Covid, il disastro Sicilia: ultima per vaccini, prima per ricoveri e contagi. E i sindaci ricorrono al Green pass anche nelle piazze

Quasi mille positivi in un giorno e una soglia di occupazione che si avvicina al tetto massimo del 15%. In Sicilia le persone non si vaccinano e i turisti sfuggono ai controlli dei test rapidi

Hotel sold out, turisti a frotte, e un’isola piena di abitanti senza alcuna protezione da Covid-19. In Sicilia il disastro sui vaccini va di pari passo a quello dei contagi. Un rapporto inversamente proporzionale ormai da troppi giorni: ultima per vaccinazioni, con percentuali sotto il 50% per i giovani, più di 70 mila over 80 scoperti, 150 mila ultra 60enni senza protezione; prima per contagi con oltre 5 mila positivi a settimana. E la curva non smette di crescere anche per ricoveri ordinari e terapie intensive: con l’80% degli ospedalizzati non vaccinati, Agenas registra un tasso aggiornato di occupazione nei reparti Covid del 14%, poco sotto alla soglia massima del 15% decisa dal governo Draghi per il cambio di colore. Nella speranza che il Green pass mobiliti gli scettici verso la vaccinazione, una delle terre più accoglienti e turistiche del Paese si prepara con tutta probabilità a un ritorno in zona gialla già dal 16 agosto, con misure restrittive che dovranno provare a colmare il vuoto di una campagna vaccinale disastrosa.


L’ultimo report settimanale dell’Istituto superiore di Sanità registra per la Sicilia una lunga serie di primati negativi. La Regione è ultima nell’immunizzazione degli over 80: la categoria a cui fin dai primi momenti di campagna vaccinale è stata riconosciuta massima priorità insieme a quella degli operatori sanitari, risulta ancora scoperta per il 21,2%, più di 70mila anziani altamente fragili. Ultima anche nei dati della fascia 70-79 anni: 93.919 non vaccinati. Si sale poi a quota 153.061 per la categoria 60-69: il 24,25% non ha ricevuto neanche la prima dose.


Sui giovani non si va poi così meglio. I dati messi a disposizione sull’andamento delle vaccinazioni nelle singole Regioni parlano chiaro: nessuna fascia d’età dai 12 ai 39 anni in Sicilia raggiunge il 50% di copertura, con il dato più basso del 24,86% di protetti tra i 12 e i 19 anni, la categoria che presto ritornerà a scuola senza obbligo di Green pass. E a proposito di scuola, anche i dati sul personale scolastico preoccupano non poco. La struttura commissariale di Figliuolo comunica per la Sicilia il 42,64% di docenti, personale Ata e amministrativi senza neanche la prima dose. Il primato in negativo viene però smentito dalla Regione che parla invece dell’82% di personale scolastico già immunizzato.

Sarà l’elenco aggiornato del 20 agosto a consegnare al generale Figliuolo il quadro preciso di tutti gli operatori della scuola ancora senza vaccino regione per regione, sperando in percentuali chiare e attendibili. Gli ultimi numeri poi arrivano dai singoli Comuni. Il Messinese registra almeno 10 aree con meno del 50% di vaccinati, con la preoccupazione del commissario locale per l’emergenza Covid, Alberto Firenze, che invita a collaborare in modo serio alla lotta al virus. «In molti Comuni si conta poco più di un vaccinato ogni due residenti. Specchio di una Sicilia che prova a rincorrere il Covid, ma i nuovi casi giornalieri sfiorano i mille e appare sempre più difficile evitare il giallo. Gli sforzi non sembrano bastare».

