Il discorso di Putin: «Prendersela con la Russia? Un nuovo sport. Chi minaccia la nostra sicurezza se ne pentirà»

Il presidente russo ha parlato nell’annuale Assemblea Federale, toccando temi come la pandemia, il clima e i rapporti internazionali

Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto il suo annuale discorso all’Assemblea Federale. Stavolta ha parlato dell’obiettivo autunnale dell’immunità di gregge e della campagna vaccinale anti Coronavirus: «Dobbiamo vaccinarci per poter uscire dalla pandemia – ha detto Putin – e quindi chiedo a tutti i cittadini: andate a vaccinarvi, vi prego». «La svolta nella battaglia contro il Covid-19 è arrivata proprio grazie ai nostri scienziati», ha proseguito. «Oggi abbiamo tre vaccini già approvati, abbiamo fatto tutto da soli e questo è un segno della nostra capacità a livello scientifico». Il presidente russo ha anche detto che il Sars-Cov-2 resta una minaccia e che per questo la Russia «deve tenero sotto controllo tutti i confini, che sono deputati a rallentare la diffusione del virus».


Nel suo discorso Putin è tornato a parlare anche della Bielorussia, dove ad agosto 2020 sono iniziate le proteste contro il regime di Lukashenko (accusato dall’Ue per aver represso nel sangue i manifestanti pacifici). «In Bielorussia è stato tentato un golpe e c’era un piano per assassinare il presidente Alexander Lukashenko», ha detto. Putin si è schierato fin da subito con il presidente bielorusso giustificando le sue azioni contro i civili. «E nei cosiddetti Paesi occidentali nessuno lo dice».


«Inquineremo meno dell’Europa»

Putin ha poi puntato l’attenzione sulla questione climatica: «Dobbiamo proteggere l’ecosistema del nostro Paese. I maggiori centri industriali devono ridurre l’inquinamento del 20% entro il 2024, perché – ha sottolineato – la Russia deve puntare a creare meno emissioni dell’Unione Europea». Il traguardo è, per Putin, «ambizioso ma possibile».

I rapporti internazionali

«La Russia, come ogni paese, ha i suoi interessi e li vogliamo proteggere rispettando il diritto internazionale», ha detto il presidente russo, riferendosi implicitamente alla situazione nel Donbass, per la quale sono nate tensioni anche con gli Stati Uniti. «Ma abbiamo altri modi per rispondere prima che altre nazioni diventino troppo arroganti. La Russia non ha intenzione di bruciare i ponti nelle relazioni con nessuno ma, se lo fanno loro, devono prepararsi a una risposta dura e immediata. Chi minaccia la nostra sicurezza se ne pentirà come non mai». E ha aggiunto: «Alcuni Paesi hanno iniziato però a punzecchiare la Russia per ogni motivo, una specie di sport».

Le proteste

Intanto, le persone fermate in Russia per le proteste contro la detenzione dell’oppositore di Putin Alexey Navalny sono al momento 44 in 23 città della Russia. A diffondere i dati è l’ong Ovd-Info, precisando che «molti sono stati fermati già prima della manifestazione».

Le manifestazioni di San Pietroburgo e Mosca, che saranno molto più partecipate, dovrebbero iniziare in serata. Navalny è tornato in Russia a gennaio dopo essere stato trasferito d’urgenza in Germania per curarsi da un avvelenamento che, a detta sua, è stato ordinato da Putin. Ora sta scontando una pena di oltre due anni in una colonia penale a Est di Mosca, da tre settimane è in sciopero della fame chiedendo l’accesso a cure mediche. Il suo medico, Yaroslav Ashikhmin, ha detto che le condizioni cliniche stanno peggiorando così tanto che «Navalny potrebbe morire in qualsiasi momento».

La reazione di Mosca

Mosca respinge le preoccupazioni per la salute del dissidente, sia quelle dell’opinione pubblica russa che degli altri paesi. In vista della mobilitazione di massa annunciata per oggi, il ministero dell’Interno ha invitato i cittadini a non partecipare a manifestazioni non autorizzate. Come riferisce l’agenzia Interfax, ha dichiarato che le forze dell’ordine «non permetteranno una destabilizzazione e prenderanno tutte le misure necessarie per mantenere l’ordine». 

Due assistenti chiave di Navalny che erano già agli arresti domiciliari – l’avvocato Lyubov Sobol e la sua portavoce Kira Yarmysh – sono stati arrestati dalla polizia a Mosca. Sono stati portati in carcere anche dozzine di altri sostenitori del dissidente sparsi in tutto il Paese. La forza di Navalny non è nella sua proposta politica, ma nella sua capacità di resistenza che lo ha reso l’incarnazione di tutte le opposizioni a Putin. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha commentato l’accaduto: «La detenzione dei sostenitori di Navalny prima delle proteste programmate in Russia sono deplorevoli. Le autorità devono rispettare il diritto di riunione. Esorto affinché a Navalny siano concesse le cure mediche necessarie e di qualità, e che sia rilasciato dalla detenzione».

Immagine di copertina: EPA/MAXIM SHIPENKOV

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