È questa l’idea di Fabrizio Curcio, capo del dipartimento della Protezione civile nominato dal governo Draghi. Per mettere velocemente in sicurezza la popolazione dal rischio contagio da Coronavirus, ora che si finirà di inoculare il vaccino «agli ultra ottantenni, le categorie fragili, i docenti, le forze armate, di polizia e di protezione civile», dice, «bisogna tornare alle fasce di età. L’unico criterio deve essere questo». Un altro schema, per Curcio, «non è possibile»: quello per età è infatti, secondo lui, «il più oggettivo». Questo perché «quando AstraZeneca veniva somministrato con alcune limitazioni per fasce di età il piano è stato variato inserendo i servizi essenziali e ogni regione ha deciso per sé. Dall’11 marzo tutto è cambiato. Lo prevede il decreto in vigore condiviso con i Governatori. Procedere per categorie non va bene, causa problemi».

I problemi delle Regioni

Il fatto, poi, che le Regioni utilizzino metodi diversi per le prenotazioni del farmaco e la relativa somministrazione «ha generato disomogeneità sul territorio, differenze che presto saranno superate. Ma io vorrei che uscissimo dal paradigma che vede buoni e cattivi, le Regioni devono poter contare su di noi», ha spiegato Curcio in un’intervista al Corriere della Sera. «Questa è una battaglia che si vince solo se Stato e territorio lavorano insieme».

Dal canto suo, la Protezione civile ripenserà l’intero sistema degli hub, i centri operativi per la vaccinazione presenti nelle città italiane. «Il sistema di Protezione civile può contare su almeno 200 mila volontari», ha detto. «Io credo che debbano essere creati “Hotspot vaccinali” in ogni città. Siamo pronti anche ad allestirli, preparati a farlo proprio come accade quando c’è un terremoto o un’alluvione».

E ancora: «Le linee guida su cui stiamo lavorando tutti insieme saranno uguali ovunque: grande parcheggio, entrate e uscite separate, area di attesa, medici che verificano le condizioni di idoneità, sale per l’inoculazione e altre dove aspettare i 15 minuti obbligatori». Grande aspettativa per le operazioni vaccinali, anche per le farmacie e i medici di base: «Dobbiamo essere veloci, arrivare ovunque in ogni modo possibile e la protezione civile avrà un ruolo fondamentale logistico e pratico».

L’andamento della campagna vaccinale

Nonostante i rallentamenti dovuti prima all’approvvigionamento e poi allo stop del vaccino AstraZeneca, sul ritmo della campagna vaccinale «stiamo recuperando bene», sottolinea il capo della Protezione civile. «Entro la fine del mese arriveranno 4 milioni e mezzo di dosi. Adesso stiamo vaccinando 200 mila persone al giorno, a regime dobbiamo arrivare a 500 mila».

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