Covid, le 4 regioni e le 10 città a rischio zona gialla: i focolai nelle piazze dei No vax

Friuli-Venezia Giulia, Calabria, Lazio e Alto Adige sono i territori in cui l’epidemia e i ricoveri crescono di più. Trieste, Bolzano, Rieti, Catania, Padova e altre cinque province con i tassi maggiori di incremento

Tre regioni e una provincia autonoma vedono una crescita dei contagi da Coronavirus mentre il livello dei 50 positivi ogni centomila abitanti è stato superato in tredici. Dieci sono le province in cui l’incidenza ha superato di molto il livello di allerta. E non è un caso che le zone degli incrementi maggiori siano anche quelle in cui sono andate in scena manifestazioni No vax. Mentre l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute ha certificato la ripresa dell’epidemia in Italia e l’indice di contagio Rt ha superato quota 1. Anche se l’allarme non si è ancora trasferito agli ospedali: «Tengono grazie alla vaccinazione. Abbiamo dati buoni, siamo all’86,5% di prime dosi somministrate. Avere una copertura alta fa sì che, a fronte di una nuova ondata, le terapie intensive abbiano un numero di ricoveri contenuto», ha detto ieri il ministro della Salute Roberto Speranza.


Le regioni o province autonome in cui l’epidemia è in chiara ripresa sono quattro: Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Calabria e Bolzano. Anche se la soglia dei 50 positivi ogni centomila abitanti, uno dei tre parametri necessari per passare in zona gialla, è stata superata in 13 regioni su 21. Ma gli altri due parametri (occupazione dei posti letto in area medica e terapie intensive) sono vicini alla soglia soltanto in quattro. Il Corriere della Sera segnala che in Friuli-Venezia Giulia i reparti ordinari sono al 7,7% e le rianimazioni al 9,1%. A Bolzano, che ha un’incidenza di 189,1 casi ogni centomila abitanti) la soglia delle ospedalizzazioni è all’11,6% ma nelle terapie intensive l’occupazione è al 3,8%. In Calabria c’è il problema antico delle strutture inadeguate: i reparti ordinari sono al 10,2%, le rianimazioni al 4,7%. Nel Lazio è cresciuta l’incidenza (da 38 a 63 positivi ogni centomila abitanti in due settimane). Ma anche le percentuali di letti occupati sono alte: 7,7% in area medica e 9,1% in rianimazione.


Mentre le tre regioni con più alti tassi di vaccinazione (Molise, Piemonte e Umbria) sono anche quelle con ricoveri inferiori alla media rispetto al dato nazionale. «Se i reparti ospedalieri tengono non scatteranno misure e sarà un Natale come gli altri prima di Covid-19. Se invece i ricoveri salgono scatteranno le misure nei territori, in base al sistema dei colori. Non abbiamo mica sospeso la legge che prevede le fasce di rischio…», ha detto Speranza. «Con il giallo tornano le mascherine all’aperto e al ristorante c’è il limite di 4 a tavola. L’inverno è la stagione più insidiosa perché si sta più al chiuso, quindi il mio invito è alla prudenza totale, a indossare le mascherine e rispettare il distanziamento», ha aggiunto. Chi sta programmando viaggi all’estero può comprare serenamente il biglietto? «Io sono per le vacanze in Italia», ha concluso.

Dieci città con i contagi in crescita

Sono in totale dieci le province con i contagi in crescita. Quella con l’incidenza-monstre è Trieste: 410 contagi ogni centomila abitanti. Mentre nella regione il numero di positivi è triplicato in un giorno. In città, ricorda oggi Repubblica, c’è uno dei più bassi indici di vaccinazione: un cittadino su tre non è protetto. Le terapie intensive sono a un punto dal livello di guardia del 10%. E nelle scuole sono più di 1.000 gli studenti e i docenti in quarantena. Segue la provincia autonoma di Bolzano dove l’incidenza è a 189, i ricoveri al 12% (il limite è 15%) anche se la percentuale di occupazione delle terapie intensive è ancora al 4%. Poi c’è Rieti, la provincia che traina la ripresa dell’epidemia nel Lazio, dove l’incidenza è arrivata a 113 casi e negli ultimi giorni preoccupano i contagi a scuola. Sopra quota 100 c’è anche Catania (102), anche se nell’isola c’è chi ha proposto il lockdown per il Messinese.

Padova è a quota 100 a causa di sette focolai che si sono sviluppati negli hotel delle terme e a un cluster di anziani nato durante un festeggiamento per le Nozze d’Oro. Nell’intero Veneto la ripresa dei contagi è ampia nonostante un tasso di vaccinazione alto: il governatore Zaia ha ipotizzato un collegamento con Trieste. A seguire ci sono Siena (97), Gorizia (94), Siracusa (93), Forlì-Cesena (90) e La Spezia (86). In tutte queste città si registrano focolai nelle residenze per anziani e nelle scuole. Ma non sfugge che nella gran parte di queste città dove i contagi aumentano ci sono state manifestazioni di No Green pass. Basta un numero: a Trieste 140 partecipanti ai cortei sono risultati positivi in pochi giorni. E poi c’è il caso di Milano. Che, racconta oggi il Messaggero, ancora non vede correre l’incidenza, ma in una settimana si sono registrati 220 positivi di cui 43 tra il personale scolastico. Probabilmente non vaccinato.

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