Il primato sui contagi

L’esito della lenta e difficile campagna vaccinale siciliana non si è fatto attendere. Solo guardando gli ultimi numeri dell’Iss, nella settimana dal 2 all’8 agosto si contano esattamente 5.097 positivi in 7 giorni: dal 28 giugno al 4 luglio erano stati 811. Il dato è aumentato di 6 volte. Sul fronte giornaliero, il bollettino regionale di ieri 9 agosto ha contato 932 positivi in soli 24 ore. Non meglio per i ricoveri. Il numero delle persone in intensiva è salito di +144 persone, con un tasso di occupazione dei posti letto arrivato al 7%. La percentuale si avvicina pericolosamente alla soglia massima consentita del 10% decisa dal governo per il passaggio in zona gialla. Altrettanto preoccupante l’aumento nei reparti di non intensiva: Agenas parla del 14% di occupazione, con una soglia massima fissata dal governo al 15% e un trend che non accenna a invertire rotta.

Il collegamento con la scarsa copertura vaccinale è presto detto: uno degli ultimi report dell’Assessorato alla Salute della Regione aveva tempo fa fatto chiarezza su chi fossero i contagiati con sintomi gravi che avevano ricominciato a popolare terapie intensive e aree mediche. Viene fuori così che più dell’ 80% dei ricoverati negli ospedali siciliani non è vaccinato contro Covid-19, circa 85 persone su 120. In particolare nelle terapie intensive, dei 15 pazienti presi in esame al momento dell’analisi: 10 risultano non vaccinati, hanno ricevuto la prima dose e soltanto 1 risulta totalmente immunizzato.

AGENAS | Andamento occupazione posti letto in intensive e non intensive in Sicilia aggiornati al 9 agosto
AGENAS | L’istogramma rappresenta l’incidenza per 100.000 abitanti nell’ambito geografico selezionato nelle settimane indicate in ascissa

Il poco controllo sui turisti

Intanto la carica dei visitatori non smette di sbarcare su una delle isole più conosciute e apprezzate anche dal turismo estero. Nelle condizioni di sicurezza già precarie per gli isolani, il controllo della diffusione del virus anche tra i visitatori è un’altra delle sfide che la Regione non sta riuscendo a vincere. Da venerdì, tra Palermo e Catania, sono atterrati 13 mila passeggeri da 105 voli. Molti dei turisti arrivano da Paesi in cui la variante Delta è dominante, proprio come in Italia, con il maggiore rischio di diffusione che questo comporta. Il punto più critico è lo stretto di Messina dove la fila chilometrica per lo sbarco non sembra diventare altrettanto lunga davanti all’area adibita ai test rapidi.

In porti e aeroporti il controllo rimane complicato: le ultime ordinanze del presidente della Regione Nello Musumeci hanno esteso l’obbligo del tampone, inizialmente previsto per Spagna e Portogallo, a chi arriva da Malta, Grecia, Francia e Paesi Bassi. Ma il 30% di 35 mila passeggeri sbarcati a luglio dai Paesi a rischio, ha ignorato il Covid center preferendo direttamente le stupende spiagge dell’isola. L’eventualità che i test vengano svolti in maniera privata dai turisti esiste ma rimane un’ipotesi, considerata anche la debolezza delle verifiche da parte delle autorità, effettuate sempre a campione e non in modo sistematico. Oltre alla gestione degli arrivi, si rivela complicato anche controllare i numerosi comportamenti rischiosi tenuti sull’isola da vacanzieri poco responsabili. L’ultimo episodio arriva da Pantelleria: il dj romano denunciato per violazione delle norme anti Covid ha pensato bene di organizzare una festa con almeno 300 invitati, musica e balli annessi.

E le amministrazioni obbligano al Green pass anche in piazza

Appellarsi all’obbligo di Green pass per incentivare alla vaccinazione è uno dei tentativi delle singole amministrazioni per sperare di arginare rischi di contagi e ricoveri. L’ultima decisione arriva dalla provincia di Ragusa, dove il sindaco di Chiaramonte Gulfi ha stabilito l’obbligo di Carta verde anche per entrare in piazza. Nel grande spazio antistante il Duomo di Chiaramonte, spesso teatro di spettacoli e appuntamenti estivi, si potrà entrare solo se muniti di pass sanitario. Una misura attuata in modo rigoroso che prevederà anche la chiusura di tutti gli ingressi dalle stradine laterali, stabilendo un solo accesso alla piazza per tutti.

 

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