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AstraZeneca, Aifa vieta l’uso in tutta Italia in via precauzionale. Stop anche in Francia, Germania, Spagna e Portogallo. L’Oms: «Continuare a usarlo»

15 Marzo 2021 - 23:09 Redazione
L'agenzia italiana del farmaco assicura che ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso. L'Ema terrà una riunione straordinaria giovedì

«In via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema» è vietata la somministrazione del vaccino di AstraZeneca contro il Covid-19 in tutta Italia. A deciderlo è stata L’Agenzia italiana del farmaco dopo un colloquio tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro della Salute Roberto Speranza. L’agenzia comunque assicura che ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso. In coordinamento con Ema e gli altri Paesi europei, l’Aifa fa sapere che «valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione». Inoltre, l’agenzia del farmaco «renderà nota tempestivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, incluse le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale per coloro che hanno già ricevuto la prima dose». Il comitato per la farmacovigilanza dell’Ema tornerà a riunirsi per raccogliere le ultime informazioni sui casi sospetti: secondo fonti vicine al dossier una risposta definitiva potrebbe arrivare nei giorni successivi, comunque entro la fine della settimana. L’Ema terrà una riunione straordinaria giovedì su AstraZeneca.

Stop alle somministrazioni in Germania, Francia, Spagna, Slovenia e Portogallo

Si tratta di una decisione, come spiega l’Aifa, che è stata presa in linea con simili provvedimenti adottati da altri Paese europei. Secondo fonti del ministero della Salute, durante la giornata di oggi il ministro Speranza avrebbe avuto colloqui con i ministri della Salute di Germania, Francia e Spagna. Prima la Germania e la Francia, poi la Spagna e anche il Lussemburgo hanno annunciato la volontà di sospendere in via temporanea la somministrazione del vaccino di AstraZeneca. Come ha annunciato il presidente Emmanuel Macron in Francia la sospensione durerà fino al 16 marzo, in attesa del parere dell’Ema, che però potrebbe arrivare nei giorni successivi.

Nel motivare la scelta la Germania, che nei giorni scorsi aveva criticato lo stop in Danimarca e in Finlandia, ha annunciato di voler seguire l’indicazione del Paul Ehrlich Institut che in via precauzionale consiglia «ulteriori approfondimenti» in relazione ai nuovi casi di trombosi che si sono verificati. In conferenza stampa il ministro della Salute tedesco Jens Sphan ha aggiunto che se le verifiche sgombreranno il campo dai dubbi «si potrà riprendere a vaccinare con AstraZeneca».

Soltanto ieri l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) aveva definito l’allarme «ingiustificato». L’azienda anglo-svedese invece ha specificato che su un totale di 17 milioni di vaccinati nei Paesi Ue e in Regno Unito «ci sono stati 15 eventi di trombosi venosa profonda e 22 eventi di embolia polmonare segnalati tra coloro a cui è stato somministrato il vaccino, in base al numero di casi che la società ha ricevuto all’8 marzo». In serata anche i governi di Portogallo e Slovenia hanno annunciato la sospensione delle somministrazioni con AstraZeneca.

Il commento dell’Ema

«I benefici del vaccino AstraZeneca superano sempre i rischi», commenta oggi l’Ema in una nota dopo la decisione di diversi Paesi, tra cui l’Italia, di sospendere la somministrazione del vaccino in via cautelativa. «Gli eventi tromboembolici si sono verificati in pochissime persone che hanno ricevuto il prodotto», commenta Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe su Twitter. «E la loro incidenza non sembra essere più elevata rispetto a quelli che si verificano nella popolazione generale».

Rezza: «Quasi 7 milioni di dosi somministrate fino a ora in Italia»

«Finora in Italia sono state somministrate quasi 7 milioni di dosi di vaccino. La sorveglianza di Aifa e del nostro Servizio Sanitario Nazionale ha registrato limitatissimi eventi avversi gravi», spiega in un video diffuso dal ministero della Salute il Direttore Generale Prevenzione del dicastero, Gianni Rezza. «La sospensione temporanea delle somministrazioni del vaccino AstraZeneca è stata decisa in via soltanto precauzionale in accordo con Germania e Francia. EMA si riunirà a breve per chiarire ogni dubbio in modo da poter ripartire al più presto e in completa sicurezza con il vaccino AstraZeneca nella campagna vaccinale. Confidiamo, perciò, che chi ha ricevuto la prima somministrazione del vaccino AstraZeneca riceverà la seconda nei tempi previsti».

