Euro 2020, sta per scadere l’ultimatum Uefa sui tifosi allo stadio: otto nazioni dicono sì, l’Italia prende tempo

Capienza garantita fino al 50% a San Pietroburgo e a Baku. L’Ungheria si dice sicura di poter riempire gli stadi. Gravina in pressing su Draghi per garantire l’assegnazione della partita inaugurale all’Olimpico

L’edizione degli Europei di calcio 2021, posticipata di un anno a causa della pandemia e al via l’11 giugno, si farà e con gli spettatori presenti allo stadio. La Uefa è stata chiara. Per questo, le Nazioni che non hanno ancora chiarito se potranno ospitare le gare dell’Europeo consentendo l’ingresso dei tifosi hanno tempo fino al 19 aprile per comunicare la loro decisione alla Uefa. In caso di risposta negativa le partite saranno dirottate in altre città, e di conseguenza in altri Paesi. Sono quattro le città a non aver ancora comunicato se saranno in grado, anche in base all’andamento dei contagi, di aprire gli stadi agli spettatori. Insieme a Dublino, Monaco e Bilbao c’è anche Roma. Da calendario è l’Olimpico a dover ospitare la partita inaugurale e di apertura del campionato europeo: quella che vedrà di fronte gli azzurri e nazionale turca. Ma l’Italia sta prendendo tempo. «Verrà fatto ogni sforzo sia per tenere la partita inaugurale all’Olimpico sia per permettere lo svolgimento degli altri tre incontri», ha detto questa mattina il coordinatore del Cts Franco Locatelli.


«Premesso che la decisione spetta alla politica, noi come Cts possiamo dare tutto il supporto tecnico possibile e c’è la massima disponibilità da parte nostra a valutare la presenza del pubblico». A sette giorni dalla scadenza dell’ultimatum dell’Uefa Locatelli prova però a chiedere più tempo: «Difficile – dice – fare una previsione per un evento che si terrà tra due mesi». Richiesta più chiara invece quella arrivata dal presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. In una lettera indirizzata al premier Mario Draghi, il numero uno della Figc ha chiesto che il governo si adoperi «affinché l’Uefa possa confermare l’assegnazione dell’evento inaugurale dell’Europeo «e delle successive gare previste nel nostro Paese». L’obiettivo è quello di garantire la presenza del 25% del pubblico. Gravina auspica che pur nella «consapevolezza della fase critica» del Paese, il premier «condivida con la Figc quanto sia importante per l’Italia che la Uefa confermi».


Le nazioni ospitanti che hanno detto “si” ai tifosi allo stadio

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Mentre Roma prende tempo, altre otto sedi ospitanti hanno già confermato la disponibilità e la volontà di far giocare le gare dell’europeo davanti agli spettatori. San Pietroburgo ha confermato la capienza del 50%, con la possibilità di estenderla entro fine aprile. Mentre Budapest, con l’Ungheria prima in Europa nella campagna vaccinale, sembra sicura di poter assicurare una capienza massima. Anche Baku, in Azerbaijan, ha dichiarato che garantirà una capienza del 50%. Mentre Amsterdam, Bucarest, Copenaghen e Glasgow hanno confermato una capienza tra il 25 e il 33%, lasciando aperta la possibilità di allargare il numero degli spettatori ammessi entro la fine del mese. Londra, invece, ha puntato su una capienza del 25% per le fasi preliminari. Nella speranza di poter aumentare la capienza per le semifinali e la finale che si giocheranno allo stadio di Wembley.

Le esenzioni alle restrizioni per i tifosi

In aggiunta, tre dei Paesi ospitanti, Azerbaijan, Ungheria e Russia, hanno in programma di applicare delle esenzioni sulla quarantena per chi è in possesso di un biglietto per assistere alle partite. I non residenti che arrivano nella capitale ungherese dovranno il risultato di un tampone negativo fatto nei cinque giorni precedenti. Opzione che sta considerando anche la Russia. A Baku, invece, le esenzioni saranno applicate ai tifosi delle squadre partecipanti, ovvero solo ai cittadini o residenti dei Paesi che giocheranno in Azerbaijan.

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