Come ha preso Silvana De Mari la sospensione dall’Ordine dei Medici (non benissimo) – Il video

In un filmato su Facebook la dottoressa usa la metafora degli scacchi: «Prima o poi la Regina Nera farà scacco matto»

La dottoressa Silvana De Mari è stata sospesa dall’Ordine dei Medici di Torino perché non ha voluto vaccinarsi contro il Coronavirus. In un video pubblicato sulla sua pagina Facebook e in un post sul suo blog De Mari ha risposto a modo suo alla sanzione, utilizzando la metafora degli scacchi e sostenendo di essere stata sospesa «dall’Ordine degli Scacchi ma non mi hanno fatto nessun danno perché tanto sono in pensione. Ma ci sono tanti scacchisti dolorosi che stanno affrontando problemi drammatici pur di non subire nel loro corpo qualcosa che non vogliono. Erano i migliori scacchisti e sono fiera di far parte di quel numero». Per De Mari la sospensione «è stata un gesto di eroismo. Faremo ricorso e vinceremo perché prima o poi il coraggio vince». In più annuncia «un social dove potremo parlare al costo di una tazzina di caffè, e prima o poi la Regina Nera farà scacco matto».


Nata nel 1953 in provincia di Caserta, Silvana De Mari è specializzata in chirurgia generale e in psicologia cognitiva, ha praticato la professione di chirurgo in Italia e in Africa e attualmente si occupa di psicoterapia. Nel 2018 è stata condannata a 1500 euro di multa per le frasi contro l’associazionismo LGBTQ+. Successivamente aveva anche affermato che i gay si potevano “curare”. Sul suo blog De Mari è ancora più esplicita: «Il No vax – scrive – è un termine con cui si indica una persona che ha anche solo un unico dubbio su questi vaccini». E avverte che si «sta fomentando una divisione da guerra civile. All’interno di ogni gruppo, delle famiglie, di qualsiasi società o ufficio, l’odio di alcuni scatenati contro altri, le ingiurie non saranno più sanabili. Comunque finisca il tessuto sociale è distrutto per sempre». Prendendosela anche contro chi ammonisce che ci si debba adattare «a una nuova normalità»: «A noi cafoni la nostra normalità piace molto e ci eravamo affezionati, e siamo disposti ad andare alla morte per difenderla».


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