La sparata No vax dell’ex grillino Barillari, in Regione con la pistola: «Il vaccino è una roulette russa» – Il video

In videoconferenza, l’espulso dal Movimento 5 stelle ha inanellato una serie di fake news sulla campagna vaccinale

Non è la prima uscita sopra le righe di Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio. Tant’è che le sue posizioni No vax gli sono costate, in passato, l’espulsione dal Movimento 5 stelle, partito con il quale è stato eletto. L’ultima assurdità è stata entrare nella sede della Regione con una pistola – non è ancora noto se vera o giocattolo – per inscenare una videoconferenza sulla pericolosità dei vaccini anti Coronavirus. «Questa è una roulette russa. E sei proprio tu a voler premere il grilletto. Io mi vaccino, può andarmi bene o può andarmi male – ha detto, puntando l’arma verso il suo braccio -. A oggi, ci sono 80 mila segnalazioni di reazioni avverse. Se sono fortunato sono solo un po’ di febbre, mal di testa, dolore al braccio. Ma se sono sfortunato, come avviene nel 14% dei casi, ictus cerebrali, trombosi e morte. Vaccinarsi con vaccini sperimentali di cui si sa poco, non è un dovere morale, ma ignoranza. Chi si informa, ci pensa bene due volte a farsi il vaccino».


Le reazioni dei presenti

Dure le reazioni degli esponenti delle forze politiche presenti in consiglio regionale. Il gruppo Pd ha diramato una nota in cui definisce «gesto grave» quello di Barillari. «Ormai conosciamo tutti Barillari, primo fra i novax e sostenitore di fake news e teorie antiscientifiche, ieri però si è spinto oltre: non si può paragonare il vaccino ad una pistola – si legge -. Ne ha dette tante e ne abbiamo sopportate tante in questi anni ma questa proprio no, non possiamo ignorarla. Le sedi delle istituzioni vanno rispettate e non possono diventare il palcoscenico dei suoi teatrini». Alessandro Capriccioli, capogruppo di +Europa in Regione Lazio, ha scritto in un comunicato che Barillari «ha definitivamente superato il limite della decenza». Capriccioli ha definito «becere e maldestramente provocatorie» le iniziative passate dell’ex grillino, che i colleghi solitamente preferiscono «non commentare». Ma in questo caso specifico, «di inaudita gravità, mi corre l’obbligo di invitare il nostro collega a una riflessione seria sul proprio ruolo istituzionale. Mi vergogno per lui».


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