L’Ue prenota Novavax, il settimo vaccino: accordo per 200 milioni di dosi (in attesa del via libera dell’Ema)

L’agenzia europea per il farmaco ribadisce: «Il ciclo completo di vaccinazione è efficace contro la variante Delta»

La campagna vaccinale europea anti Covid-19 si arricchisce di un nuovo acquisto. La Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen ha annunciato l’accordo per 200 milioni di dosi del vaccino americano Novavax. Si tratta del settimo contratto firmato dall’Ue con una casa farmaceutica: gli Stati membri potranno comprare fino a 100 milioni di dosi di vaccino, con un’opzione per altri 100 milioni nel corso del 2021, 2022 e 2023. Ogni membro Ue potrà inoltre donare vaccini ai Paesi a reddito medio o basso o darli ad altri Stati membri. L’intesa potrà diventare operativa solo dopo il verdetto di Ema sulla sicurezza e sull’efficacia di Novavax, in rolling review da febbraio, e cioè in quello stato di revisione ciclica che proseguirà fino a quando non saranno disponibili sufficienti prove a sostegno di una domanda formale di autorizzazione. Ma a riguardo la presidente di Commissione von der Leyen sembra rassicurare: «Il vaccino di Novavax è già stato testato con successo contro le varianti. Con un ampio portafoglio di vaccini proteggiamo gli europei e aiutiamo a vaccinare il mondo».


Ema ed Ecdc: «Ciclo completo efficace contro variante Delta»

E a proposito di protezione, un invito alla vaccinazione arriva anche dalla stessa Ema. La nota dell’ente regolatore europeo per i medicinali scritta assieme al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), affronta il delicato tema della possibile contagiosità dei vaccinati: «La vaccinazione completa offre un grande livello di protezione contro la malattia grave e la morte causata dal virus, incluse le sue varianti come la Delta». E poi aggiunge: «Anche se l’efficacia dei vaccini è molto alta, nessuno lo è al 100%. Un numero limitato di infezioni in chi ha concluso il ciclo è atteso. Tuttavia il vaccino, quando avviene l’infezione, può prevenire la malattia grave».


«Diminuire intervallo tra prima e seconda dose per i fragili»

Per i soggetti fragili non ancora vaccinati contro Covid-19 poi i due enti regolatori europei aprono l’idea a una riduzione delle tempistiche tra una dose e un’altra. «Con la campagna vaccinale che prende piede in Europa potrebbe essere consigliabile prendere in considerazione in alcuni casi una riduzione dell’intervallo tra prima e seconda dose, in particolare per le persone a rischio e sempre nei limiti definiti dall’autorizzazione».

«Servono ancora mascherine e distanziamento»

La raccomandazione ultima ma non meno importante di Ema ed Ecdc è poi sui comportamenti responsabili da mantenere «finché non sarà immunizzato un numero di persone maggiore». «Con il virus che circola tutti dovrebbero ancora aderire alle norme nazionali e continuare con le misure di protezione come mascherine e distanziamento». Il riferimento è anche alla curva pandemica che ha ripreso a salire in molti Paesi d’Europa. «Il rischio non è alle spalle», ha aggiunto Mike Catchpole, chief scientist dell’Ecdc, «stiamo vedendo un aumento del numero di contagiati in Ue, e il vaccino rimane l’opzione migliore possibile per evitare casi gravi e morti».

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