A cena anche al chiuso prima di giugno e coprifuoco almeno alle 23, Fedriga e le regioni tirano dritto: «Da metà maggio si deve cambiare»

Il presidente della Conferenza delle Regioni sottolinea che la proroga dell’orario di inizio del coprifuoco è una richiesta che vede l’unanimità dei governatori

Continuano ad aumentare le pressioni sul governo Draghi per posticipare – almeno alle 23 – l’orario di inizio del coprifuoco. Se lo stesso esponente dell’esecutivo, Luigi Di Maio, vede nel 16 maggio «una data auspicabile per superare il coprifuoco», anche le Regioni insistono affinché si allenti la restrizione da metà mese. Lo fanno per bocca del neo-presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Il quale, in un’intervista al Corriere, afferma: «Abbiamo avanzato una soluzione di buon senso, perché se permetti la ripresa delle attività di ristorazione devi anche consentire agli operatori orari adeguati ad accogliere i clienti. Le 23 rappresentano un buon compromesso».


Sulla data plausibile per far partire la proroga del coprifuoco, il presidente del Friuli-Venezia Giulia non si espone, ma ritiene che il cambio dalle 22 alle 23 avverrà «molto presto». E nonostante una parte della comunità scientifica ritenga prematuro l’ammorbidimento della misura restrittiva, Fedriga appare fiducioso del fatto che il governo ascolterà i governatori: «Il tetto delle 23 è la proposta presentata all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni. Se il governo deciderà altrimenti – avverte – lo vedremo». Sul dibattito interno alla comunità scientifica, tiene banco lo scontro tra le posizioni rigoriste di Massimo Galli e l’aperturismo di Matteo Bassetti.


Il direttore delle Malattie infettive del Sacco di Milano si dice «nauseato dai discorsi sul coprifuoco – e ribadisce che la misura serve a – a disincentivare i movimenti. Se non si capisce questa cosa si andrà avanti a discutere all’infinito, ma non dovrebbe esser difficile da capire. Se poi ci si vuol fare polemica politica è un’altra questione». Bassetti, del San Martino di Genova, la pensa diversamente: «Se le persone sono in giro per tre ore la sera invece che per quattro ore, si ha solo l’effetto contrario a quello voluto, perché fanno la stessa cosa per un’ora in meno, quindi si concentrano di più, si assembrano di più e ci sono più contatti. Non ha nulla di razionale».

Tornando a Fedriga, il presidente della Conferenza invita a non focalizzarsi soltanto sul coprifuoco: «Va fatta una valutazione sull’opportunità di anticipare anche le riaperture o la ripresa di attività previste per giugno e luglio. Mi riferisco alle palestre, ai parchi tematici, alla ristorazione al chiuso, ai centri commerciali nei weekend». L’esponente leghista, poi, sollecita il governo a rivedere i parametri che comportano il passaggio delle Regioni da una zona di rischio all’altra: «Insistere con l’indice Rt rischia di essere distorsivo». Per questo motivo, la prossima settimana, è previsto un incontro tra i governatori e il ministro della Salute Roberto Speranza, in cui «esamineremo il lavoro che sta facendo su questo tema un tavolo tecnico».

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