Chi è Armin Laschet, il successore di Merkel che non scalda i cuori tedeschi

Centrista, molto religioso, soprannominato «l’indeciso», il leader della Cdu non è riuscito finora a spronare i democratici tedeschi

«La domanda non è più con chi governeranno i cristiano-democratici, ma se governeranno ancora». Riassume così la preoccupazione che aleggia nella coalizione di centrodestra, la Cdu, Markus Söder, premier della Baviera a cui la dirigenza dell’Unione ha preferito il moderato Armin Laschet, governatore del Nordreno-Vestfalia, per il dopo Merkel. Laschet, il 26 settembre, corre per succedere alla cancelliera, perpetrando – dopo i 16 anni di governo Merkel – il primato del centrodestra negli equilibri politici della Germania. I sondaggi della vigilia, tuttavia, fanno tremare i vertici dell’Unione, i quali hanno iniziato a rispolverare, in campagna elettorale, gli spauracchi del comunismo – e quindi l’ipotesi di un governo Spd-Verdi-Linke -, per cercare di frenare l’avanzata della coalizione che supporta il socialista Olaf Scholz. E per cercare di far digerire all’elettorato del centrodestra il delfino di Merkel, Laschet, centrista, soprannominato «l’indeciso», che non è riuscito a spronare i democratici tedeschi.


Dal giornalismo alla politica

Nato e cresciuto ad Aquisgrana, Laschet ha frequentato scuole cattoliche. Classe 1961, si è diplomato a 20 anni al Ginnasio episcopale Pio della sua città natale. Ha proseguito gli studi in legge e scienze politica a Monaco e a Bonn, laureandosi nel 1987. Lo stesso anno, ha iniziato l’attività giornalistica prima come tirocinante e poi come freelance in alcune emittenti radio-televisive della Baviera. Dal 1991 al 1994 ha ricoperto il ruolo di caporedattore nel giornale della diocesi di Aquisgrana. Dal 1995 al 1999 è stato direttore editoriale della casa editrice cattolica Einhard. Avvicinatosi alla politica quando Rita Süssmuth, ex presidente del Bundestag tedesco, lo ha nominato suo consulente scientifico, Laschet è diventato membro del Bundestag nel 1994. Cinque anni più tardi, è stato eletto europarlamentare. Poi, dal 2005, è tornato a dedicarsi alla politica locale: per un lustro ha ricoperto il ruolo di ministro del Nordreno-Vestfalia per la famiglia, le donne e l’integrazione. Durante la legislatura successiva, è stato ministro per gli Affari federali.


Governatore del Nordreno-Vestfalia

Contemporaneamente alla politica locale, Laschet ha cercato di fare carriera all’interno del suo partito, la Cdu. Sconfitto da Norbert Röttgen, nel 2010, nella corsa per la presidenza del distaccamento del partito nel land, due anni più tardi Laschet è succeduto al dimissionario Röttgen e, contestualmente, è stato eletto come uno dei cinque vicepresidenti del partito nazionale. Dal 2017, Laschet guida il land più popoloso della Germania: è stato eletto governatore del Nordreno-Vestfalia, il motore industriale della Germania. Dopo le dimissioni di Annegret Kramp-Karrenbauer dalla presidenza della Cdu – in polemica per l’elezione di Thomas Kemmerich a governatore della Turingia, appoggiato dall’ultradestra di Alternative für Deutschland – Laschet è stato eletto presidente dei cristiano-democratici con il 58,2% dei voti, in gara contro Friedrich Merz. Il 20 aprile 2021, il comitato esecutivo della Cdu ha scelto Laschet con una maggioranza del 77,5% – 31 voti -, contro il 22,5% – 9 voti – di Söder, del partito fratello Csu, per la corsa alla cancelleria.

Le gaffe pre-elettorali

Laschet è considerato da tutti il delfino di Markel per aver sempre difeso le posizioni più centriste della cancelliera uscente. Sostenitore delle politiche pro-accoglienza, paladino dei valori cristiani e forte europeista. «In tutti questi anni, l’ho vissuto come un politico per il quale la “C” presente nel nome del nostro partito rappresenta il compasso delle sue scelte – ha detto di lui Merkel, riferendosi all’elemento cristiano dell’Unione -. Il fondamento della nostra visione cristiana è che pone la dignità dell’uomo al suo centro. E io so che porterà avanti questo impegno anche come cancelliere». Nonostante l’endorsement della cancelliera, i sondaggi della vigilia danno in estrema difficoltà Laschet. Sulla sua corsa verso il Bundeskanzleramt pesa la gaffe fatta durante la visita nei territori colpiti dall’alluvione: Laschet è stato ripreso mentre rideva e scherzava con dei politici locali.

Il land del Nordreno-Vestfalia da lui guidato, poi, è stato al centro delle polemiche per aver siglato un contratto con una casa di moda per la produzione di mascherine durante le fasi più dure della pandemia, su iniziativa del figlio di Laschet, Johannes, influencer di moda sui social. Infine, il candidato cancelliere risente delle invettive degli ambientalisti, molto influenti in Germania: vicino alla lobby del carbone della Ruhr e oppositore delle politiche dei Verdi, è stato criticato per aver visitato la Gigafactory di Elon Musk, a Brandeburgo. Un impianto che consuma ingenti quantità d’acqua e che gli ambientalisti additano tra i responsabili dell’impoverimento idrico della regione.

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