La Francia ha concesso la cittadinanza a 12 mila persone che hanno lavorato durante l’emergenza Coronavirus

Medici, infermieri e addetti alle pulizie l’hanno ottenuta nell’ambito di uno speciale programma pandemico. La ministra Schiappa: «Il Paese ce l’ha fatta grazie a loro»

L’oncologo Fouad Kerbage, 33 anni, di origini libanesi, controllava online quasi ogni giorno per capire se fosse diventato o no a tutti gli effetti un cittadino francese. E alla fine ha letto il suo nome sull’elenco. «Avevo lavorato durante la crisi quando c’era bisogno di medici, quando c’era molta paura del Covid-19», ha detto il medico. «Non sapevamo molto del virus. Non c’era nessun vaccino. È stato un momento difficile, ma era nostro dovere continuare a fare il nostro lavoro». Per Kerbage, che vive in Francia dal 2017, con il nuovo passaporto francese si è aperto un nuovo capitolo nello Stato in cui ha scelto di lavorare e curare i pazienti. Come lui, circa 12 mila persone sono appena diventate a tutti gli effetti francesi, nell’ambito di uno speciale programma accelerato per i lavoratori in prima linea nella battaglia contro il Covid-19. Sono medici, infermieri, personale delle pulizie, cassieri e netturbini: «Questi lavoratori in prima linea hanno risposto alla chiamata della nazione. È normale che la nazione faccia un passo verso di loro», ha detto la ministra Marlene Schiappa. «Il Paese ce l’ha fatta grazie a loro». Nell’ambito dell’iniziativa sulla pandemia, la Francia ha accolto 12.012 nuovi cittadini su oltre 16.300 persone che hanno inviato domande di cittadinanza – un iter che ha incluso interviste e test. «È stato un viaggio, ed è stato fantastico affrontarlo imparando e studiando la storia della Francia», ha detto il medico libanese al Washington Post.


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