Draghi replica alla Camera sul Recovery plan: «Più fondi per borse di studio e alloggi studenteschi: ai giovani dobbiamo garantire welfare, casa e occupazione sicura» – Il video

Nella replica di oggi, il premier si è scusato con i parlamentare per i tempi stretti per l’approvazione del Pnrr, con le proteste di Fratelli d’Italia. A Montecitorio il piano è passato con 442 sì

Alla Camera passa a larga maggioranza il Recovery plan, votato con 442 sì, 19 contrari e 51 astenuti. Prima del voto è intervenuto per la replica il presidente del Consiglio Mario Draghi per la replica agli interventi di ieri, 26 aprile, partendo dalle scuse per la fretta che accompagna l’approvazione del piano. «Voglio ribadire il profondo rispetto del governo per il parlamento – ha esordito Draghi -. Indubbiamente i tempi erano ristretti. La scadenza del 30 aprile non è mediatica, è che se si arriva prima, si accede ai finanziamenti prima. Per cui mi dispiace molto dei tempi ristretti del confronto, ma abbiamo tenuto conto delle istanze del parlamento».


Le scuse sui tempi stretti

Per rispondere alle critiche, arrivate principalmente da Fratelli d’Italia che siede all’opposizione, sul coinvolgimento del parlamento, Draghi ha aggiunto: «Il dialogo non è finito qui. Il contributo che il parlamento può dare al piano è solo all’inizio. Tutte le riforme che sono contenute nel piano verranno adottate con provvedimenti e strumenti legislativi, nei cui procedimenti di adozione il parlamento avrà un ruolo determinante». E ha ribadito: «Una collaborazione tra esecutivo e legislativo e fondamentale ora, ma lo sarà ancora di più nei mesi avvenire».


Rapporto con gli enti locali

Il presidente del Consiglio ha sottolineato che la parte più difficile non sarà quella relativa al rapporto con il parlamento, ma «la vera sfida è, non appena questo piano viene consegnato, di trovare un modo di attuazione dove amministrazioni locali, enti territoriale, governo centrale, chiamati a una mole di investimenti pubblici eccezionale, trovino uno schema di governo del piano. Questo è il vero governo, non è tanto cosa fa Palazzo Chigi, che comitati si formano: questo è il punto nodale del piano. Il processo di coordinamento è molto complessi. Gli enti locali sono i veri attuatori del piano, a cui viene destinato poco meno di 90 miliardi, il 40% totale dei fondi». «Sono gli enti locali ad avere massima contezza dei bisogni del territorio. In particolare nell’ambito della coesione territoriale e della sanità». Draghi ha ripetuto più volte che, da parte del governo, c’è la volontà di dare un ruolo centrale a Regioni, Province e Comuni nel Pnrr. «Non c’è lo Stato contro gli enti locali. Questa sfida si vince insieme. Inoltre, il governo del Piano prevede anche la creazione di squadre di lavoro che possano aiutare le amministrazioni locali e recepire le loro osservazioni e critiche».

Pochi fondi ai giovani?

«L’intero piano è un investimento sul futuro e sulle giovani generazioni Come ho già detto ieri, dobbiamo garantire ai nostri giovani welfare, sicurezza abitativa e un mercato del lavoro adeguato». Nello specifico, Draghi ha enucleato alcune delle misure che interverranno direttamente sui ragazzi. Il piano stanzia «quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, 500 milioni per le borse di studio per accedere all’università. Prevede poi l’ampliamento dei dottorati, attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo».

Questione femminile

«Il piano prevede importanti misure a sostegno delle donne lavoratrici. Vi sono interventi a favore dell’imprenditoria femminile, ma soprattutto un corposo pacchetto per aiutare ad alleggerire il carico familiare che spesso grava sulle spalle delle donne». Il presidente del Consiglio, a mo’ di esempio, ha citato i 4,6 miliardi di euro previsti per gli asili nido e le scuole d’infanzia. «Questo investimento porta a creare circa 230 mila nuovi posti destinati ai bambini più piccoli, e si tratta di una stima prudenziale».

Investimenti al Sud

Sulle quote del piano dedicate al Mezzogiorno, le critiche sono arrivate da più parti, anche dai partiti di maggioranza. «Al Sud andrà circa il 40% delle risorse che possono essere ripartite con il criterio del territorio, ovvero circa 82 miliardi di euro. È una cifra più alta della quota della popolazione residente al Sud, il 34%, e molto più alta della quota di prodotto interno lordo, il 22%». Entrando nel merito di alcune missioni del Pnrr, Draghi ha citato quelle relative a mobilità sostenibile, della quale il 53% dei fondi andrà al Sud e a istruzione ricerca, con una percentuale del 46%. «Inoltre, oltre il 45% degli investimenti nella connettività a banda ultralarga si svilupperà nelle regioni del Sud».

