Rave nel Torinese, l’irruzione della polizia: identificate 3 mila persone. Una partecipante: «Bello, ma si rischia la vita»

Continua lo sgombero dell’ex stabilimento Fiat, ancora occupato da centinaia di persone

Da sabato 30 ottobre migliaia di persone hanno iniziato a riversarsi in uno stabilimento abbandonato appartenuto alla Fiat, poco fuori dalla città di Torino, per l’ennesimo rave party che, negli ultimi mesi, ha creato problemi di ordine pubblico e rischi per la trasmissione del Coronavirus. Dopo quasi quattro giorni di occupazione abusiva del capannone, le forze di polizia sono riuscite ad allontanare la gran parte dei partecipanti alla festa clandestina. Nella notte tra il primo e il 2 novembre, è iniziato il deflusso dei partecipanti al rave, fermati ai check point allestiti intorno all’area. Almeno 3 mila i soggetti identificati, più la messa a verbale dei codici identificativi di circa 1.500 mezzi tra auto, camper e furgoni. Ma le operazioni di sgombero non possono ancora dirsi concluse: nell’edificio diroccato restano ancora centinaia di persone arrivate da tutta Italia. Le forze dell’ordine, la mattina del 2 novembre, hanno deciso di fare irruzione all’interno dell’area del rave, tra Nichelino e Borgaretto.


Una partecipante alla festa, fermata da un cronista del Corriere di Torino subito fuori dall’area, commenta così il rave: «Bello, ma pericoloso», dice in sintesi. Poi, la 34enne – che di mestiere fa la commessa in un negozio di Modena – argomenta: «Il capannone era enorme, però cadeva a pezzi, con vetri rotti ovunque. E poi tutti i tombini aperti, coperti dalle assi di legno: se ci cadevi dentro di ammazzavi. E poi la gente che ballava sul tetto: qualche fulminato avrebbe potuto buttarsi». Non è il suo primo rave, anzi: la scorsa estate aveva partecipato anche a quello di Viterbo, «quattro giorni senza dormire e un caldo bestia. Ora sono distrutta, due giorni senza magiare e dormire». Ma quali sono i motivi che spingerebbero una persona a partecipare a queste feste clandestine? «Musica gratis – motiva lei -. Avevo guardato una serata Halloween in una discoteca di Bologna: 15 euro per entrare, 5 la tessera, 15 il tampone. E alle 4 del mattino, tutti a casa. No grazie». Per resistere ai ritmi dei rave, la donna confessa che fa uso di «qualche additivo – e conferma che – dentro puoi comprare quasi tutto».


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