Regioni contro l’indice Rt, Fedriga e Bonaccini all’attacco: «Rischiamo di chiudere di nuovo, ma gli ospedali si svuotano»

Sia l’attuale presidente della conferenza delle Regioni, sia il suo predecessore, sono d’accordo sulla necessità di ridimensionare l’importanza dell’indice Rt alla luce dei vaccini

Ancora critiche dalle Regioni sul peso dell’indice Rt che influisce in modo ancora rilevante per determinare il livello di rischio sulla pandemia di Coronavirus. Per il presidente della Conferenza delle Regione, Massimiliano Fedriga, è poco affidabile e ,alla luce dei progressi nella campagna vaccinale, va superato. In un’intervista a SkyTg24, il presidente del Friuli Venezia Giulia ha dichiarato che sarebbe meglio affidarsi maggiormente all’Rt ospedaliero: «Questo fa capire se aumentano o diminuiscono le richieste di ospedalizzazione – ha dichiarato – ed è un indicatore che può dare segnale importante, senza dare visioni distorte».


Della stessa idea è anche Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e ex presidente della Conferenza delle Regioni. «Più che revisione delle misure e del coprifuoco – ha detto in un intervento a Mattino 5 – spero che il Governo faccia una revisione di come oggi vengono considerati i dati. L’Rt dei contagi dovrebbe essere superato da un “Rt ospedaliero”». L’importante, dicono entrambi, è monitorare il sovraffollamento delle strutture ospedaliere. «Qui da noi c’erano oltre 400 persone in terapia intensiva fino a una settimana fa, oggi sono 200», ha detto Bonaccini. «Questo significa che il virus ancora colpisce, ma fa meno paura perché stiamo vaccinando la parte della popolazione più fragile».


Sulle riaperture, invece, Bonaccini resta fedele alla linea del suo partito, quella del Partito Democratico. «Certo che spero che il coprifuoco possa essere rivisto o eliminato. Questo vorrebbe dire che il Governo prende atto che le cose stanno andando meglio. Se non è così, è giusto essere prudenti». Sull’anticipo di apertura dei ristoranti al chiuso, ha detto: «Credo che il Governo abbia tutto l’interesse a far ripartire le attività oggi nel dramma o in ginocchio. Però lo deve fare giustamente con quella precauzione che significa non essere irresponsabili. Se anticiperà vuol dire che le cose stanno andando meglio».

Immagine di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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