«Feste con 300 invitati e niente mascherine»: così la Sicilia rischia la zona gialla dal 23 agosto

La Sicilia fronteggia la crescita dei contagi e l’incremento dell’occupazione dei posti letto negli ospedali. Il 23 agosto in arrivo il cambio di colore. Musumeci: «Colpa di cittadini e turisti»

La Sicilia rischia di tornare in zona gialla da lunedì 23 agosto. Nonostante l’aumento dei posti letto messo in campo dalla Regione. Mentre per la Sardegna l’approdo nell’area con restrizioni potrebbe arrivare tra 15 giorni. E anche la Toscana comincia a tremare. A inizio luglio le tre regioni oggi in vetta per numero di contagiati, erano intorno a 10 positivi su 100mila abitanti. Oggi sono rispettivamente a 140, a 147 e a 132. Ma mentre la Toscana ha il 6% di posti occupati in terapia intensiva, la Sicilia si trova al 15% di posti letto ordinari presi da pazienti affetti di Covid-19 e al 9% delle rianimazioni. La Sardegna è rispettivamente all’8 e al 10%. E il governatore Nello Musumeci punta il dito contro i suoi cittadini: «C’è chi rispetta le regole e chi invece ritiene di potere partecipare a un matrimonio con 300 invitati senza che uno solo abbia una mascherina. Ci rendiamo conto?».


Adesso potrebbero non bastare, o risultare tardivi, gli stessi provvedimenti adottati dalla Regione, che registra il +34% di positivi al Covid in sette giorni e non brilla per numero di vaccinati (53% di immunizzati rispetto al totale della sua popolazione). Dopo l’ordinanza di Musumeci – che oltre al ritorno alle mascherine all’aperto nei luoghi affollati ha introdotto l’obbligo del Green pass per l’accesso ai pubblici uffici – i comuni si stanno adeguando al provvedimento. Ma la regione potrebbe finire lo stesso in giallo da lunedì 23 agosto, dopo i risultati del monitoraggio di venerdì prossimo. L’sola ha infatti praticamente superato tutti i parametri stabiliti per il cambio di colore. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Agenas (l ’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) l’isola registra ormai il 9% di posti occupati in terapia intensiva (la soglia è al 10) e il 15% di posti in area medica (pari quindi alla soglia prevista). Il terzo parametro “da giallo”, l’incidenza sopra i 50 casi ogni 100 mila abitanti, è ormai quasi triplicato (oltre 140).


Nell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera Musumeci spiega che il primo elemento che ha scatenato la crescita dei contagi è stata la diffusione della variante Delta. Ma poi è arrivato anche «il venir meno del sentimento di paura che aveva caratterizzato la prima fase della pandemia». Poi punta il dito contro i turisti: «In questi ultimi due mesi ne abbiamo avuti due milioni, che inevitabilmente contribuiscono alla promiscuità. Detto questo, noi abbiamo ripristinato il controllo di accesso negli scali aeroportuali, almeno per i passeggeri provenienti da quei Paesi dove era scattato l’allarme da parte del nostro ministero della Salute». Mentre per quanto riguarda la stagnazione della campagna vaccinale nell’isola per il governatore «sono arrivati i cinque decessi che certa stampa ha messo in correlazione con AstraZeneca e che hanno dato fiato ai No vax, molto più attivi di chi è propenso al vaccino. Nonostante tutto abbiamo superato i tre milioni di cittadini vaccinati con la prima dose».

Le altre regioni a rischio

Ci sono poi altre regioni che rischiano la zona gialla a settembre. Per esempio la Sardegna: qui i ricoveri ordinari sono all’8% ma le intensive già al 10% (incidenza quasi a 148). Mentre è strano il caso della Calabria: l’occupazione dei posti letto è rispettivamente al 13% e al 4%. In rialzo la Toscana a 6% (+1%) nei reparti ordinari mentre in Emilia-Romagna si attesta al 5% in entrambi i casi. Proprio a Rimini, Riccione e Misano sono stati chiusi tre locali diventati discoteche abusive, nonostante le sale da ballo siano ancora chiuse per decreto. Nella tendenza nazionale i parametri sono tutti in crescita nell’ultima settimana, ma alcuni indici, spiega oggi Il Fatto Quotidiano, segnalano anche una frenata in atto. Negli ultimi sette giorni si sono registrati 44.335 nuovi contagi a fronte dei 41.097 della settimana precedente, in crescita del 7,8%, di poco inferiore all’8,2 di sette giorni fa.

E va ricordato che gli indici di incremento alla vigilia dell’estate erano a doppia cifra. Cresce anche la pressione sul sistema sanitario ma le soglie critiche sono ancora lontane: domenica nelle aree mediche erano ricoverate 3.546 persone, 616 in più rispetto alla settimana precedente: un incremento del 17,3%, quasi la metà del 34% di sette giorni prima. A preoccupare sono i numeri delle terapie intensive: +22% in una settimana, il doppio di quella precedente. Ma il totale dei ricoverati è di 364 persone e ad inizio aprile eravamo sopra la soglia dei 3.700. In crescita anche i decessi, il cui andamento segue di alcune settimane quello dei contagi: 212 vittime questa settimana contro le 212 della precedente.

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