«Subito l’obbligo vaccinale per tutti gli adulti»: l’appello dell’immunologa Viola al governo

L’intervento su La Stampa: «La terza dose a oggi non è la soluzione. Il nostro problema sono i 4 milioni di over 50 non vaccinati»

Obbligo vaccinale per tutti e da subito. Dalle colonne de La Stampa, l’immunologa Antonella Viola chiede a gran voce che sia estesa a tutti i cittadini l’obbligatorietà della vaccinazione anti-Covid. «I dati sono essenziali nella scienza e lo sono anche per guidare tutti noi, cittadini e governi, nel prendere le decisioni più giuste», si legge nel suo intervento. «Tuttavia, in una condizione in continua evoluzione come una pandemia virale, i dati devono essere, da un lato, costantemente aggiornati sulla base delle nuove evidenze scientifiche e, dall’altro, devono saper essere interpretati». Secondo l’immunologa Viola, «in questi giorni, entrambi gli aspetti sono carenti e, dunque, molte persone faticano a comprendere che i vaccini stanno funzionando bene e che non c’è davvero spazio per esitare: bisogna fare presto e vaccinarci tutti». La strategia a cui si sta puntando, spiega Viola, «è quella di vaccinare con una terza dose. Francamente non credo che i dati scientifici a oggi (e sottolineo a oggi) supportino l’uso generalizzato di terze dosi, se non nei casi di fragilità». Secondo l’immunologa, la terza dose per tutti priverebbe di vaccini quei Paesi ancora indietro con l’immunizzazione. Inoltre «non risolverebbe il nostro problema, quello degli oltre 4 milioni di over 50 non vaccinati». «Sarebbe più utile – continua Viola – che il governo imponesse l’obbligo vaccinale a tutti gli adulti. Siamo da troppo tempo in una situazione di emergenza e non possiamo permetterci un altro anno di ricoveri e chiusure».


Il caso di Israele

L’immunologa poi si sofferma sul caso di Israele. «L’argomento più utilizzato in questi giorni dai No vax riguarda i dati israeliani: nell’ultima settimana, tra i pazienti ricoverati, i vaccinati erano più dei non vaccinati». Viola spiega così questi dati: «Immaginiamo che la mia classe di studenti di medicina del prossimo anno sia di 100 persone, di cui 80 donne e 20 uomini. Immaginiamo che a fine corso vengano bocciati 10 studenti, di cui 6 donne e 4 uomini. Le ragazze hanno studiato meno dei colleghi maschi? O la loro performance è stata inferiore? Certamente no, l’analisi corretta ci dice che ho bocciato il 20% dei ragazzi e il 7,5% delle ragazze, e che quindi le ragazze sono state più brave. Questo spiega cosa sta accadendo in Israele, dove gran parte della popolazione è ormai vaccinata e quindi più numerosa». 


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