No! L’immagine condivisa da Paragone non spiega la situazione del Coronavirus in Italia e l’efficacia dei vaccini

Il grafico riporta dati corretti su guariti, contagi, decessi e terapie intensive, ma non basta per analizzare l’impatto della campagna vaccinale

Il 4 agosto 2021 il senatore Gianluigi Paragone, ex M5s e attualmente membro del gruppo misto, condivide tramite la sua pagina Facebook un’immagine intitolata «Coronavirus, la situazione in Italia» dove vengono confrontati i dati dei contagi, dei decessi e delle terapie intensive relative al 3 agosto negli anni 2020 e 2021, con un focus sul confronto dei completamente vaccinati in entrambe le date: la prima con uno 0% e la seconda con il 53,2% di cittadini completamente vaccinati. L’immagine è stata condivisa senza alcun commento da parte del parlamentare, lasciando libera interpretazione dei dati agli utenti: «I vaccini non hanno fermato affatto i contagi….al contrario!» scrive Stephanie, mentre Stefano commenta: «Direi che funziona molto» riferendosi alla vaccinazione anti Covid19. Di fatto, l’immagine condivisa dal senatore non è completa e non permette agli utenti di avere una chiara la situazione del Coronavirus in Italia e sull’efficacia della campagna vaccinale.

Per chi ha fretta

  • Risultano mancanti diverse variabili all’interno dell’immagine che possano fornire una corretta valutazione sulla situazione Coronavirus in Italia.
  • L’immagine non tiene conto, ad esempio, del numero e delle percentuali dei vaccinati e dei non vaccinati tra i ricoveri e i decessi.
  • Il confronto proposto dall’immagine non tiene in considerazione la variante Delta, più contagiosa e predominante in questo 2021.
  • La percezione fornita dall’immagine, che non riporta tutti i dati necessari per una opportuna valutazione, si scontra con le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità.

Analisi

Nell’immagine viene citata una fonte, ossia il quotidiano La Repubblica dove in un articolo del 3 agosto 2021 leggiamo gli stessi dati: 4.845 i positivi ai test effettuati nelle ultime 24 ore, 27 i decessi in un giorno, 258 pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia (9 in più rispetto al giorno precedente), e 3.615 guariti rispetto al giorno precedente.

I dati relativi al 2020 vengono presi da un altro articolo del quotidiano: 159 nuovi contagi, 12 decessi (rispetto agli 8 del giorno prima), 129 pazienti guariti o dimessi nelle ultime 24 ore e 41 persone in terapia intensiva. Pur risultando corretto che oltre il 50% della popolazione italiana abbia completato il ciclo vaccinale, nell’immagine risultano assenti le seguenti variabili: i casi gravi relativi ai vaccinati o non vaccinati e una variante Delta estremamente più contagiosa.

Una prima interpretazione, priva delle variabili precedentemente citate, potrebbe portare a considerare i vaccini inefficaci. Tale conclusione non tiene conto del rapporto tra il numero dei contagi rispetto a quello dei casi gravi e dei decessi. Di fatto, nel corso dell’estate 2020 la curva dei nuovi positivi era di gran lunga inferiore a quella del 2021 e in assenza della variante Delta, riscontrando in entrambi i periodi un numero di terapie intensive e di decessi basso.

Una persona completamente vaccinata può contagiarsi?

Un individuo completamente vaccinato può essere infetto, come abbiamo spiegato più volte a Open Fact-checking (qui, qui e qui), ma l’obiettivo principale dei vaccini anti Covid19 è quello di impedire le forme gravi della malattia. Di fronte a una variante Delta, che risulta essere più contagiosa di altre, può facilmente risultare che una persona completamente vaccinata risulti positiva al virus proprio a causa della sua elevata circolazione.

Una persona completamente vaccinata può finire in terapia intensiva?

Fin dal 2020 si è ampiamente parlato delle percentuali di efficacia dei vaccini anti Covid19 durante le fasi di sperimentazione. Alla conclusione degli studi, e all’approvazione da parte delle autorità quali l’FDA e l’EMA, nessun vaccino ha riscontrato un’efficacia pari al 100%. Di fatto, una persona completamente vaccinata può risultare positivo al virus e risultare asintomatico o con sintomi lievi, ma c’è la possibilità (rara) che possa svilupparsi una forma grave che necessiti l’ospedalizzazione. Questi episodi potrebbero dipendere da diversi fattori quali l’età della persona, se fa parte di una categoria a rischio con patologie croniche, comorbilità ed immunodepressione.

