Bagnai, Borghi, Siri e gli altri leghisti che protestano contro il (loro) governo: «No Green pass obbligatorio»

Mercoledì 28 luglio, in Piazza del Popolo, deputati e senatori del Carroccio parteciperanno alla fiaccolata di protesta contro l’ultimo decreto Covid approvato dal consiglio dei ministri

Mentre i ministri della Lega, riuniti a Palazzo Chigi, davano il via libera al decreto Covid che rende obbligatorio il Green pass per l’accesso a svariate attività, una decina di rappresentanti del Carroccio a Palazzo Madama e a Montecitorio, si organizzavano per scendere in piazza contro la decisione presa del governo che essi stessi sostengono. Un cortocircuito istituzionale? Il leader del partito, Matteo Salvini, non ha richiamato all’ordine i suoi parlamentari. Stare nella maggioranza e protestare contro la maggioranza: è l’equilibrio che consente alla Lega di gestire ministeri fondamentali per il Pnnr e, allo stesso tempo, strizzare l’occhio a un elettorato che si estende dai no vax e arriva sino ai libertari. Dopo l’adunanza di migliaia di persone a Torino – il 22 luglio -, subito dopo la conferenza stampa di Mario Draghi, sono nate diverse pagine Facebook per annunciare manifestazioni contro il Green pass obbligatorio, in tutta la Penisola. Ma sarà la protesta di mercoledì 28 luglio, a Roma, ad accogliere tra le sue file deputati e senatori leghisti. E a creare i maggiori imbarazzi alla maggioranza.


Tra chi ha già dato la propria adesione alla fiaccolata in Piazza del Popolo – Liberi di scegliere, no Green pass obbligatorio – ci sono figure di spicco del Carroccio. I due economisti di via Bellerio, Claudio Borghi e Alberto Bagnai; il membro della segreteria e direttore della scuola di formazione della Lega, Armando Siri; il volto dell’opposizione leghista al ddl Zan, il senatore Simone Pillon. Le parole che Draghi ha usato per rispondere a un’affermazione di Salvini – «l’appello a non vaccinarsi è l’appello a morire. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire. Non ti vaccini, contagi, lui o lei muoiono» -, sembrano già un’accusa verso i parlamentari leghisti che manifestano contro il Green pass obbligatorio. Oltre ai quattro già citati, mercoledì 28 luglio scenderanno in piazza gli onorevoli Emanuele Cestari, Alessandro Pagano, Matteo Micheli, Alex Bazzaro e Roberta Ferrero, tutti della Lega. Il Comitato Libera Scelta, su Facebook, ha annunciato anche la presenza del deputato del Misto, Vittorio Sgarbi, e del senatore e candidato sindaco di Milano Gianluigi Paragone.


«Comunità scientifiche e governi, come quelli di Germania e Gran Bretagna, che invitano alla prudenza sui vaccini per i minorenni, invitano forse a morire? Per fortuna no», ha replicato, intanto, Salvini a Draghi. Una dichiarazione che si traduce in un lasciapassare per le proteste – nemmeno così criptico – che il segretario ha dato a chiunque tra i suoi voglia aderire al «comitato di liberi cittadini, apartitico e apolitico, aperto a chiunque intenda sostenere la piena libertà di scelta in materia sanitaria – si legge sulla pagina Facebook di Libera Scelta -. Intendiamo manifestare ovunque, in tutta Italia, pacificamente e democraticamente, il nostro dissenso di fronte agli abusi che le nostre libertà fondamentali garantite dalla Costituzione stanno subendo. L’introduzione del Green pass obbligatorio per lavorare, spostarsi, fare la spesa, per vivere, è semplicemente inaccettabile e indegno di un Paese libero. Non siamo no-vax, non siamo negazionisti, non siamo fascisti, né comunisti». Ma certamente, i leghisti che vi partecipano sono in contrasto con i ministri che li rappresentano a Palazzo Chigi.

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