Mahmood costretto a rinviare il tour: «Nonostante ci sia il Green pass…»

Il cantante ha sfogato la sua delusione in un post pubblicato sui suoi canali social

«A quasi due anni dall’inizio della pandemia, il nostro settore si trova ancora allo stesso punto: siamo fermi». Mahmood annuncia così il rinvio del suo tour che slitta al 2022. Un elenco di date che prevede tappe in Italia ma anche all’estero. «Alla luce delle vigenti norme legate alla capienza delle strutture, le date del tour di Mahmood nei club in Italia e nelle principali città europee previste a partire da novembre 2021, sono spostate all’aprile del 2022», è scritto nel comunicato ufficiale. Ovviamente per chi ha già acquistato i biglietti, questi rimangono validi per le nuove date corrispondenti.


Il post

Il cantante ha sfogato la sua delusione in un post pubblicato sui suoi canali social: «Oggi mi ritrovo a spostare le date del tour per la terza volta; e come me moltissimi miei colleghi e colleghe saranno obbligati a farlo mentre altri sono già stati costretti», ha scritto. E ha proseguito, dicendo: «Ciò che differenzia questo spostamento dai precedenti è che, oggi, abbiamo a disposizione degli strumenti che permetterebbero di poter fare i concerti in sicurezza: i Green pass». Poi la riflessione, e il confronto tra quanto succede nel Paese e fuori dai confini italiani: «Guardo fuori dall’Italia e vedo che si può fare, evidentemente quando ci sono la volontà e l’attenzione verso un settore, le soluzioni si trovano. Provo un forte sentimento di abbandono da parte delle istituzioni. Da parte loro, molto spesso, viene chiesto agli artisti di esporsi per la tutela di diritti della persona, per sensibilizzare il nostro pubblico verso temi che si dibattono a livello politico. Ora, invece, ci sentiamo soli, non considerati da uno Stato la cui maggior parte dei rappresentanti pensa solo a litigare sui social e a creare continuamente fazioni avverse tra le persone». Mahmood si è infine implicitamente rivolto alle istituzioni chiedendo risposte, spiegando che è «giunto il turno dei nostri diritti, quelli degli artisti, degli addetti ai lavori e quelli del pubblico: abbiamo il diritto di tornare a fare il nostro mestiere e chi ci segue ha il diritto di tornare a riempire la propria vita di arte, cultura e intrattenimento. Abbiamo il diritto di tornare a vivere e riappropriarci delle nostre passioni. Abbiamo il diritto di essere ascoltati».


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