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Iss, Rezza: «Presto indicazioni su terza dose: non servirà farla a tutti» – Il video

08 Ottobre 2021 - 17:19 Redazione
Secondo l'ultimo monitoraggio dell'Iss, i contagi a livello nazionale sono ancora in calo, anche tra i più piccoli. Ma resta alta l'allerta per la diffusione della variante Delta

«Il quadro è quello di una circolazione i fase decrescente in tutte le regioni. Un dato fondamentale perché ci permette di tenere sotto controllo la capacità di tracciamento». Sono notizie incoraggianti quelle riportate dal presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro in riferimento al monitoraggio settimanale della situazione Covid in Italia. «Il continuo decremento riguarda anche la fascia di età inferiore ai 12 anni, approfittiamo di questa decrescita per continuare a vaccinarsi» ha spiegato l’esperto, in riferimento al particolare focus di studio sull’età pediatrica fornito dall’Iss a partire dal 13 settembre, data della riapertura delle scuole. «La buona tendenza è la conseguenza di due fattori: la protezione data dai vaccini e le misure precauzionali di distanziamento ed uso della mascherina in luoghi chiusi, senza dimenticare il Green pass» ha fatto eco il professor Gianni Rezza che fornisce un importante parere anche sul tema della terza dose. «L’orientamento è quello di offrire un richiamo agli over 80, agli ospiti di Rsa e ai sanitari ma non si pensa al momento a un richiamo universale su tutta la popolazione».

Variante Delta dominante al 100%

«Nelle indagini flash il 100% dei ceppi sequenziati in Italia è riconducibile alla variante Delta» ha spiegato Brusaferro, riportando uno dei dati più importanti del monitoraggio che lo scienziato ora invita a non sottovalutare. La percentuale rilevata classifica ancor di più la Delta come la principale mutazione del virus da cui proteggersi «e che fa capire», come spiegato anche da Rezza, «quanto ancora sia necessario rispettare scrupolosamente le misure anti Covid e vaccinarsi».

Rt e incidenza in calo

Diminuisce l’incidenza settimanale dei casi di Covid su tutto il territorio nazionale. Nello specifico, l’incidenza scende a 34 per 100 mila abitanti (27 settembre – 3 ottobre) contro i 39 per 100 mila della scorsa settimana (20 settembre – 26 settembre). Nel periodo 15-28 settembre 2021 l’indice Rt medio, calcolato sui casi sintomatici, è stato dello 0,83 (il range è tra 0,81 e 0,86), al di sotto della soglia epidemica e stabile rispetto alla settimana precedente. Questo è ciò che emerge dal monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’andamento dei casi di Covid in Italia che sarà presentato oggi. La Sicilia ha un’occupazione dei posti letto in area medica al 9,9 per cento (la soglia di rischio è al 15), mentre le terapie intensive al 5,4 (la soglia è al 10): anche l’incidenza è tornata sotto il valore di 50 casi per 100 mila abitanti, a 47,1. Proprio l’incidenza sotto questo valore, insieme a terapie intensive e ricoveri, è uno dei requisiti per il passaggio alla zona bianca.

I tassi di occupazione nei reparti Covid e nelle terapie intensive

Quattro sono le regioni e le province autonome a rischio moderato: si tratta di Basilicata, Trento, Bolzano e Valle d’Aosta. Tutte le altre sono a rischio basso. La scorsa settimana solo il Lazio risultava essere a rischio moderato. Basilicata e Trento, poi, riportano un’allerta di resilienza. Intanto emerge che il tasso di occupazione in terapia intensiva da parte dei malati Covid è in lieve diminuzione: 4,8 per cento. Si è passati da 459 a 433 (dato aggiornato al 5 ottobre). Anche il tasso di occupazione in aree mediche diminuisce: è al 5,1 per cento. Infine il numero di persone ricoverate in queste aree cala sempre di più, passando da 3.418 a 2.968 (dato aggiornato sempre al 5 ottobre). Diminuisce anche il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione: si passa da 5.903 a 7.070 della scorsa settimana. La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, tra l’altro, è in lieve diminuzione (33 per cento contro il 34 della scorsa settimana). Aumenta, invece, la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (47 per cento contro il 45). Resta stabile la percentuale di casi diagnosticata attraverso l’attività di screening. Anche questa settimana è al 21 per cento.

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