L’Oms prova ad abbassare i toni

In questa giornata caotica, in serata arriva anche la posizione dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che dice che i Paesi debbano continuare a usare il vaccino di AstraZeneca. «Sfortunatamente, le persone muoiono di trombosi ogni giorno, la chiave è se questo abbia qualche legame con il vaccino», dice l’Oms, che terrà una riunione straordinaria domani. «Al momento non abbiamo riscontrato che ci sia una relazione tra il vaccino e i casi di trombosi rilevati. Infatti, le percentuali di trombosi tra i vaccinati sono addirittura inferiori a quelle della popolazione nel suo complesso. Nessun farmaco è sicuro al 100%, ma bisogna tenere conto dei vantaggi di vaccinare la popolazione», dice Soumya Swaminathan, scienziata capo dell’Oms, nel briefing da Ginevra.

Il sequestro delle dosi del lotto sospetto in tutta Italia

Intanto su disposizione della Procura di Biella i carabinieri del Nas stanno procedendo al sequestro delle dosi del lotto incriminato (ABV5811) presso tutti gli hub italiani di distribuzione e i centri di vaccinazione dove sono state consegnate le 393.600 dosi complessive. Sempre su disposizione della procura di Biella, i Nas hanno sequestrato stamane oltre 20 mila dosi anche in Veneto, circa la metà del totale attualmente disponibili in Regione. Le restanti 20.952 dosi, erano già state somministrate ma, come ha dichiarato oggi Luca Zaia, «non è emersa alcuna evidenza se non febbricola o stato di spossatezza» tra i pazienti che le avevano ricevute.

Le indagini della Procura

Dopo la morte in provincia di Biella di Sandro Tognatti, 57 anni, apparentemente per un attacco cardiaco avvenuto a circa 17 ore dalla vaccinazione con AstraZeneca, la Procura di Biella ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Nonostante non ci sia alcuna evidenza scientifica che permetta di stabilire un nesso tra la somministrazione del vaccino e la morte dell’uomo, secondo il procuratore di Biella, Teresa Angela Camelio, per via della «concomitanza temporale, unitamente all’assenza di patologie pregresse o in essere “gravi”, non si può escludere la sussistenza di un nesso eziologico tra i due fenomeni e la conseguente ipotesi di un delitto». Sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso ma, in attesa degli esiti dell’esame necroscopico, prima che arrivasse lo stop dell’Aifa, era stato comunque disposto il blocco delle somministrazioni dello stesso lotto sull’intero territorio nazionale «onde evitare ulteriori conseguenze lesive o mortali».

Ieri il blocco della Regione Piemonte

Già ieri l’unità di crisi della Regione Piemonte aveva sospeso in un primo momento la somministrazione di tutti i vaccini AstraZeneca, per poi invece bloccare soltanto la somministrazione delle dosi dal lotto ABV5811. Oggi, prima ancora della notizia dello stop dell’Aifa, il commissario dell’area giuridico-amministrativa dell’unità di crisi della Regione Piemonte, Antonio Rinaudo, aveva difeso la sua scelta. «È facile criticare con il senno di poi, ma non ho nulla da rimproverarmi: ho agito per la tutela dei piemontesi – ha dichiarato Rinaudo -. Non sapevamo a quale lotto appartenesse la dose somministrata alla vittima ma, appena individuata, abbiamo detto alle Asl di riprendere con le inoculazioni degli altri lotti».

Un nuovo caso sospetto in Italia

Tra le persone a cui è stata somministrata una dose del lotto ABV5811 di AstraZeneca c’è anche Sonia Battaglia, una donna napoletana di 54 anni, attualmente ricoverata in rianimazione in condizioni gravi all’ospedale del Mare di Napoli. La notizia, diffusa dai suoi familiari, è stata confermata da fonti sanitarie. La donna, che non aveva patologie pregresse, aveva ricevuto una dose del vaccino la settimana scorsa. Il suo caso si somma a quello di Tognatti e agli altri già segnalati nei giorni scorsi sui quali sono ancora in corso gli accertamenti.

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