Afghanistan, il partito marxista-leninista italiano sta con i talebani. Sono gli unici?

Sono quelli che «l’orrore del terrorismo è comunque meglio dell’orrore dell’Occidente». E che sposano la causa degli «studenti di religione» in nome dell’antimperialismo

Francesco Merlo su Repubblica oggi li chiama gli «italiban». Ovvero «quelli che l’orrore del terrorismo è comunque meglio dell’orrore dell’Occidente». E un esempio cristallino sono i duri e puri del Partito Marxista-Leninista Italiano (Pmli), che ieri si sono arrabbiati con Facebook per l’oscuramento del comunicato con cui dichiaravano il loro sostegno al nuovo governo dell’Afghanistan. Accusando il social network di Mark Zuckerberg: «Con ciò Facebook si è schierata apertamente dalla parte dell’imperialismo, censurando chi la pensa diversamente e che sul web dialoga democraticamente spiegando questa posizione. Tanto più che nel comunicato stampa citato si dice che “c’è un abisso tra il PMLI e l’ideologia, la strategia, il programma, i metodi di lotta e la politica antifemminile dei talebani”».


Vero. Così come è vero che il comunicato cominciava così: «Il PMLI saluta e appoggia la conquista di Kabul e del potere politico da parte dei talebani, dopo venti anni di guerriglia. Una smagliante vittoria antimperialista e una bruciante e storica sconfitta dell’imperialismo americano e dei suoi alleati, fra cui l’Italia». E si concludeva in questo modo: «Il PMLI chiede al governo del banchiere massone Draghi di riconoscere il governo talebano. In ogni caso lo diffida a compiere azioni militari, economiche, commerciale e diplomatiche contro la nuova realtà governativa afghana, che potrebbero causare ritorsioni di stampo terroristico che pagherebbe col sangue il popolo italiano».


Gli altri non si sono ancora palesati. Ma è soltanto questione di tempo. Sono, spiega oggi Merlo, «i pacifisti assoluti, quelli che come venti anni fa dicono di non stare né con l’Impero né con i terroristi, sono, come già li chiamammo allora, i signori Né-Né, che è il modo più subdolo di stare con i talebani. E forse è davvero la via italiana al falso pacifismo: né con lo Stato né con le Br frenò lo sdegno contro i brigatisti; né con il fascismo né con l’antifascismo è ancora oggi una pozzanghera ideologica dove si nasconde il fascismo; e Salvini e Grillo dicono di non essere né di destra né di sinistra perché sono di destra». E il brutto è che l’ingloriosa ritirata dell’Occidente dall’Afghanistan rischia stavolta di dargli ragione. Anche se loro, come Bertolt Brecht, adorano stare dalla parte del torto.

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