Euro 2020, se l’Austria deciderà di inginocchiarsi per il Black Lives Matter lo faranno anche tutti gli azzurri

La nazionale italiana resta divisa e trova una soluzione di compromesso: in ginocchio solo se lo faranno gli avversari

L’Italia si inginocchierà o no oggi prima della partita con l’Austria valida per gli ottavi di finale di Euro 2020? Ieri, 25 giugno, il capitano della Nazionale Leonardo Bonucci ha fatto sapere che gli azzurri non avevano ancora deciso cosa fare dopo il gesto individuale dei cinque giocatori prima di Italia-Galles. Ma a quanto pare una decisione è stata presa: secondo quanto riportato dal Corriere della Sera e da la Repubblica, gli azzurri si inginocchieranno solo se lo faranno prima gli avversari. Ma c’è un problema: nessuna domanda o richiesta è stata inoltrata dall’Italia all’Uefa, che deve essere informata su eventuali gesti o manifestazioni di questo genere prima dell’inizio della gara. E non lo ha fatto nemmeno l’Austria.


Dalle discussioni precedenti era emersa la linea del no, perché la squadra non condivideva la forma di protesta del Black Lives Matter. E i cinque che l’hanno fatto prima della partita con il Galles (Belotti, Bernardeschi, Emerson Palmieri, Pessina e Toloi) non sono nella formazione che dovrebbe essere titolare stasera. A quanto pare nella riunione si è arrivati a una soluzione di compromesso: ovvero che la squadra si inginocchierà solo se a farlo sarà prima l’Austria. Per una forma di rispetto nei confronti degli avversari. Ma l’Austria cosa farà? La Federcalcio sostiene che gli avversari non hanno inoltrato nessuna domanda all’Uefa. Mentre David Alaba ieri è stato possibilista: «Inginocchiarci? Non è escluso che, se succede, qualcuno di noi lo possa fare. È un gesto che ha fatto il giro del mondo e che ha aiutato a sensibilizzare sul problema del razzismo ed è qualcosa di molto positivo».


Il rischio di uno stallo

La frase di Alaba era circolata in un primo momento in una forma più assertiva («Ci inginocchieremo contro l’Italia»), poi è stata rimodulata con una traduzione più fedele. Il Corriere della Sera ricorda oggi che all’Europeo gli austriaci non lo hanno mai fatto, mentre in amichevole contro l’Inghilterra a Middlesborough il 3 giugno hanno seguito il gesto degli inglesi. E per questo sono stati fischiati dal loro pubblico. Con tutta probabilità quindi stasera in campo prima della partita assisteremo a uno stallo messicano come quello dei film western, quando tutti hanno le pistole in mano e ciascuno attende l’altro prima di sparare. Ma il problema non si concluderà oggi. Perché in caso di passaggio del turno l’Italia dovrà affrontare la vincente dell’ottavo tra Belgio e Portogallo. E Lukaku e compagni, così come Inghilterra e Galles, si inginocchiano ad ogni partita.

«La squadra non ha chiesto di inginocchiarsi»

In ogni caso ieri sera una fonte dirigenziale della federazione ha fatto sapere all’agenzia di stampa Ansa che dalla squadra non è arrivata nessuna richiesta di inginocchiarsi. “Ma – ha fatto sapere la fonte – se troveremo nel prosieguo una squadra che ha questa volontà, il gruppo degli azzurri si unirà per solidarietà e sensibilità, pur mantenendo la convinzione che la lotta al razzismo vada combattuta in un altro modo”. La precisazione della fonte dirigenziale all’ANSA arriva dopo che nel pomeriggio Leonardo Bonucci aveva spiegato che la nazionale non aveva ancora deciso se inginocchiarsi domani, prima di Italia-Austria, e che ne avrebbe parlato in serata in albergo. Che la riunione di tutti i giocatori ci sia stata o no, l’assenza di una richiesta dei giocatori per la segnalazione all’Uefa lascia intendere che il gesto non sarà fatto di spontanea volontà da tutta la squadra, anche tenuto conto dell’analoga mancanza di richiesta da parte dell’Austria; ma il riferimento all’inginocchiamento in caso di gesto di un prossimo avversario – così come ha fatto la Scozia quando ha incontrato l’Inghilterra – è anch’esso segnale di una linea definita tra gli azzurri.

Leggi anche: