Allarme Ue sulla variante Delta, il report dell’Ecdc: «Entro fine agosto sarà in 9 casi su 10 in Europa»

Ieri Draghi ha chiesto di essere più «rapidi» ed «efficaci» con il sequenziamento delle nuove varianti e di accelerare con le vaccinazioni

Entro la fine di agosto la variante Delta «rappresenterà il 90% di tutti i virus Sars-CoV-2 in circolazione nell’Unione europea». La rivelazione, che abbatte ogni speranza di poter trascorrere un’estate senza Covid, arriva direttamente dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Ieri anche Draghi, alla Camera, ha lanciato il suo avvertimento, chiedendo di «tenersi pronti per affrontare eventuali emergenze e il contrasto alle varianti deve essere rapido ed efficiente». L’Italia, finora, è stata in grado di sequenziare meno del 2% del virus in circolazione. «Occorre sviluppare la capacità di sequenziare – ha infatti messo in chiaro il Premier – ma la priorità è individuare i focolai, dobbiamo essere pronti, non smantellare l’apparato che abbiamo costruito», ha detto.


La diffusione della variante Delta dal Regno Unito

Nel Regno Unito, dove la variante Delta si sta diffondendo a macchia d’olio, dall’1% dei casi del 18 maggio si è passati al 3,4% del 16 giugno mentre oggi si stima che i casi di Delta siano oltre il 10%. Sul piano vaccinale, il 46,4% dei britannici ha infatti fatto anche il richiamo, da noi solo il 27,6%. Per questo Draghi sta insistendo sulla necessità di fare presto con le vaccinazioni, dando priorità agli over 50 che rischiano più di altri di intasare di nuovo gli ospedali, pur dichiarandosi «in disaccordo con chi non vorrebbe vaccinare i minori». Una categoria che rischia di crescere a dismisura, dopo i dati diffusi ieri sempre dall’Ecdc, che parlano di 1.200 casi di miocarditi e pericarditi tra gli under 30 che hanno ricevuto Pfizer e Moderna, che equivalgono a 12,6 casi su un milione di somministrazioni.


Il parere del microbiologo

Mauro Pistello, ordinario di Microbiologia all’università di Pisa, ha le idee chiare. Il “segreto” sta nel sequenziamento, ma anche nella vaccinazione. Su quest’ultimo aspetto spiega che «Bisogna farlo più rapidamente possibile con le due dosi e monitorare attentamente la diffusione delle mutazioni». E però probabile che la variante aggiri l’efficacia del vaccino. «Con una sola dose la protezione dalla Delta è intorno al 50%. Ma le infezioni tra chi ha ricevuto due dosi sono solo l’1 o il 2%. Con una variabilità da individuo e individuo comunque molto ampia». Fondamentale, invece, per chi si è già vaccinato e vuole tenersi alla larga dalle mutazioni del virus, «non sottovalutare sintomi ascrivibili al Covid, isolandosi e contattando le autorità sanitarie. Ai non vaccinati di vaccinarsi prima possibile e continuare a usare le mascherine anche all’aperto quando non si può rispettare il distanziamento».

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