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Il servizio su Rai2: «Il ddl Zan apre a utero in affitto e gender a scuola». La reazione in diretta di Paola Concia: «Schifata da questa trasmissione» – Il video

15 Maggio 2021 - 10:54 Fabio Giuffrida
Con una canzone dei Village People in sottofondo, è stato trasmesso ad "Anni 20" su Rai 2 un servizio in cui viene raccontato il ddl Zan con «un mix di fake news e disinformazione intollerabile». Adesso il programma rischia la sospensione

Dura poco più di 2 minuti il servizio trasmesso il 13 maggio da Anni 20, programma di Rai 2 condotto da Francesca Parisella, che ha raccontato in maniera discutibile il ddl Zan. Con la canzone dei Village People in sottofondo, l’inviato è andato a caccia di persone, tendenzialmente contrarie alla legge contro l’omotransfobia o che addirittura non ne avevano mai sentito parlare, facendo anche domande della serie «C’è però un problema di libertà d’espressione. La difesa della famiglia tradizionale potrebbe essere perseguita, lo sapeva?», chiede il cronista a uno degli intervistati.

Cosa dice (davvero e senza pregiudizi) il ddl Zan

In realtà nel ddl Zan c’è addirittura un articolo, la cosiddetta “clausola salva-idee“, che mette al riparo qualsiasi libertà d’espressione. «Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti», si legge sul disegno di legge. Insomma, si potrà continuare a dire liberamente di essere contrari alle adozioni, ai matrimoni gay o all’utero in affitto ma non si potrà più dire – o meglio si potrà continuare a farlo ma rischiando sanzioni più gravi – «froc*o di merda».

«Il gender nelle scuole e l’utero in affitto»

L’inviato, poi, nel corso del servizio, prosegue parlando del ddl Zan che «apre alla possibilità dell’educazione gender nelle scuole.» «Non lo sapevo», risponde il ragazzo intervistato. «Quindi lei è favorevole, perchè?», continua ancora il cronista. Basterebbe sfogliare il ddl Zan per vedere, coi propri occhi, che non parla di educazione nelle scuole ma solo di una giornata contro l’omofobia, prevista per il 17 maggio, che i docenti potranno affrontare anche «con soli 10 minuti di riflessione», ci spiegano dallo staff di Zan. «Le scuole saranno libere di aderire o meno», aggiungono. Dunque, nessun indottrinamento. Tutt’altro. «La legge prevede iniziative nelle scuole e si parlerà anche di temi come l’utero in affitto, è d’accordo?», continua ancora l’inviato. Peccato che, anche in questo caso, non c’è traccia di queste iniziative né di utero in affitto nella legge.

«Discriminatorio difendere la famiglia tradizionale»

«La difesa della famiglia tradizionale può essere considerata una discriminazione?», questa è l’ultima domanda rivolta dall’inviato a una donna, a spasso con la sua famiglia. «Preferisco esercitare il diritto al silenzio», risponde lei. Ma difendere la famiglia tradizionale non sarà mai considerata una “colpa” né mai sarà vista come una discriminazione verso le famiglie arcobaleno. Il ddl Zan, infatti, si limita a istituire un’aggravante per chi discrimina qualcuno per il suo orientamento sessuale. Non limita la libertà d’espressione anche perché, alla luce dell’articolo 21 della Costituzione italiana, non potrebbe farlo, anche volendo. E non è finita qui: in un altro servizio, trasmesso sempre da Anni20, si è puntato il dito contro il Recovery: «Il pacchetto europeo con il Recovery Fund riscrive debiti e nuove tasse, ma ci chiede anche di munirci di bavaglio raccomandando una sorta di ddl Zan in scala continentale». Una frase che non è passata inosservata.

«Schifata da questa trasmissione»

La prima ad accorgersi che qualcosa non andava nel servizio trasmesso da Rai 2 è stata l’ex deputata del Pd Anna Paola Concia che, ospite della trasmissione, è andata su tutte le furie: «Fatemi parlare e non interrompetemi. Sono schifata da questa trasmissione. Non dovevo venire […] I servizi trasmessi sono pieni di falsità, con domande false. In quella legge non si parla di utero in affitto».

«Vergognoso, presenterò un’interrogazione urgente»

Durissimo anche il commento di Alessandro Zan, promotore della legge contro l’omotransfobia, che su Twitter scrive: «Il servizio di Anni20 sul ddl Zan è semplicemente vergognoso. Un mix di fake news e disinformazione intollerabile per il servizio pubblico. Presenterò una interrogazione urgente nel merito. La Rai deve risponderne».

Il programma rischia la sospensione per i bassi ascolti

Intanto l’amministratore delegato della Rai Salini sarebbe «furioso» e pronto a «emanare provvedimenti» per il servizio anti-europeista, trasmesso sempre all’interno della stessa puntata. Per questo motivo, adesso, si rincorrono voci di una possibile sospensione del programma anche alla luce degli ascolti molto bassi. I dati, infatti, parlano chiaramente: le ultime due puntate (6 e 13 maggio) hanno registrato rispettivamente l’1,7 e l’1,9 per cento di share con poco più di 400 mila spettatori. E pensare che i diretti competitor come Rai 3 hanno raggiunto oltre il 6 per cento di share e Rete 4 oltre il 5 per cento (addirittura il 7,1 lo scorso 13 maggio) con il programma Dritto e Rovescio. Insomma, dopo la polemica tra Fedez e la Rai proprio sul ddl Zan (e il testo che qualcuno, secondo il cantante, avrebbe voluto “limare” nel corso del Concertone del 1° maggio), ecco un nuovo scontro. Non c’è pace.

Foto in copertina: RAI | YOUTUBE

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