Covid, i banchi a rotelle presentano il conto: spesi quasi 100 milioni ma il 50% degli acquisti è rimasto in magazzino

Ogni «seduta innovativa» costa più del doppio di un banco monoposto fisso. Ecco perché non hanno funzionato

I banchi a rotelle creano polemica dal primo giorno. L’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha sempre rivendicato la sua scelta in ottica anti Coronavirus, ma, a circa due mesi dalla fine di un altro anno scolastico difficile, i fatti sembrano dare ragione a chi aveva avanzato dei dubbi sulla loro effettiva utilità. Come evidenziato da Repubblica, dei 434.344 banchi a rotelle acquistati a oggi ce ne sono 10 mila mai consegnati fermi nei magazzini di Pomezia e 9 mila inutilizzati nei depositi scolastici della Regione Veneto. In generale, solo il 50% dei banchi a rotelle (o «sedute innovative») è stato utilizzato da novembre (mese dell’ultima consegna) a oggi.


I motivi del fallimento

La spesa pubblica investita – pari a circa 95 milioni di euro – si è tradotta anche in numerosi mal di schiena e diverse denunce alla Corte dei conti e alla Guardia di finanza. La ministra Azzolina li aveva finanziati con l’idea di puntare sul distanziamento, ma alla fine, come noto, a prevalere è stata la Didattica a distanza (Dad). Molti dei dirigenti che ne avevano ordinato delle consegne (spesso anche per sopperire alla mancanza di materiale strutturale nelle scuole) hanno dovuto chiudere gli istituti a causa delle zone rosse introdotte dal Conte II e del decreto Covid più restrittivo varato a marzo dal governo Draghi. Di fatto, anche nelle zone gialle e arancioni le scuole superiori non sono mai tornate in presenza al 100%, rendendo superflua la quantità di banchi ordinata in molti plessi.


Ma non c’è solo la parabola «schizofrenica» (per usare un termine di Agostino Miozzo) delle riaperture ad aver causato il flop. Lo stesso Cts, che tanto aveva collaborato con il ministero della Salute e dell’Istruzione la scorsa estate, aveva fissato lo scorso 22 giugno 2020 (e cioè prima degli ordini partiti dal ministero) le disposizioni minime da rispettare: bastavano un metro di distanza e dei banchi monoposto. Che dovessero essere mobili, però, nessuno lo aveva mai preteso.

Il costo dei singoli banchi

La consegna ai 16 mila plessi italiani era stata affidata all’allora commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, che a sua volta aveva affidato la produzione degli oltre 430 mila pezzi alle aziende Estel, Principle e Arredalab. Stando a quanto si apprende, ogni seduta innovativa è costata 219,17 euro, contro i 93,4 euro dei banchi monoposto fissi.

Immagine di copertina: ANSA/LUCA ZENNARO

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