In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀCoronavirusGoverno Conte IIItaliaSanitàVaccini

Covid 19, gli over 80 vaccinati sono meno del 40%: da Speranza ad Arcuri, da Moratti a Bertolaso, le promesse non mantenute di politici e tecnici

Tra ritardi e passi falsi, la campagna vaccinale italiana ha mancato tutte le scadenze che il governo Conte II si era prefissato

Sono passati più di tre mesi dall’inizio della campagna di vaccinazioni contro il Coronavirus ma in Italia solo il 38,79% degli over 80 è stato vaccinato con il richiamo. Un problema di seconde dosi? Non proprio: a conti fatti, solo il 68,20% del totale ha ricevuto almeno una somministrazione. Una percentuale ben lontana dall’obiettivo 100% dichiarato più volte dal Governo Conte II nelle prime settimane di campagna, e che, come sottolineato a più riprese da Open, già dai primi momenti era parso difficile da concretizzare. Ancora più basse le percentuali che riguardano gli italiani tra i 70 e i 79 anni: in quella fascia d’età è stato vaccinato solo il 2,48%, e solo il 19,89% ha ricevuto la prima dose. I numeri sono più incoraggianti per quanto riguarda gli ospiti delle Rsa: il 75,53% è stato vaccinato completamente, e la prima dose è stata somministrata al 91,25%. Più alti anche i numeri tra i sanitari: il 75,29% ha avuto la doppia dose di vaccino, e il 91,63% almeno la prima.

Gli obiettivi mancati: «Nel primo trimestre chiudiamo la Fase 1»

I numeri stonano non poco con quel piano vaccini presentato a dicembre 2020, quando la prospettiva dichiarata dal governo era quella di vaccinare il 50% della popolazione nel primo trimestre e di completare la copertura nazionale entro il 31 dicembre del 2021. L’idea era quella di finire con le somministrazioni agli over 80, ai sanitari e nelle Rsa già a marzo, ma 10 giorni dopo la scadenza l’obiettivo non è stato nemmeno sfiorato, complici anche i ritardi delle case farmaceutiche nel corso dei mesi. I rallentamenti nelle consegne sono però solo una parte della storia, costellata di disorganizzazioni regionali e di decisioni rivelatesi discutibili (come quella di inserire tra le categorie prioritarie anche personalità meno a rischio degli anziani).

Quando Arcuri diceva: «Entro marzo 7 milioni di vaccinati»

I primi giorni di febbraio, l’allora commissario Domenico Arcuri si era spinto a dire che a fine marzo ci saremmo potuti avvicinare «alla vaccinazione di 7 milioni di italiani». Visto anche i rallentamenti nelle forniture, nel primo trimestre del 2021 ci sarebbero state a disposizione 14,7 milioni di dosi invece di 28 milioni». Al 10 aprile, però, il report del Governo sui vaccini segnala 3.812.342 persone completamente vaccinate, su un totale di dosi somministrate 12.509.898 su 15.568.730 consegnate.

L’ambizione (smentita dai fatti) di Speranza: «Entro fine marzo 13 milioni di vaccinati»

Era il 28 dicembre 2020, e cioè il giorno successivo al V-day, quando il ministro della Salute Roberto Speranza diceva in un’intervista a La Stampa: «Già dal primo aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati, e così avremmo già raggiunto la Fase Uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico». Certo, allora il ministro non poteva sapere dei ritardi di Pfizer e degli imprevisti con AstraZeneca: proprio sul vaccino di Oxford l’Italia aveva puntato di più acquistando più dosi. Dopo l’approvazione dell’Ema, arrivata a fine gennaio, il Ministero ha dovuto fare i conti prima con i limiti di età e poi con ritardi e stop.

In Lombardia si voleva vaccinare h24 (ma si è perso un sacco di tempo)

E poi c’è il caso Lombardia. Non è l’unica Regione che ha avuto problemi con le vaccinazioni, ma è sicuramente quella i cui malfunzionamenti hanno fatto più rumore (essendo la più colpita da un anno dall’emergenza). A fine gennaio la Regione ha chiamato Guido Bertolaso come consulente per la gestione della fase due della campagna vaccinale anti Covid, quella cioè che sarebbe dovuta partire da metà febbraio. La dichiarazione di guerra al Covid formulata con la vicepresidente Letizia Moratti era esplicita: «Vaccineremo giorno e notte e a giugno chiuderemo la campagna». Il risultato è sotto gli occhi di tutti: dopo un mese di litigi con Aria Spa, la società che ha messo a punto la fallimentare piattaforma di prenotazioni per le somministrazioni, al 10 aprile non si è ancora completata la vaccinazione degli over 80.

Immagine di copertina: ANSA / CESARE ABBATE

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti