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Scuola, classi per soli vaccinati e obbligo per gli insegnanti: le ipotesi per la ripartenza a settembre. Bianchi: «Obiettivo anno in presenza»

06 Luglio 2021 - 13:54 Redazione
come riparte la scuola a settembre
come riparte la scuola a settembre
Due punti acquisiti: l'immunizzazione per gli studenti e le lezioni in presenza. Ma le regole della mascherina in classe e del distanziamento sociale resteranno. Per i presidi mancano le aule per rispettarle

C’è l’idea di mettere insieme classi con soli vaccinati. E la proposta di valutare l’obbligo nei confronti del personale scolastico, visto che ci sono molti insegnanti non ancora immunizzati. Come si tornerà a scuola nel terzo anno dell’emergenza Coronavirus? Due punti sembrano ormai acquisiti: le vaccinazioni e le lezioni in presenza. Ma il Comitato tecnico scientifico ha anche fatto sapere che resteranno in vigore le vecchie regole. Ovvero mascherine in classe, distanziamento sociale, quarantene e controlli in caso di contagi. Con la didattica a distanza che potrebbe rientrare dalla finestra dopo essere stata messa ufficialmente alla porta. Anche se il ministro dell’Istruzione assicura: «L’obiettivo è tornare in presenza, stiamo tutti lavorando per questo».

Come riparte la scuola a settembre

L’obiettivo del ministero dell’Istruzione è far tornare tutti gli studenti in presenza da settembre, con la ripresa della scuola. Pesa però l’incognita vaccini. Il primo problema sono i 200 mila, tra insegnanti e personale scolastico, che non si vogliono immunizzare. «Non c’è l’obbligo di sottoporsi alla somministrazione – ha detto ieri il ministro Patrizio Bianchi -. Ricordo però che la Costituzione riconosce i diritti individuali ma anche la necessità e il dovere della solidarietà. Siamo in grado di vaccinare tutto il Paese entro settembre, chi non lo vuole fare deve esprimerlo di fronte al Paese. Ma si deve porre anche il problema della comunità, perché il Paese non riparte se non c’è il senso di responsabilità collettiva che è il cuore stesso della scuola». In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera il capo del sindacato dei presidi Anp Antonello Giannelli dice che bisogna valutare l’obbligo per risolvere il problema. Ma ricorda anche che molti hanno detto «no» quando è scoppiata la grana AstraZeneca: magari sarà possibile recuperare molti di questi 200 mila proponendo loro un vaccino diverso. Poi aggiunge: «Da cittadino non capisco perché non si dica chiaramente agli studenti che chi è vaccinato può stare a scuola senza mascherina o distanziamento. Qual è il vantaggio di vaccinarsi, altrimenti, se le restrizioni restano le stesse?».

Bianchi: «Obiettivo la presenza a scuola, lavoro per questo»

«Io insisto nel dire che dobbiamo tornare in presenza e stiamo tutti lavorando per tornare in presenza». Queste le parole del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. «Il commissario Figliuolo sta lavorando a marce forzate per poter vaccinare tutti. Noi abbiamo come obiettivo la presenza e dall’altra parte il fatto che siano tutti vaccinati», ha detto questa mattina ai cronisti che gli riferivano le parole di Figliuolo sugli oltre 200 mila insegnanti non ancora vaccinati. «Poi abbiamo diversi ordini di scuole e i presidi sono responsabili nell’organizzare nel modo migliore, però io tengo la barra: mio obiettivo è la presenza, obiettivo di Figliuolo sono le vaccinazioni».

Vaccinare gli studenti prima dell’apertura della scuola

Il governo spinge dunque per vaccinare gli studenti prima dell’apertura della scuola. Ma Bianchi e il ministro della Salute Roberto Speranza hanno già escluso l’obbligatorietà. L’obiezione più importante al piano è quella della tempistica: se si comincia ad agosto si rischia di non fare in tempo per settembre. Ma qui Giannelli smentisce: «I tempi ci sono, la macchina vaccinale funziona. Stiamo parlando di tre milioni e mezzo di persone al massimo: basterebbero sette giorni a ritmo serrato». Intanto però Raffaele Donini, assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna, prevede privilegi per gli studenti con doppia dose: «Tutti siamo contrari alla didattica a distanza», dice a la Repubblica, «se ci fosse un focolaio in una classe oggi andrebbero in Dad in blocco. Chiedo di considerare anche la popolazione vaccinata, docenti e studenti. Se dovesse rimanere a scuola, potrebbe diminuire la Dad». Il Cts ha spiegato che resteranno in vigore le misure sul distanziamento, ha spiegato oggi il Corriere. Ed è questo il problema principale per i presidi. Mancano le aule per rispettarle, almeno 20 mila secondo i calcoli delle associazioni. Per questo le scuole si sono trovate a fare i turni per tutto l’anno. E la situazione nel frattempo non è cambiata. Le classi più numerose sono le prime delle superiori e i criteri di formazione non sono stati modificati per questo nuovo anno scolastico.

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