Brunetta: «Obbligo vaccinale per chi lavora negli sportelli pubblici, serve un super Green pass»

Il ministro della Funzione Pubblica: «Non si tratta di cambiare strategia, ma di rafforzarla per non dover richiudere»

Il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera dice che vede bene l’obbligo vaccinale per chi lavora negli sportelli a contatto con il pubblico. E che serve un Super Green pass per escludere i No vax dalla vita sociale. «Imponendo il Green pass a tutto il mondo del lavoro abbiamo fatto la più grande strategia di politica economica. Ma il governo segue con estrema attenzione quel che accade in Italia e fuori e ascolta il grido di dolore di molte regioni. Il presidente Fedriga, vista la situazione in Austria e Germania, chiede se non sia il caso di potenziare il Green pass. Non si tratta di cambiare strategia, ma di rafforzarla per non dover richiudere». Secondo Brunetta «con uno zoccolo duro del 10% di irriducibili non si risolve nulla. Che fai, gli applichi il trattamento sanitario obbligatorio? La strada è un Super Green pass responsabile e condiviso per non far pagare a tutti l’egoismo di alcuni». Per il ministro «se ci saranno cambi di colore perché devono pagare tutti gli italiani vaccinati, per colpa dello zoccolo duro dei No vax, estrema minoranza, sempre più invisa? Se gli indicatori ospedalieri dovessero peggiorare, penso sia il caso di rafforzare il green pass escludendo i non vaccinati da alcune attività sociali».


Ovvero quelle per le quali il governo Draghi studia un nuovo decreto: «Ristoranti, stadi, piste da sci, teatri, cinema, discoteche. Perché far pagare a tutto il mondo del terziario urbano, della cultura, dello sport e del tempo libero con restrizioni che rischiano di ripiombarci in lockdown parziali? Vorrebbe dire costi di impresa, ristori, deficit, crisi, nuovo crollo dei consumi». Mentre per gli impieghi rimarrebbe tutto uguale, o quasi: «Io per ora il mondo del lavoro lo lascerei col green pass standard. Con alcune eccezioni. Per esempio estendendo la terza dose alle categorie già obbligate, sanitari ed Rsa. Dovremmo puntare molto sulle terze dosi. Se trasformiamo i richiami in una nuova, grande campagna vaccinale, possiamo anche far crescere la propensione alle prime dosi. Vedrei bene l’obbligo di terza dose per chi lavora negli sportelli della pubblica amministrazione a contatto con il pubblico».


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