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Il professore controcorrente: «La crescita dei contagi? Troppa libertà ai vaccinati»

09 Novembre 2021 - 05:53 Redazione
alexander kekulé
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Il professor Kekulé e l'epidemia di Coronavirus in Germania: «C’è troppa libertà per loro. Occorre dirlo»

Il professor Alexander Kekulé è un medico e biochimico tedesco. Insegna Virologia all’Università di Halle-Wittenberg, in Sassonia-Anhalt e dirige anche l’Istituto di Microbiologia Medica. E oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera va controcorrente e dice che nella crescita dei contagi da Coronavirus c’entra anche la troppa libertà data ai vaccinati. Almeno in Germania. «Ci sono molte cause dietro la quarta ondata in Germania. Ma a mio avviso quella più grave è che ci sia stata una sottovalutazione del ruolo dei vaccinati da parte della politica. Naturalmente la percentuale dei non vaccinati è ancora troppo alta e sappiamo che se questi si infettano diventano subito malati gravi. Ma il virus si sta diffondendo anche tra i vaccinati. Il vaccino ha efficacia su una percentuale di persone oscillante tra il 50% e il 70%, questo significa che su dieci vaccinati, da 3 a 5 potrebbero trasmettere il virus. E quando si consentono manifestazioni senza più misure di controllo, senza test e distanziamento, queste diventano focolai d’infezione».

Kekulé sottolinea che ci sono anche altre cause dietro l’incremento dei contagi: «Un secondo problema è che le scuole sono state riaperte a tempo pieno ma la maggior parte degli studenti non è vaccinata: quella è una ondata invisibile, perché gli studenti esattamente come i vaccinati, hanno sintomi relativamente leggeri e non li prendono sul serio. Questa incidenza massiccia si trasmette poi sui non vaccinati, che purtroppo in Germania tra gli adulti sono circa 30 milioni, col risultato che i più anziani sono malati gravi e tornano ad affollare le terapie intensive, mettendo sotto stress il sistema sanitario». Ma il problema principale sono i vaccinati: «C’è troppa libertà per loro. Occorre dirlo».

E cosa bisogna fare adesso? «Convincere a vaccinarsi gruppi mirati di persone senza colpevolizzarli, come gli anziani, evitando una spaccatura della società. Impedire che la pandemia esploda nelle scuole. Mettere limiti precisi alle manifestazioni: per esempio, a partire da 50 persone, bisogna imporre non solo il vaccino ma anche il test, l’obbligo delle maschere e il distanziamento. Io metterei anche un tetto: non più di mille persone. Trovo giusto che sia stato deciso di reintrodurre i test gratuiti. E poi occorre dare subito la terza dose di richiamo già a partire da 60 anni e non da 70 come si sta facendo adesso. Non ultimo, nonostante io sia da sempre contro un obbligo generalizzato, ci vuole l’obbligo di vaccinazione per il personale medico che cura i gruppi più vulnerabili, in case di cura per anziani, ospizi e ospedali. In questo caso ne abbiamo bisogno». Altrimenti, avverte, si rischia un lockdown mascherato.

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