I dati dell’Iss e l’impatto delle vaccinazioni

Nel più recente bollettino della sorveglianza integrata COVID-19 in Italia, pubblicato il 30 luglio 2021 dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità, il capitolo da tenere in considerazione è quello a pagina 14 del PDF pubblicato dall’ISS, quello intitolato «Impatto delle vaccinazioni nel prevenire nuove infezioni, infezioni gravi e decessi». Il primo dato da tenere in considerazione riguarda i contagi: «la maggior parte dei casi segnalati in Italia sono stati identificati negli ultimi 30 giorni in soggetti non vaccinati» (rif. pag. 14 del PDF).

Il secondo è quello riguardante le stime di efficacia vaccinale dal 4 aprile 2021 al 25 luglio 2021 per fascia di età: «L’efficacia complessiva della vaccinazione, aggiustata per età, è superiore al 65% nel prevenire l’infezione in vaccinati con ciclo incompleto (67,5%, IC95%: 67,1%-67,8%) e superiore all’85% per i vaccinati con ciclo completo (86,7%, IC95%: 86,5%-86,9%)».

L’efficacia nel prevenire le ospedalizzazioni: «sale all’81,7% con ciclo incompleto (IC95%: 81,1%-82,4%) e al 95% con ciclo completo (IC95%: 94,7%-95,2%)», così come l’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva «è pari all’89% (IC95%: 87,4%-90,4%) con ciclo incompleto e 97,2% con ciclo completo (IC95%: 96,4%-97,8%)».

Per quanto riguarda l’efficacia nel prevenire i decessi «è pari all’80,3% (IC95%: 78,8-81,8%) con ciclo incompleto e a 96,4% con ciclo completo (IC95%: 95,9%-96,8%)». Stime che, tenendo in considerazione dei dati e delle analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, che non si basano solo ed esclusivamente sui numeri presenti nell’immagine condivisa dal senatore Paragone. Un altro elemento riscontrato dall’ISS, associato alla campagna vaccinale, è quello relativo alla diminuzione dell’età mediana dei casi positivi al virus «dato che le categorie prioritarie per il vaccino sono state le fasce di età più avanzate».

L’effetto paradosso

L’Istituto Superiore di Sanità ricorda, inoltre, il problema relativo all’effetto paradosso: «Occorre tenere in considerazione che, nel momento in cui le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, si verifica il cosiddetto effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nei volumi di questi ultimi».

Per esempio, sempre secondo quanto riportato nel documento dell’ISS (a pag. 15 del PDF), «nella fascia di età 80+, dove la copertura vaccinale è alta, si osserva che il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo e non vaccinati è simile», ma dall’altra parte «se si considera invece il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni, si riscontra come questo per i non vaccinati sia circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (27 vs 3 ricoveri per 100.000 abitanti)». Un esempio è visibile attraverso il seguente grafico pubblicato dall’infettivologo Marzio Sisti:

L’infettivologo fornisce un ulteriore esempio pratico per comprendere il processo logico errato che potrebbe essere fatto attraverso i dati: «in Italia, quasi tutti i motociclisti deceduti o con gravi lesioni al capo portano il casco. Il casco protegge sicuramente, ma non certamente al 100%. Probabilmente in una giornata come oggi, domenica, ci sarà una decina di decessi di motociclisti in Italia (ndr; la media nazionale è di circa 3 decessi al giorno, ma è ovvio che al week end i numeri aumentano). Tutti questi 10 motociclisti deceduti hanno usato il casco, mentre abbiamo 0 decessi tra chi è senza casco. Ergo, il casco non funziona».

Tornando sul tema vaccini, ecco l’esempio dell’infettivologo: «Prendiamo una popolazione di 100000 (100K) abitanti, completamente NON vaccinata, dove in una settimana c’è una incidenza di 100 casi. La settimana dopo, 50K sono vaccinati (completamente) con un vaccino efficace all’80% (come detto sopra) e 50K non vaccinati (dimenticate per un attimo come questo sia irrealizzabile, non è importante ora). Ovviamente, a parità di capacità del virus di diffondersi, non avremo più 100 casi (altrimenti vorrebbe dire che il vaccino ha una efficacia 0), ma ne avremo 60 (50 nei NON vaccinati e 10 nei vaccinati). La campagna vaccinale va avanti e la settimana successiva abbiamo 90k vaccinati e 10k non vaccinati. Avremo , quindi, 28 casi, ma, UDITE, UDITE, avremo 10 casi tra i NON vaccinati e ben 18 tra i Vaccinati, quindi più casi tra i vaccinati che tra i NON vaccinati».

Conclusioni

L’immagine pubblicata dal senatore Paragone non contiene i dati sufficienti per poter comunicare al pubblico la reale situazione del Coronavirus in Italia e l’efficacia della campagna vaccinale. Al contrario, le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità considerano non solo le variabili presenti nell’immagine del senatore, ma anche quelle mancanti come il numero corrispondente delle ospedalizzazioni e dei decessi in base ai vaccinati e ai non vaccinati, stimando con maggior precisione e accuratezza la situazione del Coronavirus in Italia.

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