I numeri in chiaro, Sebastiani: «Avremo il picco dei contagi entro 7 giorni, la discesa solo con i vaccini» – Il video

Il matematico del Cnr: «Importante mantenere bassa l’incidenza per non permettere l’arrivo di nuove varianti»

Dai dati diffusi dalla Protezione Civile oggi 29 luglio, il quadro epidemiologico in Italia vede un aumento dei nuovi positivi da Covid-19 (sono 6.171 contro i 5.696 di ieri) e un incremento delle ospedalizzazioni (11 in più di ieri). Anche il tasso di incidenza è aumentato, arrivando a 2,7 per cento. Secondo il matematico del Cnr Giovanni Sebastiani le informazioni rilevate preludono a un «arrivo nei prossimi 5-7 giorni del picco di contagi».


Le stime sui dati

«Possiamo osservare una frenata della crescita su scala nazionale», afferma Sebastiani, «con il picco del totale dei positivi previsto tra circa una settimana. Questo è positivo, ma non deve però far pensare che la pandemia sia finita perché», sottolinea l’esperto, «ciò che accade a livello europeo, come nel caso di Olanda e Danimarca, alcuni dei paesi che hanno registrato un picco hanno poi avuto una discesa, ma ora sono 4-5 giorni che questi due stati stanno frenando la discesa e potrebbe essere quindi preludio di una nuova crescita». Sul rallentamento delle somministrazioni dei vaccini nel Paese, in particolare, Sebastiani definisce come «cruciali le vaccinazioni sui giovani» delle scuole superiori e dell’università. «Il problema sono le dosi disponibili: ogni giorno c’è solo lo 0,45 per cento di aumento della copertura vaccinale. Stiamo andando a rilento», continua, «perché non ci sono dosi disponibili per nuove prime inoculazioni.


La curva degli ingressi in terapia intensiva è in crescita da tre settimane e, considerando il ritardo di questa curva, se tra una dozzina di giorni non vedremo una deflessione come per il numero di nuovi contagi, questo farà supporre», prosegue, «o che sono subentrate nuove cause, o che perdiamo molti positivi. La seconda è plausibile per la giovane età delle persone tra i nuovi positivi di frequente asintomatici, dove la variante Delta è responsabile della maggior parte delle infezioni»», prosegue, «o che sono subentrate nuove cause, o che perdiamo molti positivi. La seconda è plausibile per la giovane età delle persone tra i nuovi positivi di frequente asintomatici, dove la variante Delta è responsabile della maggior parte delle infezioni».

Il rientro a scuola

Secondo Sebastiani per contrastare efficacemente i contagi rimane «importante mantenere l’incidenza bassa per diminuire il rischio che si sviluppino nuove varianti più aggressive o resistenti ai vaccini somministrati». Proprio le nuove variazioni casuali che possono far evolvere il virus acuiscono i problemi del ritorno a scuola. «Il fatto che sotto i 12 anni non ci sono vaccini disponibili è un problema, così come è difficile, ma necessario, contrastare i contagi con i dispositivi di protezione ai bambini». La porzione di popolazione che va immunizzata al più presto sarebbe quella delle «scuole superiori e dell’università», secondo il matematico, così da non «non incappare nella situazione dell’anno scorso, dove c’era stato lo sviluppo di una sacca di positivi dopo l’estate che si è amplificata con il rientro in aula», conclude Sebastiani

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