Eleonora Brigliadori e la bufala complottista del grafene nei vaccini e del 5G killer – Il video

L’attrice Eleonora Brigliadori sostiene che nei vaccini ci sia della “grafite” capace di uccidere grazie al 5G. Ecco l’origine della bufala complottista

Il 21 luglio 2021 il giornalista Cesare Sacchetti pubblica dal proprio canale Telegram un post in cui sostiene che i vaccini anti Covid19 contengano ossido di grafene. Sacchetti, noto a diffondere notizie false e complottiste (ne abbiamo parlato qui, qui e qui), sostiene che alcuni esperti avrebbero «dimostrato in maniera incontrovertibile che c’è ossido di grafene sia dentro il vaccino Pfizer sia dentro il vaccino AstraZeneca». Secondo il giornalista, questi vaccini inoculerebbero «nei corpi delle persone una sostanza letale che provocherà moltissime patologie nelle persone e distruggerà il loro sistema immunitario». La sua “fonte” parla anche di 5G, ma nel complesso si tratta di un’informazione falsa che alimenta le teorie di complotto. A crederci, in particolar modo, è l’attrice Eleonora Brigliadori che in un recente video, pubblicato su Instagram, parla anche di satanismo e di un prossimo “sterminio di massa” dei vaccinati.

Per chi ha fretta

  • L’unico “studio” recuperabile non è mai stato validato attraverso una peer review e non è mai stato pubblicato in una rivista scientifica, nemmeno predatoria.
  • Lo stesso autore delle analisi ammette che non sono conclusive e che ci sono diverse lacune.
  • Lo stesso autore ammette di non conoscere l’origine dell’unico campione utilizzato per le analisi.
  • Non ci sono prove di alcun genere che confermino la presenza di ossido di grafene nei vaccini anti Covid19.

Analisi

Riportiamo il testo del post pubblicato da Sacchetti:

Nessuno sta dicendo una parola sui risultati delle analisi dei vaccini. Le ricerche del dottor Sevillano e del dottor Delgado sono state confermate anche dalla dottoressa Ruby. Le analisi di laboratorio hanno dimostrato in maniera incontrovertibile che c’è ossido di grafene sia dentro il vaccino Pfizer sia dentro il vaccino AstraZeneca. La percentuale di grafene dentro una dose è pari al 99%. Stanno distribuendo e inoculando nei corpi delle persone una sostanza letale che provocherà moltissime patologie nelle persone e distruggerà il loro sistema immunitario. A questo punto, ci si chiede se qualche avvocato abbia raccolto queste prove e le abbia portate davanti alle procure della Repubblica. Se queste analisi sono corrette, e fino a prova contraria lo sono, si possono denunciare tutte le istituzioni che hanno autorizzato la distribuzione di questo farmaco, a partire dai governi Conte e Draghi per arrivare all’AIFA. Le prove dell’attentato alla salute pubblica sono state pubblicate. Aspettano solo di essere mostrate in tribunale.

Nel post viene condiviso un articolo in spagnolo, dal sito amatoriale El Arconte, dove è presente un video nel quale verrebbero mostrate le immagini a “prova” della presenza del grafene nei vaccini Pfizer e AstraZeneca. C’è un problema: tutte le “prove” parlano di Pfizer, non di AstraZeneca.

Le credenze di Eleonora Brigliadori

Il 3 agosto 2021 diverse testate giornalistiche hanno riportato un video con le affermazioni dell’attrice Eleonora Brigliadori in merito ai vaccini, in alcuni casi titolando «il terrificante delirio». Ecco alcune dichiarazioni presenti nel video diffuso online:

Ogni uomo deve decidere lui quando deve morire. Non deve essere qualcuno che nella stanza dei bottoni con un impulso 5G ti manda in corto circuito il cervello o il cuore o un altro organo, perché è questo quello che accadrà! Perché la grafite che c’è dentro [al vaccino, n.d.r.] ha il potere, attraverso questa spike, di condurre dei corto circuiti esattamente dove voi siete più deboli.

Secondo Eleonora Brigliadori, quanto accade sarebbe un’opera satanica che condurrà allo sterminio delle persone vaccinate.

L’attrice, parlando di grafite si confonde con l’ossido di grafene citato proprio da chi sostiene che sia contenuto nei vaccini per poi arrivare al 5G.

La teoria del complotto del 5G

Come mai vogliono collegare l’ossido di grafene con il 5G? In un articolo di Wired del 2018 si parla della nuova tecnologia e del grafene, ma non dell’ossido di grafene: «Dopo rame, silice e vetro, nell’industria delle telecomunicazioni è l’ora del grafene. Per lo sviluppo del 5G il materiale, costituito da un foglio dello spessore di un solo atomo di carbonio, rappresenta una risorsa preziosa». E i vaccini?

Il fondatore di La Quinta Columna sostiene, come possiamo notare dalle pubblicazioni del suo sito, che ci sia un collegamento tra l’ossido di grafene e il 5G. Una teoria che è giunta in Italia proprio dalla Spagna, come possiamo vedere in un pezzo pubblicato da Agenziastampaitalia.it:

Le molecole di GRAPHENE (sostengono i due ricercatori) possono interagire con i neuroni del cervello in modalità remota utilizzando diverse radiofrequenze (il 5G potrebbe essere una di queste), possono mappare il cervello e trasmettere e ricevere ISTRUZIONI a distanza. Si sostiene inoltre che l’interazione tra GRAPHENE negli esseri umani inoculati e il 5G potrebbe provocare un evento fatale quando il 5G sarà pienamente abilitato nel luglio 2021.

