Spagna, nuova legge sulla violenza sessuale. Al centro il consenso delle donne: «Solo sì è sì»

Verrà ampliato lo spettro di situazioni che dovranno essere interpretate dalla giustizia come reati di stupro, mentre viene eliminato il concetto di «abuso». L’approvazione arriva dopo quasi un anno e mezzo di negoziazioni politiche

Una nuova normativa contro i reati di violenza sessuale: il governo spagnolo ha approvato in Consiglio dei Ministri una proposta di legge che prevede la riforma del codice penale nella parte che riguarda i reati contro la libertà sessuale. Questo significa che come riportano i media iberici, per la prima volta viene introdotta una definizione di «consenso espresso» nei rapporti sessuali, per la quale ogni rapporto in cui manchi questo consenso dovrà essere considerato «violenza sessuale», mentre viene eliminato il concetto di «abuso». Secondo il testo dell’iniziativa legislativa, ripreso dai quotidiani spagnoli, l’espressione del consenso sarà considerata solo nei casi in cui verrà manifestata «attraverso atti che, a seconda delle circostanze, palesino in modo chiaro la volontà della persona». In base a questi criteri, verrà ampliato lo spettro di situazioni che dovranno essere interpretate dalla giustizia come reati di stupro, per esempio abolendo la necessità che venga provato l’uso della violenza o dell’intimidazione ai danni della vittima.


«Dobbiamo trasformare la cultura sessuale, mettendo al centro il consenso delle donne», ha affermato in conferenza stampa la ministra delle finanze e portavoce del governo, María Jesús Montero: «L’aspetto che vogliamo trasmettere dal Governo è che se non vuoi, non devi partecipare a nessun atto sessuale», ha aggiunto. Un altro concetto introdotto nella proposta di legge, secondo quanto reso noto dal governo, è quello per cui le violenze sessuali commesse sulle donne devono essere considerate come casi di violenza di genere. Inoltre, viene delineato il reato di stalking o di intimidazioni commesse in spazi pubblici. Il premier Pedro Sánchez su Twitter ha scritto che con questa legge «proteggiamo il diritto (delle donne) alla libertà sessuale».


La proposta di legge spagnola prevede inoltre misure come la creazione di centri provinciali aperti 24 ore per le vittime di violenze sessuali o servizi di assistenza sanitaria, giuridica e sociale specializzati. Si tratta di una riforma richiesta a gran voce dai movimenti femministi, in particolare dopo la rabbia scatenata da alcuni gravi episodi di violenza sessuale di gruppo riportati dalle cronache, come quello ai danni di una ragazza violentata cinque anni fa nei giorni della popolare festa di San Fermín a Pamplona. In quel caso, la prima sentenza giudiziaria contro gli aggressori, che li considerò colpevoli di abusi sessuali e non di stupro, suscitò accese proteste di piazza nel 2018. «Solo un sì è un sì» , fu uno degli slogan più ricorrenti in quelle manifestazioni. In seguito, la Corte Suprema ha condannato i cinque aggressori a 15 anni per stupro. L’approvazione del governo di Madrid è arrivata dopo quasi un anno e mezzo di negoziazioni politiche, anche in seguito a perplessità espresse da parte di esponenti dell’ambito giudiziario. Il testo affronterà i passaggi parlamentari necessari per poter entrare in vigore presumibilmente da settembre prossimo.

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