«Sì, sono ancora tra voi»: il medico racconta le prime parole di Eriksen dopo l’arresto cardiaco e il risveglio

Jens Kleinfeld, che ha soccorso il giocatore durante Danimarca-Finlandia: «Mi ha detto “Ho solo 29 anni”. È stato un momento commovente, le possibilità di salvarlo erano poche»

«Sì, sono ancora tra voi». Jens Kleinefeld, il medico che ha soccorso Christian Eriksen durante la partita di Euro 2020 Danimarca-Finlandia, ha raccontato i primi scambi di parole avuti con il giocatore dopo l’arresto cardiaco e il risveglio. Kleinefeld ha spiegato che il defibrillatore che ha salvato la vita al centrocampista dell’Inter è stato usato dopo il massaggio cardiaco continuato. E poi ha raccontato il primo dialogo con il giocatore: «Sei tornato tra noi?», gli ha chiesto il dottore mentre Eriksen riapriva gli occhi. «Sì, sono tornato tra voi», la risposta. E poi: «Dannazione, ho solo 29 anni». La risposta ha fatto capire a Kleinefeld che il giocatore non aveva avuto danni al cervello: «A quel punto ero sicuro al 99% che il paziente era stabile e che sarebbe arrivato in ospedale senza ulteriori problemi». E ancora: «È stato un momento molto commovente perché le possibilità di avere successo in un salvataggio di questo tipo, in situazioni di quotidianità, non sono poi così alte». Anche se «questo tipo di trattamento funziona di più negli atleti professionisti sani rispetto ai pazienti che spesso hanno condizioni preesistenti». Nel frattempo oggi si gioca Danimarca-Belgio e Romelu Lukaku, compagno di Eriksen all’Inter, ha annunciato che al decimo minuto della partita entrambe le squadre si riuniranno in campo per un applauso al giocatore. Il minuto scelto è lo stesso della maglia del giocatore. Il 29enne centrocampista sarà certamente in grado di sentire il tributo dalla sua finestra al Rigshospitalet di Copenaghen, che si trova ad appena un chilometro dallo stadio Parken.


Le quattro ipotesi sulla malattia di Eriksen

Ieri intanto si è parlato della possibilità che Eriksen sia costretto a smettere di giocare. Tutto dipenderà dalle cause che hanno portato all’arresto cardiaco. Le ipotesi in campo sono attualmente quattro:


  • una miocardite che può essere di origine batterica o virale;
  • una malattia ereditaria del cuore;
  • una malattia del nodo del seno;
  • un coagulo del sangue.

Per una diagnosi certa ci vorranno tra gli otto e i dieci giorni. Ma se la terapia comporterà l’innestamento di un pacemaker o di un defibrillatore le speranze di tornare a giocare per Eriksen sono poche, se non nulle.

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