Roberto Fiore e Giuliano Castellino: chi sono i due leader di Forza Nuova arrestati per gli scontri a Roma
Sono 12 le persone arrestate nella notte per il loro presunto coinvolgimento negli scontri di ieri a piazza del Popolo a Roma nella manifestazione dei No Green Pass. Tra loro ci sono anche due nomi che negli ultimi tempi hanno partecipato alle varie manifestazioni dell’era della pandemia, da quelle no-mask alle recenti no Green pass: quello del leader nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, e del capo della sezione romana del partito, Giuliano Castellino. Entrambi si vedono chiaramente nei video dell’assalto alla sede della Cgil.
Chi è Roberto Fiore
Fondatore di Terza Posizione, uomo d’affari a Londra, leader del partito di ultra-destra Forza Nuova. Roberto Fiore nasce a Roma il 15 aprile del 1959: ha una moglie, la spagnola Esmeralda Burgos, e 11 figli. Il suo nome è legato agli ambienti di estrema destra fin da quando era giovanissimo. Nel 1977 aderisce a Lotta Studentesca, mentre l’anno dopo è, insieme a Giuseppe Dimitri e Gabriele Adinolfi tra i fondatori del movimento neofascista eversivo Terza Posizione, rimasto attivo fino al 1982 e sciolto quando Fiore si trovava ormai all’estero. Nel 1980 si rifugia a Londra per sfuggire a un ordine di cattura emesso dalla Procura di Bologna relativo alle indagini sulla strage della stazione del 2 agosto. È allora che comincia anche la latitanza del cantautore Massimo Morsello: entrambi, secondo la magistratura, sarebbero appartenuti ai Nar, Nuclei Armati Rivoluzionari. Entrambi vengono ritenuti estranei ai fatti di Bologna: in Inghilterra restano 20 anni, con lo status di rifugiati politici.
Nel 1985 Fiore viene condannato per il reato di associazione sovversiva e banda armata. Ma l’Inghilterra dice no alla richiesta del deputato laburista Duns di espellere Fiore e gli altri quattro ricercati rimasti all’epoca. perché la condanna sembra “riferirsi ad un reato per il quale difficilmente potrebbe applicarsi il trattato di estradizione” e secondo la legge inglese l’estradizione di un rifugiato politico non è possibile se sul processo ci dono dubbi di legittimità. Alcune fonti hanno ricostruito nel tempo che Roberto Fiore sarebbe stato protetto dai servizi segreti britannici, in qualità di loro agente. Qualche anno dopo la Commissione europea d’inchiesta su razzismo e xenofobia conferma la sua affiliazione all’MI6 fin dai primi anni ’80.
Fiore tornerà in Italia a reati prescritti, nel 1999. Nel frattempo con Morsello fonda a Londra l’agenzia Meeting Point, collegata con l’italiana Easy London (registrata come associazione culturale) e specializzata in viaggi di studio nella capitale britannica. Nel tempo più inchieste giornalistiche si sono occupate di questo che viene definito un impero finanziario da milioni di euro tra ristoranti, proprietà immobiliari, ma anche servizi culturali, che arriverebbe in tempi più recenti a finanziare i movimenti pro-life.
Nel 1997, insieme ancora a Morsello, Fiore fonda il partito politico Forza Nuova: la formazione di destra radicale debutterà alle elezioni nel 2001 non sfondando però la soglia dell’1%. Due anni dopo FN si allea con Alessandra Mussolini e il suo Alternativa Sociale, fino a orbitare – dall’esterno – vicino al centrodestra di Silvio Berlusconi. Nel 2008 Fiore entra al Parlamento europeo, in sostituzione del posto lasciato vacante proprio da Alessandra Mussolini. Cinque anni dopo Forza Nuova partecipa nuovamente alle politiche in totale autonomia, presentando Roberto Fiore come candidato premier e portando a casa lo 0,26% dei voti sia alla Camera che al Senato. Il risultato del 2019 è stato ancora più basso dello 0,15%.
Convinto che gli italiani non siano più antifascisti – «Il popolo italiano è stato in gran parte antifascista fino al, diciamo, 1995. Ma poi, a livello popolare, la presenza di valori antifascisti è scomparsa» – oggi Fiore ha tra i suoi fronti di azione quello delle battaglie contro i provvedimenti presi per la pandemia, a partire dalla manifestazione annunciata durante la domenica Pasqua per protestare contro il divieto di celebrare le funzioni religiose a cause delle misure restrittive fino alle mobilitazioni no-mask e oggi no green pass.
Chi è Giuliano Castellino
L’esperienza di Forza nuova unisce Fiore, 62 anni, e Giuliano Castellino, 44 anni. Il leader romano di FN è stato condannato a cinque anni e sei mesi per l’aggressione a due giornalisti de L’Espresso, un reporter e un fotografo, insieme a Vincenzo Nardulli. Sei anni fa era stato fermato per droga, ma il giudice aveva poi deciso che la cocaina trovata nel motorino fosse per uso personale. Il 13 settembre scorso era stato raggiunto da un provvedimento di Daspo (ne aveva ricevuti già due nel 2017 e nel 2018): per 5 anni gli sarebbe precluso lo stadio, da lui frequentato con costanza anche ora, in tempi di green pass (fa il tampone: quello è consentito dalle regole del suo movimento di protesta, spiega).
Raggiunto dalla misura delle sorveglianza speciale, ha il braccialetto elettronico e non potrebbe partecipare a manifestazioni politiche per la «reiterata violazione delle norme anti-Covid nonché di condotte di pubblica istigazione alla contravvenzione delle stesse». Il tribunale lo descrive come un «soggetto pericoloso in relazione ai reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica» perché «organizza forme di protesta destinate a sfociare in scontri con le Forze dell’Ordine, in quanto, non solo attuate mediante iniziative non autorizzate, ma deliberatamente tese ad elevare il livello di conflittualità sociale con modalità che includono il programmato scontro fisico con gli appartenenti alle Forze dell’ordine, con danneggiamento o occupazioni di edifici, con cori offensivi e atteggiamenti provocatori e di plateale sfida sfrontata adottati, così da suscitare l’emulazione, nei confronti di appartenenti alle Forze dell’Ordine comandati a tutela della sicurezza dei cittadini e perciò in servizio di Ordine Pubblico».
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