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Milano, bambino caduto dalle scale e morto a scuola: condannata a un anno una delle insegnanti, patteggiamento a 2 anni per la bidella

10 Maggio 2021 - 11:58 Redazione
I fatti risalgono all'ottobre del 2019. Il piccolo salì su una sedia girevole con le rotelle, si sporse dalla balaustra, perse l'equilibrio e cadde nel vuoto da un'altezza di circa 13 metri e mezzo

È stata condannata a un anno, con sospensione condizionale, la 43enne docente di italiano accusata di omicidio colposo per la morte di un bambino di cinque anni e mezzo avvenuta nell’ottobre del 2019. Il minorenne era precipitato nella tromba delle scale della scuola Pirelli di Milano. Oltre alla condanna per l’insegnante, oggi è anche stata rinviata a giudizio l’altra insegnante che aveva scelto il rito ordinario (il processo inizierà l’11 luglio davanti alla undicesima penale) e ha accolto il patteggiamento a 2 anni di reclusione della bidella co-imputata.

Il fatto

Erano le 9.30 del mattino del 22 ottobre 2019 quando il piccolo ebbe dalle maestre il permesso di uscire da solo dalla sua classe per andare in bagno. Probabilmente «incuriosito dal vociare» dei bambini di un’altra classe che stava andando in palestra, si leggeva nell’avviso di conclusione delle indagini, salì su una sedia girevole con le rotelle e si sporse dalla balaustra, perse l’equilibrio e cadde nel vuoto da un’altezza di circa 13 metri e mezzo. La collaboratrice scolastica, che nei mesi scorsi si è vista respingere da un altro gup un patteggiamento a 1 anno e 10 mesi, è accusata di «non avere vigilato sulla sicurezza e l’incolumità dell’alunno». La donna – si legge – avrebbe anche utilizzato il telefono cellulare «per scopi personali durante il tempo in cui avrebbe dovuto effettuare la sorveglianza al piano».

Inoltre la donna si sarebbe allontanata dalla sua postazione di vigilanza, un gabbiotto da cui avrebbe potuto vedere il piccolo, e avrebbe anche lasciato incustodita e in prossimità delle scale la sedia girevole utilizzata poi dal piccolo. Le due insegnanti sono accusate di avere «omesso la dovuta vigilanza sul bambino» avendogli consentito di «recarsi ai servizi igienici fuori dall’orario programmato» e violando così il regolamento dell’Istituto e la direttiva della scuola avente ad oggetto la vigilanza sugli alunni.

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