Coronavirus, anche Moderna punta ai vaccini per i ragazzi tra i 12 e i 17 anni. Per gli esperti britannici due dosi proteggono dalle varianti indiana e inglese

Dopo Pfizer, anche il vaccino Modera si candida per la copertura vaccinale per gli adolescenti in Europa. Uno studio nel Regno Unito conferma l’efficacia dei vaccini prodotti da Pfizer e AstraZeneca contro le varianti scoperte in India e in Inghilterra

UNIONE EUROPEA

EPA/LESZEK SZYMANSKI | Un medico prepara una dose del vaccino di Moderna nel centro vaccinale militare di Varsavia, in Polonia

Vaccinazioni per gli over 12 con Moderna da giugno

Anche la società farmaceutica americana Moderna chiederà nei primi giorni di giugno l’autorizzazione all’Ema per l’uso del suo vaccino anti Covid per la fascia di età 12-17 anni. Il 28 maggio l’agenzia per il farmaco europea si esprimerà invece sull’uso del vaccino prodotto da Pfizer per la fascia di età tra i 12 e i 16 anni, così come già fatto negli Stati Uniti, mentre è già possibile somministrare questo vaccino per gli over 16. Al Journal du dimanche, l’amministratore delegato di Moderna, Spephan Bancel ha spiegato che con la copertura di tutti gli adulti prevedibilmente per l’estate: «sarà poi necessario puntare molto rapidamente sugli adolescenti dai 12 ai 17 anni». Con il rischio di un quarta ondata ancora possibile per il prossimo autunno, secondo Bancel: «L’ideale sarebbe proteggere i ragazzi entro la fine di agosto. Se non vacciniamo in modo massiccio non si può escludere il rischio di una nuova ondata».


REGNO UNITO

EPA/ANDY RAIN | Il cartello all’ingresso di un centro vaccinale a Londra

Bastano due dosi di vaccino per proteggere contro le varianti indiana e inglese

La minaccia delle varianti scoperte per la prima volta in India e in Inghilterra può essere contrastata già oggi con un ciclo completo dei vaccini in uso. Lo conferma uno studio della Public Health England che ha preso in esame l’efficacia di protezione sia del vaccino di Pfizer che quello di AstraZeneca. Secondo gli esperti britannici, scrive il Guardian, il vaccino americano si è rivelato efficace all’88% contro la variante indiana B.1.617.2 dopo due settimane dopo la seconda dose, mentre contro la variante inglese B.1.17 il livello di efficacia sale al 93%. Positivi anche i dati di efficacia di AstraZeneca, capace di proteggere contro la variante indiana al 60%, mentre al 66% contro quella inglese. Già comunque una prima dose di entrambi i vaccini, secondo la Phe, si è rivelata efficace al 33% contro la variante indiana e poco sotto il 50% per quella inglese.


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