Come ormai sappiamo da anni, queste affermazioni sono prive di ogni fondamento anche in merito alla Covid19 (ne abbiamo parlato qui, qui, qui e qui).

Che cos’è l’ossido di grafene e perché si parla di vaccini

Il grafene è uno strato formato da atomi di carbonio, mentre l’ossido di grafene (GO) è composto da carbonio, idrogeno e ossigeno. In merito alla questione vaccini si parla anche di ossido di grafene ridotto (rGO), ma questo viene confuso con l’ossido di grafene citato in due studi su un tipo di vaccino non sperimentato nell’uomo.

Risulta che in due studi, uno del 2020 e un altro del 2021, l’ossido di grafene sia stato usato come adiuvante dei vaccini antinfluenzali, ma al momento si tratta di lavori che hanno coinvolto al massimo dei topi e non l’essere umano. Non risulta che nei vaccini attualmente in uso, sia per la Covid19 che per altre malattie, venga usato l’ossido di grafene. Ricordiamo, inoltre, che ogni farmaco viene controllato rigorosamente al fine di essere immesso nel mercato.

I due “esperti”

Il post di Sacchetti sostiene che le ricerche di due “esperti”, tale dottor Sevillano e tale dottor Delgado, avrebbero dimostrato la presenza dell’ossido di grafene nei vaccini anti Covid19. In realtà, nessuno dei due ha effettuato le presunte ricerche.

Il secondo “dottore” citato da Sacchetti risulta essere “Ricardo Delgado Martín”, pseudonimo del fondatore del sito La Quinta Columna Rafael Paradas Moreno, noto in Spagna per la diffusione di notizie false e No Vax. Attraverso i propri canali social, Delgado ha diffuso un presunto studio scientifico effettuato dal Prof. Pablo Campra dell’Università di Almeria (Spagna) che, a seguito della sua pubblicazione, è stato ampiamente disconosciuto dallo stesso ateneo.

Il comunicato stampa dell’Università di Almeria che disconosce lo “studio”

La presunta fiala del vaccino Pfizer

Non è possibile considerarlo uno studio valido in quanto non è stato nemmeno sottoposto al rigoroso processo della peer review e successivamente pubblicato in una rivista scientifica non predatoria. L’unico autore afferma, dimostrando la principale debolezza del suo elaborato, che le analisi corrispondono a un solo campione. Inoltre, nelle conclusioni non afferma con certezza di aver riscontrato il materiale ricercato: «Lo studio microscopico del campione fornisce solide evidenze della PROBABILE presenza di derivati di grafene, sebbene la microscopia non fornisce prove conclusive».

Il Prof. Campra afferma che per verificare quanto avrebbe riscontrato ci sarebbe bisogno di un numero maggiore di campioni tracciabili. In merito a quest’ultimo e fondamentale elemento, nel comunicato dell’Università di Almeria si sostiene che tale campione sia di «origine sconosciuta» e in «totale assenza di tracciabilità». La prova di tale affermazione? La fornisce lo stesso Prof. Campra nel suo documento: «Origine e tracciabilità: sconosciute».

Nel documento, nella pagina dove il Prof. Campra ammette la mancanza di tracciabilità del prodotto, viene riportato il numero del presunto lotto del vaccino Comirnaty di Pfizer «EY3014». Tale numero di lotto risulta presente in un elenco pubblicato nel sito austriaco E-impfpass.gv.at. Che cosa significa? In assenza di tracciabilità effettiva, assente secondo lo stesso Prof. Campra, chiunque abbia consegnato il campione potrebbe aver copiato un numero di lotto reale per associarlo alla fiala del presunto vaccino Pfizer. Oltre a questo, lo stesso Prof. Campra non può garantire in alcun modo che il prodotto ricevuto sia stato o meno manomesso. Infine, nel suo “studio” non riporta alcuna foto della fiala, ma pubblica senza alcuna esitazione quella di una contenente ossido di grafene ridotto (RGO).

L’unica fiala pubblicata nel documento e in diverse pagine, contenente però dell’ossido di grafene ridotto (RGO).

Cosa c’è nel vaccino Pfizer

Comirnaty di Pfizer è un vaccino a mRNA (qui il nostro “spiegone” su come vengono prodotti) così composto (fonte Aifa):

L’RNA messaggero è racchiuso in liposomi formati da ALC-0315 ((4-idrossibutil)azanediil)bis(esano6,1-diil)bis(2-esildecanoato) e ALC-0159 (2-[(polietilenglicole)-2000]-N,N-ditetradecilacetammide). ALC-0315 e ALC-0159 sono lipidi sintetici che contribuiscono a formare le vescicole che veicolano il vaccino.

Contiene, inoltre, i seguenti eccipienti:

  • 1,2-Distearoyl-sn-glycero-3-phosphocholine
  • colesterolo
  • Potassio cloruro
  • Potassio diidrogeno fosfato
  • Sodio cloruro
  • Fosfato disodico diidrato
  • saccarosio
  • acqua per preparazioni iniettabili

Conclusioni

L’analisi condotta dal Prof. Campra non sono per niente affidabili, su ammissione dello stesso autore nel suo documento. Inoltre, non afferma con assoluta certezza che nel campione analizzato vi sia dell’ossido di grafene o dell’ossido di grafene ridotto.

Delle vicende spagnole se ne sono occupati i colleghi di Maldita.es.

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