Galli vs Bassetti, lo scontro infinito tra virologi star tv. Il primario del Sacco: «Stufo di far polemica con quella gente lì». La replica: «Da lui accuse quasi da querela»

Due tra gli esperti più ascoltati durante l’emergenza sanitaria divergono sulle riaperture, ma anche su chi dovrebbe essere il ministro della Salute

Uno rigorista, l’altro aperturista. Uno difende Roberto Speranza, l’altro vorrebbe Pierpaolo Sileri al suo posto. È diventata ormai un format televisivo la divergenza tra Massimo Galli e Matteo Bassetti. I due medici, ormai volti noti dei talk show, interpretano la lotta alla pandemia del Coronavirus in maniera opposta tra loro. Per questo, litigano su quasi tutto, sfociano nel commento politico e si accusano, come dice Bassetti, «rasentando la querela».


Galli, direttore delle Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, al Corriere schiva la domanda sui recenti duelli con Bassetti: «Non vorrei perdere più tempo. Ne ho piene le scuffie di far polemica con quella gente lì». Poi, però, un breve affondo se lo concede: «Alcuni – colleghi – hanno una notevole capacità di contraddirsi. Io non ero nella compagine ristretta ma chiassosa di chi, l’estate scorsa, diceva che il virus era clinicamente morto. Né in quelli dell’immunità di gregge».


Bassetti, capo delle Malattie infettive al San Martino di Genova, al quotidiano di via Solferino sostiene che «in Italia parlano soprattutto i catrastofisti» e critica così il suo collega: «Ha parlato di nani e ballerine – riferendosi alle parole usate da Galli durante uno scontro in tv -, lo trovo gravissimo. Rasenta la querela. Ormai non lo ascolto più, lo trovo poco interessante. Anche quando dice qualcosa di giusto, lo dice male».

E tra le cose giuste, sicuramente Bassetti non annovera la posizione di Galli sul ministero della Salute: «Ho dato più volte l’endorsement alla serietà di Speranza – dice il milanese – Peccato che, come il Calvino del Visconte dimezzato, anche a lui hanno dimezzato il potere. Cambiare cavallo ora sarebbe sbagliatissimo». Da Genova, invece, l’infettivologo sogna uno switch al numero 1 del Lungotevere Ripa: Pierpaolo Sileri «sarebbe una bellissima figura, dal grande spessore culturale e scientifico. Sono di sicuro più vicino a Sileri che a Speranza. Ci vorrebbe un ministro medico».

Parlando della situazione pandemica attuale e delle misure del governo, Galli è pessimista sulle riaperture del governo: «Tra noi e la Gran Bretagna c’è un gap di 30 milioni di dosi di vaccino. Nelle migliori delle ipotesi, ci aspettano 60 giorni di passione». Ovviamente, si muove in direzione contraria il pensiero di Bassetti: «Siamo lontani dal picco. E non è che chiudendoci in casa le varianti di colpo spariranno. Il modo migliore per uscirne in fretta sono le vaccinazioni. Ecco, cerchiamo di dire alle persone di non avere paura delle varianti. Altrimenti, in un Paese già vaccinoscettico, la gente farà a meno di immunizzarsi».

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