Connettività

A proposito di connessione a Internet, il presidente del Consiglio ha dichiarato che il governo intende stanziare 6,31 miliardi per le reti ultraveloci, la banda larga e il 5G. «L’obiettivo del è portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque senza distinzioni territoriali ed economiche. A maggio avviamo la mappatura dei piani d’investimento previsti dai privati per identificare le aree del Paese che senza interventi del governo resterebbero sfavorite. Per queste aree è previsto un contributo statale per assicurarci che non si creino nuovi divari digitali da qui al 2026».

Centralità di Roma

È con l’iniziativa “Caput Mundi”, finanziata con 500 milioni di euro, che l’esecutivo ha deciso di sostenere le peculiarità del territorio capitolino. I finanziamenti «permettono la messa in sicurezza di luoghi pubblici ed edifici storici; digitalizzano i servizi culturali e rinnovano parchi e giardini storici. Nel complesso, intendiamo avviare un progetto che muovendo dalla Capitale porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti ma non meno unici».

Made in Italy e agricoltura

Il presidente del Consiglio ha spiegato che uno dei principali obiettivi della missione 1 del piano, quella relativa alla digitalizzazione, è favorire la crescita dimensionale delle imprese, soprattutto nei settori più innovativi e strategici. «In questo senso vanno gli interventi nell’ambito del Fondo per l’internazionalizzazione la cui dotazione è di circa 1,2 miliardi di euro, e quelli specifici sui settori ad alta tecnologia come l’aerospazio». Anche per il settore primario l’esecutivo ha scelto di dirottare gli investimenti per la sua modernizzazione. «Stanziamo 500 milioni per l’innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare. Il progetto sostiene l’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione e l’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l’ammodernamento del parco automezzi al fine di ridurre le emissioni».

Transizione ecologica

«Il governo è convinto che la transizione ecologica debba riguardare tutti i settori produttivi. Infatti essa è una priorità trasversale del nostro Piano. Il Pnnr alloca circa il 40% delle risorse ad obiettivi climatici», ha sottolineato Draghi. Nel Pnrr, inoltre, sono previsti 3,6 miliardi sullo sviluppo dell’idrogeno, «dato significativamente superiore ai 2 miliardi della Francia e all’1,6 miliardi della Spagna». Riguardo al target globale, da raggiungere entro il 2030, del 72% dell’elettricità da fonti rinnovabili, «vuol dire installare circa 70 GigaWatt di potenza rinnovabile nei prossimi 10 anni. Il ritmo attuale è 0,8. Dunque tutto dipenderà da quanto saremo in grado di rispettare la tabella di marcia del piano, riducendo al minimo i ritardi nell’implementazione delle infrastrutture energetiche. O attuiamo le riforme o la transizione energetica richiederà 88 anni».

Alta velocità

Oltre 15 miliardi: questa la cifra annunciata da Draghi sul tema delle infrastrutture ferroviarie. Uno dei progetti più ambiziosi è «la linea ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, dove i treni potranno viaggiare a 300 km all’ora. Con questi investimenti, ci si metterà lo stesso tempo da Roma a Torino e da Roma a Reggio Calabria». Dopo il paragone evocativo, Draghi ha ribadito che «tutte le linee ad alta velocità non sono progetti vecchi, ma estremamente innovativi». Ha parlato della linea Roma-Pescara, «una novità assoluta». E anche del raddoppio del binario sulla linea esistente della Palermo-Catania-Messina, il quale «va incontro ad un’esigenza avanzata dalla regione Sicilia». Sono previsti, nel Pnrr, interventi ferroviari anche Nord sono destinati 8,6 miliardi. «In particolare, grazie ai lavori sul tratto Liguria-Alpi i tempi di percorrenza sono dimezzati sia sulla tratta Genova-Milano che sulla quella Genova-Torino. La capacità sarà aumentata da 10 a 24 treni/ora».

Sport

In chiusura, Draghi ha parlato di sport. «L’Italia da anni reclamava un piano sulle politiche sportive. Con un miliardo di investimenti nel Pnnr, da oggi lo sport ha piena dignità nelle politiche pubbliche del nostro Paese, anche per lo stretto legame che c’è tra l’attività sportiva, il benessere e la coesione sociale». Nello specifico, i progetti previsti dall’esecutivo vanno nella direzione di potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive, «a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie. Delle infrastrutture sportive scolastiche beneficerà inoltre l’intera comunità territoriale, al di fuori dell’orario scolastico attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole, gli enti locali e le associazioni sportive e dilettantistiche locali».

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