La guardia “pentita” dei pestaggi in carcere: «Provavo a evitare i colpi ai detenuti, un collega mi disse “pensa a te”»

Il Gip, nell’ordinanza, ricostruisce il comportamento dell’ispettore Giuseppe Crocco, 52 anni, che si ferma accanto a un detenuto che piange e prova a evitare i colpi dei manganelli su altri. Poi, però, viene bloccato da un collega che lo invita a farsi i fatti suoi

Il 6 aprile 2020, al carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano, durante quella «orribile mattanza», un pestaggio ai danni dei detenuti che avevano osato protestare il giorno prima, c’era anche l’ispettore Giuseppe Crocco (che è tra i 52 indagati). L’unico che, secondo il Gip, «prova a fermare i suoi colleghi» che pestano i reclusi, l’unico «tra gli ispettori di quel reparto» che non realizza carte false dopo la violenza per coprire le spalle agli agenti della Penitenziaria. L’unico che si ferma accanto a un detenuto che piange, che evita alcuni colpi ad alcuni di loro. Alla fine, però, l’ispettore Crocco viene fermato da un collega che gli dice, in sostanza, di farsi i fatti suoi: «Pensa a te». Anche l’ispettore, che oggi parla a la Repubblica tramite il suo avvocato Dezio Ferraro, sarebbe stato colpito da alcune manganellate nella foga del momento.


Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: le immagini dei detenuti pestati dagli agenti – Il video

La guarda “pentita” dei pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

«Non so come nacque quella “perquisizione”, so che ci trovammo in istituto i colleghi del gruppo speciale di supporto che venivano da fuori. Era impossibile arginare ciò che stava avvenendo. Ci ho provato, in più occasioni ho tentato di evitare dei colpi ai detenuti. Alcuni dei carcerati possono raccontarlo. E dai filmati si vede che cerco di sottrarne alcuni alle percosse», racconta sostenendo di aver preso anche lui alcune manganellate. A un certo punto, però, è stato costretto a fermarsi: «Sono cardiopatico, ho subito un’operazione a cuore aperto anni fa. Ho prodotto al giudice tutta la mia documentazione sanitaria». Crocco, 52 anni, ha la famiglia nel Casertano ed è sottoposto all’obbligo di dimora. Non al carcere, come chiesto dalla Procura. Il Gip gli ha creduto anche perché l’ispettore è stato «pressoché l’unico a essersi fattivamente attivato per contenere l’escandescenza dei suoi sottoposti, intervento più volte energicamente» E lo dicono anche alcuni detenuti: Crocco li ha protetti o comunque ha evitato di picchiarli. Ed è lui stesso a ripeterlo al Gip: «Questa vicenda non appartiene alla mia storia e al mio legame con la divisa. In più occasioni ho cercato di evitare che i detenuti prendessero colpi».

Foto in copertina: DOMANI | Un frame del video dei pestaggi avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020

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