«La Cina ha aiutato l’Oms a scrivere il rapporto sul Covid»: l’accusa del segretario di Stato americano Blinken

Nei mesi scorsi una squadra internazionale di scienziati era volata a Wuhan per portare avanti ricerche sul virus. Il loro report, ora, è al centro delle tensioni tra Washington e Pechino

Lo aveva sostenuto anche Donald Trump, che a maggio 2020 aveva deciso di portare gli Stati Uniti fuori dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) accusandola di essere sotto il controllo della Cina per l’atteggiamento giudicato troppo arrendevole sul Coronavirus. Una volta eletto presidente Joe Biden era tornato indietro ma, evidentemente, l’amministrazione americana nutre ancora sospetti sulla condotta di Pechino. Tanto che oggi il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato in un’intervista che la Cina «apparentemente ha aiutato a scrivere» il rapporto sulle origini della pandemia, aggiungendo di essere preoccupato per la «metodologia» con cui era stato redatto.


Il rapporto dell’Oms al centro delle polemiche

Un’accusa pesante, che alimenta sospetti a Washington nei confronti tanto dell’Oms quanto di Pechino. Nei mesi scorsi una squadra internazionale di scienziati era volata a Wuhan, in Cina, per portare avanti ricerche sul virus. Due le conclusioni principali: gli scienziati avevano stabilito che il virus aveva un’origine animale – smentendo le teorie per cui sarebbe stato creato in un laboratorio – e avevano riferito di non aver trovato traccia del virus che risalisse a prima della fine del 2019, smentendo di fatto anche un’altra teoria, ovvero quella secondo cui la Cina aveva nascosto per mesi l’esistenza dell’epidemia. Conclusioni ribadite nel rapporto degli esperti di cui l’Afp oggi ha preso visione. Secondo l’agenzia stampa infatti gli autori del rapporto avrebbero definito «estremamente improbabile» l’ipotesi di una fuoriuscita del virus da un laboratorio, ritenendo invece «probabile» la trasmissione a uomo da animale.


Le prime polemiche erano sorte poco dopo la presentazione del rapporto. In un’intervista a diversi media internazionali, uno scienziato che aveva partecipato alle ricerche, il microbiologo Dominic Dwyer, aveva dichiarato che la Cina si era rifiutata di consegnare alcuni dati chiave al team dell’Oms, fornendo soltanto una sintesi. Un’accusa ripetuta in un’altra forma dallo stesso Blinken, che in una precedente intervista aveva incolpato la Cina di aver nascosto informazioni rilevanti sulle origini del virus, aprendo persino alla possibilità di nuove sanzioni dopo quelle per il trattamento degli uiguri.

Nel rispondere alle domande della giornalista della Cnn che chiedeva al segretario di Stato americano se l’amministrazione Biden avrebbe preso delle contromisure nei confronti della Cina per la sua gestione della pandemia, Blinken ha invece sottolineato la necessità di prevenire nuove pandemie in futuro. Pur dichiarando che dovranno essere appurate le «responsabilità per quanto accaduto in passato», facendo quindi da eco agli appelli di altri funzionari di Biden che chiedono maggior trasparenza a Pechino, Blinken ha spiegato che «l’attenzione in futuro sarà sulla costruzione di un sistema più forte».

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